30 novembre 1935. Muore Fernando Pessoa, poeta degli eteronimi.

Vita e formazione di un autore inafferrabile
Fernando Pessoa nasce a Lisbona nel 1888 e cresce tra l’Europa e l’Africa australe, dove si trasferisce da bambino dopo la morte del padre e il nuovo matrimonio della madre.
Questo passaggio di mondi lo accompagna per sempre e alimenta la sensazione di vivere in un territorio sospeso, abitato più da idee che da certezze.
Quando rientra a Lisbona nel 1905, Pessoa si muove tra studi irregolari, lavori d’ufficio e un’intensa dedizione alla scrittura, che vive come necessità quotidiana.
Nella capitale portoghese osserva la modernizzazione del Paese e frequenta ambienti letterari che cercano nuove forme di espressione.
Il suo interesse per lingue, filosofie e simbolismi diversi si manifesta in una produzione frammentata, a tratti febbrile, che diventa il marchio più riconoscibile del suo percorso.
Opere e il mondo degli eteronimi
La figura di Fernando Pessoa si lega indissolubilmente agli eteronimi, identità letterarie complete di biografie, stili e poetiche autonome.
Alberto Caeiro, Álvaro de Campos e Ricardo Reis non sono semplici pseudonimi, ma veri autori paralleli che gli permettono di esplorare sensibilità opposte: contemplazione, tensione futurista, classicismo misurato.
Accanto agli eteronimi, Pessoa firma anche opere con il proprio nome.
Tra queste emerge il progetto del “Livro do Desassossego”, affidato al semi-eteronimo Bernardo Soares.
Si tratta di un’opera che cresce per accumulo, un diario interiore che registra inquietudini, sogni, riflessioni e l’osservazione minuta della vita quotidiana.
Parallelamente sviluppa un’intensa attività saggistica, poetica e perfino esoterica, mostrando una curiosità intellettuale inesauribile.
Lisbona resta lo sfondo costante, la città che attraversa, immagina e reinventa nei suoi versi.
La morte e i funerali
Fernando Pessoa muore il 30 novembre 1935, all’età di quarantasette anni, a causa di complicazioni epatiche.
Il ricovero all’Hospital de São Luís dos Franceses rappresenta l’ultima tappa di un percorso privato, segnato da abitudini riservate e una vita sociale ridotta.
I funerali si tengono a Lisbona, dove viene sepolto nel cimitero dos Prazeres.
Nel 1985 i suoi resti vengono trasferiti nel Mosteiro dos Jerónimos, riconoscimento solenne di un’eredità culturale che continua a influenzare poeti, studiosi e lettori di tutto il mondo.
Fernando Pessoa resta una presenza costante: un autore che moltiplica le voci per raccontare la complessità dell’esistenza.

Vita e formazione di un autore inafferrabile
Fernando Pessoa nasce a Lisbona nel 1888 e cresce tra l’Europa e l’Africa australe, dove si trasferisce da bambino dopo la morte del padre e il nuovo matrimonio della madre.
Questo passaggio di mondi lo accompagna per sempre e alimenta la sensazione di vivere in un territorio sospeso, abitato più da idee che da certezze.
Quando rientra a Lisbona nel 1905, Pessoa si muove tra studi irregolari, lavori d’ufficio e un’intensa dedizione alla scrittura, che vive come necessità quotidiana.
Nella capitale portoghese osserva la modernizzazione del Paese e frequenta ambienti letterari che cercano nuove forme di espressione.
Il suo interesse per lingue, filosofie e simbolismi diversi si manifesta in una produzione frammentata, a tratti febbrile, che diventa il marchio più riconoscibile del suo percorso.
Opere e il mondo degli eteronimi
La figura di Fernando Pessoa si lega indissolubilmente agli eteronimi, identità letterarie complete di biografie, stili e poetiche autonome.
Alberto Caeiro, Álvaro de Campos e Ricardo Reis non sono semplici pseudonimi, ma veri autori paralleli che gli permettono di esplorare sensibilità opposte: contemplazione, tensione futurista, classicismo misurato.
Accanto agli eteronimi, Pessoa firma anche opere con il proprio nome.
Tra queste emerge il progetto del “Livro do Desassossego”, affidato al semi-eteronimo Bernardo Soares.
Si tratta di un’opera che cresce per accumulo, un diario interiore che registra inquietudini, sogni, riflessioni e l’osservazione minuta della vita quotidiana.
Parallelamente sviluppa un’intensa attività saggistica, poetica e perfino esoterica, mostrando una curiosità intellettuale inesauribile.
Lisbona resta lo sfondo costante, la città che attraversa, immagina e reinventa nei suoi versi.
La morte e i funerali
Fernando Pessoa muore il 30 novembre 1935, all’età di quarantasette anni, a causa di complicazioni epatiche.
Il ricovero all’Hospital de São Luís dos Franceses rappresenta l’ultima tappa di un percorso privato, segnato da abitudini riservate e una vita sociale ridotta.
I funerali si tengono a Lisbona, dove viene sepolto nel cimitero dos Prazeres.
Nel 1985 i suoi resti vengono trasferiti nel Mosteiro dos Jerónimos, riconoscimento solenne di un’eredità culturale che continua a influenzare poeti, studiosi e lettori di tutto il mondo.
Fernando Pessoa resta una presenza costante: un autore che moltiplica le voci per raccontare la complessità dell’esistenza.


















































































