La morte di Ornella Vanoni: la musica è finita.

Che triste risveglio in questa plumbea mattina di novembre. Ornella Vanoni è morta stanotte.
La notizia è rimbalzata tra le agenzie subito dopo la mezzanotte.
E il primo pensiero di chi scrive questo articolo è stato: ecco, la musica è finita.
Ornella Vanoni è morta nella sua casa di Milano. Aveva 91 anni, compiuti lo scorso 22 settembre. La grande interprete ha avuto un malore improvviso. E ci ritroviamo ancora qui a salutare una donna che ha illuminato per quasi settant’anni la scena artistica italiana.
Una presenza magnetica capace di attraversare generazioni
Ornella è un mito fin dagli anni ’60. Non un mito intoccabile però, ma una donna che conquista con la sua presenza schietta, ironica e imprevedibile. Le sue ospitate a Che tempo che fa con Fabio Fazio hanno mostrato una personalità limpida, libera, affilata eppure dolce. Ornella non indossa filtri. Non nasconde fragilità, emozioni, ricordi. Racconta aneddoti con la freschezza di chi vive la vita con curiosità e coraggio. Per questo il pubblico non ha mai smesso di amarla.
Dalla borghesia milanese alla Mala: l’inizio di un romanzo
Il suo destino prende una piega inaspettata già da giovanissima. Figlia della ricca borghesia milanese, si innamora di un mondo lontano dalle convenzioni. A vent’anni frequenta l’ambiente del Piccolo Teatro. Diventa la “ragazza della Mala”, con grande scandalo dei benpensanti. L’incontro con Giorgio Strehler cambia tutto. Strehler e un gruppo di geni come Dario Fo, Fausto Amodei, Fiorenzo Carpi e Gino Negri le costruiscono un repertorio rivoluzionario. Nascono “Le canzoni della Mala”, tra cui capolavori come “Ma mi” e “Le mantellate”.
L’amore con Gino Paoli e il legame con la Scuola Genovese
Dopo l’esperienza al Piccolo, Ornella entra nel mondo dei cantautori. Con Gino Paoli nasce un amore intenso, celebrato in “Senza fine”. I due restano amici per tutta la vita. I loro concerti condivisi diventano spettacoli di pura energia. Due caratteri forti, due visioni diverse, un’intesa irripetibile.
Un talento senza confini e una voce che reinventa le regole
Ornella reinterpreta, reinventa, sorprende. Entrata nell’universo della canzone, trova un registro espressivo unico, lontano dalle convenzioni melodiche che le permette di spaziare. Dalle cover di Roberto Carlos,“L’appuntamento”, a quelle della Piaf “L’albergo a ore”, o di Tammy Wynette “Domani è un altro giorno”. Fino a quell’intuizione geniale di Sergio Bardotti che è “La voglia la pazzia l’incoscienza e l’allegria” con Vinicius De Moraes e Toquinho, canzoni scritte da Jobim e Chico Buarque e un album storico che ha contribuito all’ingresso della musica brasiliana in Italia. La sua sensualità naturale e la sua eleganza inconfondibile definiscono un’artista dal respiro internazionale. Collabora con Lucio Dalla, Fabrizio De André, Gerry Mulligan, Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson e molti altri. Negli anni ’80 registra a New York Ornella& un altro tassello fondamentale della discografia italiana.
Un’artista sempre contemporanea
L’altezza della sua arte nasce dalla capacità di restare sempre connessa alla realtà musicale. Ornella non si adagia mai sul passato. Per il suo novantesimo compleanno incide Ti voglio con Elodie e Ditonellapiaga. Pubblica Diverse con BMG. Scrive con Pacifico Vincente o perdente- diario poetico di una vita piena di incendi e rinascite.
La grandezza di una diva “senza fine”
Ornella Vanoni: al di là delle mode, evitando magistralmente il pericolo di essere soltanto un classico. Una vitalità straordinaria e la consapevolezza di una vita memorabile. Fino all’ultimo giorno.
Questo aveva dichiarato ridendo non molto tempo fa: “Ho chiesto a Paolo Fresu di suonare al mio funerale, indosserò un bel vestito largo tutto plissé, mi farò truccare dalla mia truccatrice. Farò un figurone. Che si doveva morire lo sapevo, ma di diventare vecchia non l’avevo previsto. Io voglio vivere finché mi tocca vivere però fammi vivere bene fino a quel momento!”
Quell’ultimo momento è arrivato. Resta una scia luminosa di vita straordinaria. Resta una voce che ha cantato il vivere senza paura.
Resta Ornella Vanoni, irripetibile e unica come ogni grande storia d’amore.
Laura Persico Pezzino
Che triste risveglio in questa plumbea mattina di novembre. Ornella Vanoni è morta stanotte.
