22 novembre 1963. L’assassinio di JFK.

John Fitzgerald Kennedy continua a essere uno dei protagonisti assoluti della storia americana.
Nato il 29 maggio 1917 a Brookline, nel Massachusetts, cresce in una famiglia abituata alla vita pubblica e all’impegno politico.
La sua morte, il 22 novembre 1963 a Dallas, imprime un segno profondo negli Stati Uniti e nella memoria del mondo.
Vita e primi incarichi
Kennedy studia ad Harvard, dove matura un forte interesse per gli equilibri internazionali.
L’esperienza nella Marina, durante la Seconda guerra mondiale, contribuisce a definirne il carattere.
Il salvataggio dell’equipaggio della PT-109 lo porta all’attenzione nazionale e gli costruisce un’immagine di coraggio che accompagna tutta la sua carriera.
Nel 1947 entra alla Camera dei Rappresentanti.
L’approccio diretto, il linguaggio chiaro e la capacità di leggere le dinamiche globali lo distinguono subito. Nel 1953 approda al Senato e consolida la sua presenza politica con interventi che mostrano competenza e una visione internazionale ampia.
Il suo profilo moderno lo rende uno dei volti emergenti del Partito Democratico.
La presidenza e le linee d’azione
Nel 1961 Kennedy diventa il 35º presidente degli Stati Uniti. Il contesto è complesso: la Guerra fredda domina la scena mondiale e richiede scelte rapide e delicate.
La gestione della crisi dei missili di Cuba rappresenta uno dei momenti più tesi del suo mandato, mentre l’episodio della Baia dei Porci evidenzia le difficoltà del confronto con l’Unione Sovietica.
Allo stesso tempo, Kennedy guarda al futuro.
Rafforza il programma spaziale, sostenendo con convinzione la corsa alla Luna.
Sul fronte interno promuove misure a favore dei diritti civili, della scuola, della ricerca e dell’economia.
La sua comunicazione, sostenuta dall’uso della televisione, crea un nuovo modello di leadership: più diretto, più vicino ai cittadini, più efficace nell’impatto mediatico.
La morte e i funerali
Il 22 novembre 1963 Kennedy si trova a Dallas per una visita ufficiale.
Durante la parata, mentre attraversa Dealey Plaza su un’auto scoperta, viene colpito da spari che interrompono bruscamente la sua vita e il suo mandato.
Il presidente viene dichiarato morto al Parkland Memorial Hospital poco dopo il suo arrivo.
I funerali di Stato si svolgono a Washington, nella Cattedrale di San Matteo.
La sepoltura avviene al cimitero nazionale di Arlington, dove una fiamma eterna illumina la tomba presidenziale.
Quel luogo diventa uno dei simboli più forti della memoria dedicata a John F. Kennedy, figura che continua a occupare un ruolo centrale nella storia politica americana.
John Fitzgerald Kennedy continua a essere uno dei protagonisti assoluti della storia americana.
Nato il 29 maggio 1917 a Brookline, nel Massachusetts, cresce in una famiglia abituata alla vita pubblica e all’impegno politico.
La sua morte, il 22 novembre 1963 a Dallas, imprime un segno profondo negli Stati Uniti e nella memoria del mondo.
Vita e primi incarichi
Kennedy studia ad Harvard, dove matura un forte interesse per gli equilibri internazionali.
L’esperienza nella Marina, durante la Seconda guerra mondiale, contribuisce a definirne il carattere.
Il salvataggio dell’equipaggio della PT-109 lo porta all’attenzione nazionale e gli costruisce un’immagine di coraggio che accompagna tutta la sua carriera.
Nel 1947 entra alla Camera dei Rappresentanti.
L’approccio diretto, il linguaggio chiaro e la capacità di leggere le dinamiche globali lo distinguono subito. Nel 1953 approda al Senato e consolida la sua presenza politica con interventi che mostrano competenza e una visione internazionale ampia.
Il suo profilo moderno lo rende uno dei volti emergenti del Partito Democratico.
La presidenza e le linee d’azione
Nel 1961 Kennedy diventa il 35º presidente degli Stati Uniti. Il contesto è complesso: la Guerra fredda domina la scena mondiale e richiede scelte rapide e delicate.
La gestione della crisi dei missili di Cuba rappresenta uno dei momenti più tesi del suo mandato, mentre l’episodio della Baia dei Porci evidenzia le difficoltà del confronto con l’Unione Sovietica.
Allo stesso tempo, Kennedy guarda al futuro.
Rafforza il programma spaziale, sostenendo con convinzione la corsa alla Luna.
Sul fronte interno promuove misure a favore dei diritti civili, della scuola, della ricerca e dell’economia.
La sua comunicazione, sostenuta dall’uso della televisione, crea un nuovo modello di leadership: più diretto, più vicino ai cittadini, più efficace nell’impatto mediatico.
La morte e i funerali
Il 22 novembre 1963 Kennedy si trova a Dallas per una visita ufficiale.
Durante la parata, mentre attraversa Dealey Plaza su un’auto scoperta, viene colpito da spari che interrompono bruscamente la sua vita e il suo mandato.
Il presidente viene dichiarato morto al Parkland Memorial Hospital poco dopo il suo arrivo.
I funerali di Stato si svolgono a Washington, nella Cattedrale di San Matteo.
La sepoltura avviene al cimitero nazionale di Arlington, dove una fiamma eterna illumina la tomba presidenziale.
Quel luogo diventa uno dei simboli più forti della memoria dedicata a John F. Kennedy, figura che continua a occupare un ruolo centrale nella storia politica americana.


















































































