6 novembre 2020. Addio a Stefano D’Orazio batterista dei Pooh.

Stefano D’Orazio nasce a Roma il 12 settembre 1948.
Fin da ragazzo si avvicina alla musica e sceglie la batteria come compagna di vita.
Partecipa a diversi progetti musicali e mostra una naturale predisposizione per il ritmo e la scrittura.
La sua vita cambia radicalmente nel 1971, quando entra nei Pooh, una delle band più amate del panorama italiano.
L’arrivo di Stefano porta energia nuova, idee fresche e una creatività che influenza profondamente la storia del gruppo.
L’ingresso nei Pooh e la nascita di un mito
Con il suo stile unico, D’Orazio conquista subito pubblico e colleghi.
La sua voce calda e il suo senso melodico arricchiscono l’identità della band.
Soprattutto, i suoi testi definiscono un nuovo modo di raccontare emozioni e storie.
Brani iconici come “Chi fermerà la musica” e “Pensiero” nascono dalla sua penna sensibile e ispirata.
Il suo talento unisce musica e poesia, accompagnando intere generazioni.
La passione per il teatro e i musical di successo
Oltre al lavoro con i Pooh, D’Orazio coltiva una profonda passione per il teatro.
Negli anni si dedica a musical e progetti autoriali, collaborando con artisti come Saverio Marconi e Massimo Romeo Piparo.
Realizza spettacoli come “Aladdin”, “Mamma Mia!” e “Pinocchio”, portando sul palco storie che emozionano pubblico di ogni età.
La sua capacità di adattare trame e atmosfere al linguaggio musicale crea spettacoli moderni, coinvolgenti e innovativi.
Con questa versatilità dimostra di saper superare i confini della tradizione e di sapersi reinventare con naturalezza.
L’addio temporaneo alle scene e il ritorno nel 2016
Nel 2009 Stefano decide di lasciare i Pooh per dedicarsi a nuove sfide artistiche.
Il suo addio commuove migliaia di fan che fanno fatica a immaginare la band senza la sua presenza.
Nel 2016 torna sul palco insieme ai compagni in occasione del 50° anniversario del gruppo.
Il tour celebrativo diventa un momento storico, un abbraccio collettivo che unisce band e pubblico.
Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian ritrovano un amico, un compagno di viaggio e un artista insostituibile.
La morte di Stefano D’Orazio e l’eredità che continua a vivere
Stefano D’Orazio si spegne il 6 novembre 2020 a causa di complicazioni legate a un’infezione respiratoria.
La sua scomparsa scuote il mondo della musica italiana e lascia un vuoto difficile da colmare.
Fan e colleghi lo ricordano come un uomo gentile, generoso e capace di regalare un sorriso in ogni occasione.
Le sue canzoni continuano a vivere nelle case e nei ricordi di chi è cresciuto con i Pooh.
Ogni nota, ogni verso e ogni storia che ha raccontato rimane una testimonianza del suo grande amore per l’arte.
Un ricordo che va oltre la musica
Il ricordo di Stefano D’Orazio supera le melodie e i testi che ha scritto.
La sua capacità di entrare in contatto con il pubblico resta un punto di riferimento per tutti.
La sua vita racconta una storia di passione, dedizione e creatività.
Anche oggi, i suoi brani e i suoi musical continuano a unire persone e generazioni diverse.
La sua eredità artistica e umana rimane viva e illumina ancora il panorama culturale italiano.
LPP
Stefano D’Orazio nasce a Roma il 12 settembre 1948.
Fin da ragazzo si avvicina alla musica e sceglie la batteria come compagna di vita.
Partecipa a diversi progetti musicali e mostra una naturale predisposizione per il ritmo e la scrittura.
La sua vita cambia radicalmente nel 1971, quando entra nei Pooh, una delle band più amate del panorama italiano.
L’arrivo di Stefano porta energia nuova, idee fresche e una creatività che influenza profondamente la storia del gruppo.
L’ingresso nei Pooh e la nascita di un mito
Con il suo stile unico, D’Orazio conquista subito pubblico e colleghi.
La sua voce calda e il suo senso melodico arricchiscono l’identità della band.
Soprattutto, i suoi testi definiscono un nuovo modo di raccontare emozioni e storie.
Brani iconici come “Chi fermerà la musica” e “Pensiero” nascono dalla sua penna sensibile e ispirata.
Il suo talento unisce musica e poesia, accompagnando intere generazioni.
La passione per il teatro e i musical di successo
Oltre al lavoro con i Pooh, D’Orazio coltiva una profonda passione per il teatro.
Negli anni si dedica a musical e progetti autoriali, collaborando con artisti come Saverio Marconi e Massimo Romeo Piparo.
Realizza spettacoli come “Aladdin”, “Mamma Mia!” e “Pinocchio”, portando sul palco storie che emozionano pubblico di ogni età.
La sua capacità di adattare trame e atmosfere al linguaggio musicale crea spettacoli moderni, coinvolgenti e innovativi.
Con questa versatilità dimostra di saper superare i confini della tradizione e di sapersi reinventare con naturalezza.
L’addio temporaneo alle scene e il ritorno nel 2016
Nel 2009 Stefano decide di lasciare i Pooh per dedicarsi a nuove sfide artistiche.
Il suo addio commuove migliaia di fan che fanno fatica a immaginare la band senza la sua presenza.
Nel 2016 torna sul palco insieme ai compagni in occasione del 50° anniversario del gruppo.
Il tour celebrativo diventa un momento storico, un abbraccio collettivo che unisce band e pubblico.
Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian ritrovano un amico, un compagno di viaggio e un artista insostituibile.
La morte di Stefano D’Orazio e l’eredità che continua a vivere
Stefano D’Orazio si spegne il 6 novembre 2020 a causa di complicazioni legate a un’infezione respiratoria.
La sua scomparsa scuote il mondo della musica italiana e lascia un vuoto difficile da colmare.
Fan e colleghi lo ricordano come un uomo gentile, generoso e capace di regalare un sorriso in ogni occasione.
Le sue canzoni continuano a vivere nelle case e nei ricordi di chi è cresciuto con i Pooh.
Ogni nota, ogni verso e ogni storia che ha raccontato rimane una testimonianza del suo grande amore per l’arte.
Un ricordo che va oltre la musica
Il ricordo di Stefano D’Orazio supera le melodie e i testi che ha scritto.
La sua capacità di entrare in contatto con il pubblico resta un punto di riferimento per tutti.
La sua vita racconta una storia di passione, dedizione e creatività.
Anche oggi, i suoi brani e i suoi musical continuano a unire persone e generazioni diverse.
La sua eredità artistica e umana rimane viva e illumina ancora il panorama culturale italiano.
LPP


















































































