19 novembre 2014. Muore il regista Mike Nichols.

Mike Nichols entra nel panorama culturale del Novecento come una presenza capace di spiazzare, osservare, affilare lo sguardo.
Nato a Berlino il 6 novembre 1931 con il nome di Michael Igor Peschkowsky, arriva negli Stati Uniti da bambino, in fuga dalla Germania nazista.
A New York si forma tra teatro, improvvisazione e studi serrati, e da quel terreno eterogeneo nasce uno stile che unisce precisione narrativa e un’ironia asciutta, sempre pronta a cogliere le contraddizioni umane.
La vita tra palcoscenico e set
Mike Nichols si muove in un ambiente artistico che favorisce l’audacia.
Negli anni Cinquanta entra nei compagni Second City e poi nel duo comico Nichols and May, dove affina un tempismo comico che diventa la matrice di tutta la sua regia futura.
Nel 1964 debutta a Broadway e conquista l’attenzione critica grazie alla sua capacità di dirigere gli attori come se stesse ascoltando le loro pause e i loro silenzi.
L’esordio cinematografico arriva nel 1966 con Chi ha paura di Virginia Woolf?.
Nichols affronta il testo di Edward Albee senza ingabbiarlo: lo attraversa, lo rende mobile, e il film diventa un punto di svolta nel cinema americano.
Un anno dopo dirige Il laureato, e l’opera esplode come manifesto generazionale.
Con questo titolo Mike Nichols si impone come autore capace di far emergere una verità emotiva attraverso dettagli minimi, sguardi trattenuti, piccoli scarti che raccontano più di lunghe spiegazioni.
Opere e riconoscimenti
La carriera di Mike Nichols procede tra cinema, televisione e teatro, senza che un mezzo annulli l’altro.
Dirige Working Girl, Silkwood, Closer e Primary Colors, rivelando ogni volta un’attenzione costante ai personaggi e alle loro fragilità.
I premi arrivano copiosi: un Oscar per “Il laureato”, vari Tony Awards, un Grammy e diversi Emmy.
È uno dei pochi artisti a ottenere l’EGOT, il quartetto dei massimi riconoscimenti dello spettacolo.
La sua regia non si limita a raccontare storie; le seziona con pudore e curiosità, lasciando che siano gli attori – da Meryl Streep a Jack Nicholson – a restituire il cuore pulsante delle vicende.
La morte e i funerali
Mike Nichols muore il 19 novembre 2014 a New York, all’età di 83 anni.
La notizia scuote il mondo dello spettacolo americano, che riconosce in lui una voce elegante e mai prevedibile.
I funerali si svolgono in forma privata, secondo il desiderio della famiglia, e vengono seguiti da numerosi omaggi pubblici.
Attori, produttori e registi ricordano Mike Nichols come un artista che non smette di interrogare la natura umana, anche quando sceglie il tono più leggero.
Mike Nichols entra nel panorama culturale del Novecento come una presenza capace di spiazzare, osservare, affilare lo sguardo.
Nato a Berlino il 6 novembre 1931 con il nome di Michael Igor Peschkowsky, arriva negli Stati Uniti da bambino, in fuga dalla Germania nazista.
A New York si forma tra teatro, improvvisazione e studi serrati, e da quel terreno eterogeneo nasce uno stile che unisce precisione narrativa e un’ironia asciutta, sempre pronta a cogliere le contraddizioni umane.
La vita tra palcoscenico e set
Mike Nichols si muove in un ambiente artistico che favorisce l’audacia.
Negli anni Cinquanta entra nei compagni Second City e poi nel duo comico Nichols and May, dove affina un tempismo comico che diventa la matrice di tutta la sua regia futura.
Nel 1964 debutta a Broadway e conquista l’attenzione critica grazie alla sua capacità di dirigere gli attori come se stesse ascoltando le loro pause e i loro silenzi.
L’esordio cinematografico arriva nel 1966 con Chi ha paura di Virginia Woolf?.
Nichols affronta il testo di Edward Albee senza ingabbiarlo: lo attraversa, lo rende mobile, e il film diventa un punto di svolta nel cinema americano.
Un anno dopo dirige Il laureato, e l’opera esplode come manifesto generazionale.
Con questo titolo Mike Nichols si impone come autore capace di far emergere una verità emotiva attraverso dettagli minimi, sguardi trattenuti, piccoli scarti che raccontano più di lunghe spiegazioni.
Opere e riconoscimenti
La carriera di Mike Nichols procede tra cinema, televisione e teatro, senza che un mezzo annulli l’altro.
Dirige Working Girl, Silkwood, Closer e Primary Colors, rivelando ogni volta un’attenzione costante ai personaggi e alle loro fragilità.
I premi arrivano copiosi: un Oscar per “Il laureato”, vari Tony Awards, un Grammy e diversi Emmy.
È uno dei pochi artisti a ottenere l’EGOT, il quartetto dei massimi riconoscimenti dello spettacolo.
La sua regia non si limita a raccontare storie; le seziona con pudore e curiosità, lasciando che siano gli attori – da Meryl Streep a Jack Nicholson – a restituire il cuore pulsante delle vicende.
La morte e i funerali
Mike Nichols muore il 19 novembre 2014 a New York, all’età di 83 anni.
La notizia scuote il mondo dello spettacolo americano, che riconosce in lui una voce elegante e mai prevedibile.
I funerali si svolgono in forma privata, secondo il desiderio della famiglia, e vengono seguiti da numerosi omaggi pubblici.
Attori, produttori e registi ricordano Mike Nichols come un artista che non smette di interrogare la natura umana, anche quando sceglie il tono più leggero.


















































