La notizia è rimbalzata tra le agenzie subito dopo la mezzanotte.
E il primo pensiero di chi scrive questo articolo è stato: ecco, la musica è finita.
Ornella Vanoni è morta nella sua casa di Milano. Aveva 91 anni, compiuti lo scorso 22 settembre. La grande interprete ha avuto un malore improvviso. E ci ritroviamo ancora qui a salutare una donna che ha illuminato per quasi settant’anni la scena artistica italiana.
Una presenza magnetica capace di attraversare generazioni
Ornella è un mito fin dagli anni ’60. Non un mito intoccabile però, ma una donna che conquista con la sua presenza schietta, ironica e imprevedibile. Le sue ospitate a Che tempo che fa con Fabio Fazio hanno mostrato una personalità limpida, libera, affilata eppure dolce. Ornella non indossa filtri. Non nasconde fragilità, emozioni, ricordi. Racconta aneddoti con la freschezza di chi vive la vita con curiosità e coraggio. Per questo il pubblico non ha mai smesso di amarla.
Dalla borghesia milanese alla Mala: l’inizio di un romanzo
Il suo destino prende una piega inaspettata già da giovanissima. Figlia della ricca borghesia milanese, si innamora di un mondo lontano dalle convenzioni. A vent’anni frequenta l’ambiente del Piccolo Teatro. Diventa la “ragazza della Mala”, con grande scandalo dei benpensanti. L’incontro con Giorgio Strehler cambia tutto. Strehler e un gruppo di geni come Dario Fo, Fausto Amodei, Fiorenzo Carpi e Gino Negri le costruiscono un repertorio rivoluzionario. Nascono “Le canzoni della Mala”, tra cui capolavori come “Ma mi” e “Le mantellate”.
L’amore con Gino Paoli e il legame con la Scuola Genovese
Dopo l’esperienza al Piccolo, Ornella entra nel mondo dei cantautori. Con Gino Paoli nasce un amore intenso, celebrato in “Senza fine”. I due restano amici per tutta la vita. I loro concerti condivisi diventano spettacoli di pura energia. Due caratteri forti, due visioni diverse, un’intesa irripetibile.
Un talento senza confini e una voce che reinventa le regole
Ornella reinterpreta, reinventa, sorprende. Entrata nell’universo della canzone, trova un registro espressivo unico, lontano dalle convenzioni melodiche che le permette di spaziare. Dalle cover di Roberto Carlos,“L’appuntamento”, a quelle della Piaf “L’albergo a ore”, o di Tammy Wynette “Domani è un altro giorno”. Fino a quell’intuizione geniale di Sergio Bardotti che è “La voglia la pazzia l’incoscienza e l’allegria” con Vinicius De Moraes e Toquinho, canzoni scritte da Jobim e Chico Buarque e un album storico che ha contribuito all’ingresso della musica brasiliana in Italia. La sua sensualità naturale e la sua eleganza inconfondibile definiscono un’artista dal respiro internazionale. Collabora con Lucio Dalla, Fabrizio De André, Gerry Mulligan, Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson e molti altri. Negli anni ’80 registra a New York Ornella& un altro tassello fondamentale della discografia italiana.
Un’artista sempre contemporanea
L’altezza della sua arte nasce dalla capacità di restare sempre connessa alla realtà musicale. Ornella non si adagia mai sul passato. Per il suo novantesimo compleanno incide Ti voglio con Elodie e Ditonellapiaga. Pubblica Diverse con BMG. Scrive con Pacifico Vincente o perdente- diario poetico di una vita piena di incendi e rinascite.
La grandezza di una diva “senza fine”
Ornella Vanoni: al di là delle mode, evitando magistralmente il pericolo di essere soltanto un classico. Una vitalità straordinaria e la consapevolezza di una vita memorabile. Fino all’ultimo giorno.
Questo aveva dichiarato ridendo non molto tempo fa: “Ho chiesto a Paolo Fresu di suonare al mio funerale, indosserò un bel vestito largo tutto plissé, mi farò truccare dalla mia truccatrice. Farò un figurone. Che si doveva morire lo sapevo, ma di diventare vecchia non l’avevo previsto. Io voglio vivere finché mi tocca vivere però fammi vivere bene fino a quel momento!”
Quell’ultimo momento è arrivato. Resta una scia luminosa di vita straordinaria. Resta una voce che ha cantato il vivere senza paura.
Resta Ornella Vanoni, irripetibile e unica come ogni grande storia d’amore.
Laura Persico Pezzino


















































































