2 dicembre 1982. Muore Marty Feldman volto unico della comicità.

Vita e primi passi
Marty Feldman nasce a Londra nel 1934 e cresce in un ambiente modesto, attraversato da passioni artistiche e piccole difficoltà che ne alimentano l’ironia.
Il suo volto diventa presto un tratto distintivo: gli occhi sporgenti, risultato di un problema tiroideo, entrano nel suo repertorio espressivo e gli aprono una strada unica nel panorama comico britannico.
Marty Feldman inizia a lavorare come autore radiofonico, costruendo dialoghi veloci e situazioni surreali che gli permettono di sviluppare un ritmo personalissimo.
La televisione lo accoglie come autore prima e interprete poi, e il suo nome inizia a circolare tra i programmi sperimentali che rinnovano l’umorismo inglese negli anni Sessanta.
Il lavoro con Graham Chapman e Barry Took affinano ulteriormente il suo linguaggio, sempre più orientato verso l’assurdo.
Verso il successo internazionale
Negli anni Settanta Marty Feldman approda anche al cinema.
Il pubblico internazionale lo conosce soprattutto grazie alla collaborazione con Mel Brooks, che ne valorizza il potenziale comico trasformandolo in una presenza irresistibile.
Il ruolo di Igor in “Frankenstein Junior” resta uno dei suoi momenti più memorabili: Feldman gioca con la scena, rompe la retorica dell’horror classico e costruisce gag che diventano patrimonio collettivo.
Parallelamente continua a scrivere, dirigere e improvvisare.
Film come “The Last Remake of Beau Geste”, che dirige e interpreta, mostrano un estro disposto a rischiare, anche quando il mercato non premia immediatamente le sue scelte.
L’umorismo di Marty Feldman resta anticonvenzionale, lontano dalle mode narrative e spesso vicino alla satira sociale.
Un’eredità comica che resta
La carriera di Marty Feldman attraversa generi e formati, tenendo insieme clownesco, parodia e un gusto per il grottesco che non smette di affascinare.
Il suo stile influenza generazioni di comici e autori che trovano nella sua libertà creativa un esempio raro di autenticità.
La morte e i funerali
Marty Feldman muore il 2 dicembre 1982 a Città del Messico, mentre si trova sul set del film “Yellowbeard”.
La causa è un attacco cardiaco che interrompe bruscamente una carriera ancora ricca di progetti.
Viene sepolto nel Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles, in un’area dedicata a molti protagonisti dello spettacolo.
Oggi Marty Feldman continua a vivere nella memoria collettiva come un artista che trasforma la fragilità in energia creativa e la comicità in un gesto di libertà.
Vita e primi passi
Marty Feldman nasce a Londra nel 1934 e cresce in un ambiente modesto, attraversato da passioni artistiche e piccole difficoltà che ne alimentano l’ironia.
Il suo volto diventa presto un tratto distintivo: gli occhi sporgenti, risultato di un problema tiroideo, entrano nel suo repertorio espressivo e gli aprono una strada unica nel panorama comico britannico.
Marty Feldman inizia a lavorare come autore radiofonico, costruendo dialoghi veloci e situazioni surreali che gli permettono di sviluppare un ritmo personalissimo.
La televisione lo accoglie come autore prima e interprete poi, e il suo nome inizia a circolare tra i programmi sperimentali che rinnovano l’umorismo inglese negli anni Sessanta.
Il lavoro con Graham Chapman e Barry Took affinano ulteriormente il suo linguaggio, sempre più orientato verso l’assurdo.
Verso il successo internazionale
Negli anni Settanta Marty Feldman approda anche al cinema.
Il pubblico internazionale lo conosce soprattutto grazie alla collaborazione con Mel Brooks, che ne valorizza il potenziale comico trasformandolo in una presenza irresistibile.
Il ruolo di Igor in “Frankenstein Junior” resta uno dei suoi momenti più memorabili: Feldman gioca con la scena, rompe la retorica dell’horror classico e costruisce gag che diventano patrimonio collettivo.
Parallelamente continua a scrivere, dirigere e improvvisare.
Film come “The Last Remake of Beau Geste”, che dirige e interpreta, mostrano un estro disposto a rischiare, anche quando il mercato non premia immediatamente le sue scelte.
L’umorismo di Marty Feldman resta anticonvenzionale, lontano dalle mode narrative e spesso vicino alla satira sociale.
Un’eredità comica che resta
La carriera di Marty Feldman attraversa generi e formati, tenendo insieme clownesco, parodia e un gusto per il grottesco che non smette di affascinare.
Il suo stile influenza generazioni di comici e autori che trovano nella sua libertà creativa un esempio raro di autenticità.
La morte e i funerali
Marty Feldman muore il 2 dicembre 1982 a Città del Messico, mentre si trova sul set del film “Yellowbeard”.
La causa è un attacco cardiaco che interrompe bruscamente una carriera ancora ricca di progetti.
Viene sepolto nel Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles, in un’area dedicata a molti protagonisti dello spettacolo.
Oggi Marty Feldman continua a vivere nella memoria collettiva come un artista che trasforma la fragilità in energia creativa e la comicità in un gesto di libertà.


















































































