15 novembre 1630. Muore Giovanni Keplero, il matematico delle stelle.

Un genio tra scienza e fede
Giovanni Keplero nasce nel 1571 a Weil der Stadt, nel Württemberg, in un’epoca in cui l’universo sembra ancora ruotare intorno all’uomo.
La sua vita è segnata da malattie, povertà e da una fede profonda che non smette mai di dialogare con la ragione.
Allievo del matematico Michael Mästlin, Keplero abbraccia il sistema copernicano, convinto che il Sole sia il vero centro dell’universo.
Da quel momento, dedica la vita a dimostrare con rigore matematico ciò che fino ad allora appare un’ipotesi ardita.
Le leggi che cambiano il cielo
Nel 1600 si trasferisce a Praga, dove collabora con l’astronomo danese Tycho Brahe.
Alla morte del maestro eredita un’enorme quantità di dati osservativi, che rielabora con precisione instancabile.
Dalle sue analisi nascono le tre leggi che portano il suo nome: i pianeti descrivono orbite ellittiche; la velocità con cui si muovono varia in base alla distanza dal Sole; e i tempi delle loro rivoluzioni sono legati alle dimensioni delle orbite.
Queste intuizioni abbattono definitivamente l’antico modello geocentrico e aprono la strada alla fisica moderna, influenzando profondamente Isaac Newton.
Oltre all’astronomia, Keplero si occupa di ottica, calcolo infinitesimale e geometria.
Nel suo Astronomia nova e nelle Harmonices Mundi cerca l’armonia matematica dell’universo, convinto che il creato obbedisca a un disegno razionale e divino.
Gli ultimi anni e la morte
Negli anni successivi Keplero vive tra difficoltà economiche e politiche.
Si sposta più volte tra Austria e Germania, continuando a scrivere e a insegnare.
Nel 1630, mentre si trova a Ratisbona per riscuotere un compenso imperiale mai ricevuto, si ammala gravemente e muore il 15 novembre, a 58 anni.
Viene sepolto nel cimitero di St. Peter, ma la sua tomba andrà distrutta durante la guerra dei Trent’anni.
Resta, però, intatta la sua eredità: quella di un uomo che, guardando il cielo, trova l’ordine nascosto dell’universo.

Un genio tra scienza e fede
Giovanni Keplero nasce nel 1571 a Weil der Stadt, nel Württemberg, in un’epoca in cui l’universo sembra ancora ruotare intorno all’uomo.
La sua vita è segnata da malattie, povertà e da una fede profonda che non smette mai di dialogare con la ragione.
Allievo del matematico Michael Mästlin, Keplero abbraccia il sistema copernicano, convinto che il Sole sia il vero centro dell’universo.
Da quel momento, dedica la vita a dimostrare con rigore matematico ciò che fino ad allora appare un’ipotesi ardita.
Le leggi che cambiano il cielo
Nel 1600 si trasferisce a Praga, dove collabora con l’astronomo danese Tycho Brahe.
Alla morte del maestro eredita un’enorme quantità di dati osservativi, che rielabora con precisione instancabile.
Dalle sue analisi nascono le tre leggi che portano il suo nome: i pianeti descrivono orbite ellittiche; la velocità con cui si muovono varia in base alla distanza dal Sole; e i tempi delle loro rivoluzioni sono legati alle dimensioni delle orbite.
Queste intuizioni abbattono definitivamente l’antico modello geocentrico e aprono la strada alla fisica moderna, influenzando profondamente Isaac Newton.
Oltre all’astronomia, Keplero si occupa di ottica, calcolo infinitesimale e geometria.
Nel suo Astronomia nova e nelle Harmonices Mundi cerca l’armonia matematica dell’universo, convinto che il creato obbedisca a un disegno razionale e divino.
Gli ultimi anni e la morte
Negli anni successivi Keplero vive tra difficoltà economiche e politiche.
Si sposta più volte tra Austria e Germania, continuando a scrivere e a insegnare.
Nel 1630, mentre si trova a Ratisbona per riscuotere un compenso imperiale mai ricevuto, si ammala gravemente e muore il 15 novembre, a 58 anni.
Viene sepolto nel cimitero di St. Peter, ma la sua tomba andrà distrutta durante la guerra dei Trent’anni.
Resta, però, intatta la sua eredità: quella di un uomo che, guardando il cielo, trova l’ordine nascosto dell’universo.


















































































