27 novembre 2011. Muore Ken Russell, visionario del cinema.

Un autore che reinventa lo sguardo
Ken Russell nasce nel 1927 a Southampton e cresce in un ambiente dove la fantasia diventa presto rifugio e motore creativo.
Nel dopoguerra si avvicina alla fotografia, poi al documentario, un percorso che gli apre le porte della BBC e gli permette di sperimentare un linguaggio lontano dai modelli più convenzionali.
Il suo nome comincia a circolare quando affronta personalità del mondo della musica con un approccio non biografico ma emotivo, costruendo immagini che interpretano più che raccontare.
Un cinema audace e barocco
La carriera cinematografica di Ken Russel esplode negli anni Sessanta e Settanta, quando porta sullo schermo una serie di opere che sfidano la tradizione narrativa.
Nel 1969 firma “Donne in amore”, film che gli vale una candidatura all’Oscar e che rivela al pubblico internazionale un autore pronto a mescolare sensualità, letteratura e provocazione visiva.
Con “Tommy” del 1975 entra nel territorio del musical rock, trasformando l’album degli Who in un’esperienza cinematografica psichedelica e potente.
Il suo stile resta inconfondibile: immagini barocche, simbolismo spinto, intensità emotiva.
Anche quando dirige biografie artistiche come “Mahler” o “Lisztomania”, Ken Russel costruisce universi visivi extralimitati, spesso accolti con entusiasmo e scandalo in egual misura.
La critica si divide, ma il pubblico riconosce un regista che non accetta compromessi e che porta avanti una visione personale, persino estrema.
L’eredità di un creativo instancabile
Negli anni successivi sperimenta nuovi formati, continua a dirigere, a scrivere, a collaborare con teatri e televisione.
La sua energia creativa non rallenta, e anche quando il successo commerciale si fa sporadico, il suo nome resta sinonimo di originalità assoluta.
Ken Russel vive il cinema come gesto istintivo, un luogo dove l’immaginazione non ha confini.
La morte e i funerali
Ken Russell muore il 27 novembre 2011 nella sua casa di Lymington, all’età di 84 anni, a causa di un ictus.
I funerali si svolgono in forma privata, nel rispetto della volontà della famiglia.
Con la sua scomparsa si chiude una stagione unica del cinema britannico: un percorso fatto di visioni audaci, di immagini che continuano a influenzare registi e artisti contemporanei.
Un autore che reinventa lo sguardo
Ken Russell nasce nel 1927 a Southampton e cresce in un ambiente dove la fantasia diventa presto rifugio e motore creativo.
Nel dopoguerra si avvicina alla fotografia, poi al documentario, un percorso che gli apre le porte della BBC e gli permette di sperimentare un linguaggio lontano dai modelli più convenzionali.
Il suo nome comincia a circolare quando affronta personalità del mondo della musica con un approccio non biografico ma emotivo, costruendo immagini che interpretano più che raccontare.
Un cinema audace e barocco
La carriera cinematografica di Ken Russel esplode negli anni Sessanta e Settanta, quando porta sullo schermo una serie di opere che sfidano la tradizione narrativa.
Nel 1969 firma “Donne in amore”, film che gli vale una candidatura all’Oscar e che rivela al pubblico internazionale un autore pronto a mescolare sensualità, letteratura e provocazione visiva.
Con “Tommy” del 1975 entra nel territorio del musical rock, trasformando l’album degli Who in un’esperienza cinematografica psichedelica e potente.
Il suo stile resta inconfondibile: immagini barocche, simbolismo spinto, intensità emotiva.
Anche quando dirige biografie artistiche come “Mahler” o “Lisztomania”, Ken Russel costruisce universi visivi extralimitati, spesso accolti con entusiasmo e scandalo in egual misura.
La critica si divide, ma il pubblico riconosce un regista che non accetta compromessi e che porta avanti una visione personale, persino estrema.
L’eredità di un creativo instancabile
Negli anni successivi sperimenta nuovi formati, continua a dirigere, a scrivere, a collaborare con teatri e televisione.
La sua energia creativa non rallenta, e anche quando il successo commerciale si fa sporadico, il suo nome resta sinonimo di originalità assoluta.
Ken Russel vive il cinema come gesto istintivo, un luogo dove l’immaginazione non ha confini.
La morte e i funerali
Ken Russell muore il 27 novembre 2011 nella sua casa di Lymington, all’età di 84 anni, a causa di un ictus.
I funerali si svolgono in forma privata, nel rispetto della volontà della famiglia.
Con la sua scomparsa si chiude una stagione unica del cinema britannico: un percorso fatto di visioni audaci, di immagini che continuano a influenzare registi e artisti contemporanei.


















































































