26 gennaio 2003. Muore Don Lurio.

26 gennaio 2003. Muore Don Lurio.
Il 26 gennaio 2003 si spegneva a Roma Don Lurio, all’anagrafe Donald Benjamin Lurio, artista poliedrico, coreografo, ballerino, cantante e attore.
Statunitense di nascita, ma italiano di adozione, Don Lurio ha portato il suo carisma e la sua visione innovativa nei programmi televisivi e teatrali italiani.
Dagli studi a Broadway al successo europeo
Nato il 15 novembre 1929 a New York, Don Lurio era di origine ebraica italiana.
Sin da giovane, si dedicò alla danza, studiando con maestri leggendari come Bob Fosse e Jack Cole.
La sua carriera decollò rapidamente, portandolo in Europa, dove collaborò con artisti del calibro di Roland Petit e curò le coreografie di Appuntamento mancato di Françoise Sagan a Parigi.
Fu in Francia che venne notato da alcuni dirigenti della sede Rai di Torino, che lo scritturarono per il programma “Crociera d’estate” nel 1959.
Questo segnò l’inizio della sua lunga e prolifica carriera in Italia.
Don Lurio e l’Italia: il sodalizio con le gemelle Kessler e i grandi show televisivi
Don Lurio giocò un ruolo chiave nel portare in Italia le gemelle Kessler nel 1961, collaborando con loro in programmi iconici come Giardino d’inverno e Studio Uno.
Le sue coreografie eleganti e innovative, unite al suo stile unico, contribuirono a definire l’estetica del varietà televisivo italiano degli anni ’60 e ’70.
Negli anni successivi, lavorò con figure leggendarie dello spettacolo italiano, tra cui Delia Scala, per la quale curò le coreografie di Canzonissima, e Totò, partecipando come comparsa al film “Totò di notte n.1”.
Don Lurio introdusse al grande pubblico talenti come Minnie Minoprio e collaborò con star internazionali come Elton John.
Gli anni ’80 e ’90
Negli anni ’80, Don Lurio continuò a contribuire al panorama televisivo italiano con collaborazioni di spicco.
Tra i suoi progetti più noti di quel periodo figurano il varietà “Quo vadiz?” e il programma “Pronto, chi gioca?”, dove lavorò al fianco di Gianni Boncompagni e Enrica Bonaccorti.
Il suo spirito creativo non si fermò nemmeno negli anni ’90: nel 1999, partecipò al Festival di Sanremo come coreografo della conduttrice Laetitia Casta, regalando momenti di leggerezza e comicità che conquistarono il pubblico.
Nello stesso anno, apparve nel film di Leonardo Pieraccioni, Il pesce innamorato, interpretando il ruolo di Pacini.
Vita privata e impegno sociale
Don Lurio visse una relazione di oltre vent’anni con il suo manager Livio Costagli, che perse prematuramente nel 1994 a causa dell’AIDS.
La loro storia d’amore fu segnata da una lunga battaglia legale per il riconoscimento dell’eredità di Costagli, che Don Lurio alla fine riuscì a ottenere.
Molto legato all’Italia, frequentava spesso Porto Ercole, a Monte Argentario, un luogo che considerava una seconda casa.
La sua passione per la danza e il desiderio di sostenere i giovani talenti lo spinsero a lasciare, come testamento, l’istituzione di una borsa di studio per l’Accademia Nazionale di Danza.
La morte e l’eredità artistica
Don Lurio si spense il 26 gennaio 2003 al Policlinico Gemelli di Roma a causa di un attacco respiratorio.
La sua scomparsa lasciò un vuoto nel mondo dello spettacolo, ma anche un’eredità culturale e artistica che continua a influenzare generazioni di ballerini e coreografi.
È sepolto nel cimitero del Verano, simbolo di una vita dedicata all’arte e alla creatività.
Il 26 gennaio 2003 si spegneva a Roma Don Lurio, all’anagrafe Donald Benjamin Lurio, artista poliedrico, coreografo, ballerino, cantante e attore.
Statunitense di nascita, ma italiano di adozione, Don Lurio ha portato il suo carisma e la sua visione innovativa nei programmi televisivi e teatrali italiani.
Dagli studi a Broadway al successo europeo
Nato il 15 novembre 1929 a New York, Don Lurio era di origine ebraica italiana.
Sin da giovane, si dedicò alla danza, studiando con maestri leggendari come Bob Fosse e Jack Cole.
La sua carriera decollò rapidamente, portandolo in Europa, dove collaborò con artisti del calibro di Roland Petit e curò le coreografie di Appuntamento mancato di Françoise Sagan a Parigi.
Fu in Francia che venne notato da alcuni dirigenti della sede Rai di Torino, che lo scritturarono per il programma “Crociera d’estate” nel 1959.
Questo segnò l’inizio della sua lunga e prolifica carriera in Italia.
Don Lurio e l’Italia: il sodalizio con le gemelle Kessler e i grandi show televisivi
Don Lurio giocò un ruolo chiave nel portare in Italia le gemelle Kessler nel 1961, collaborando con loro in programmi iconici come Giardino d’inverno e Studio Uno.
Le sue coreografie eleganti e innovative, unite al suo stile unico, contribuirono a definire l’estetica del varietà televisivo italiano degli anni ’60 e ’70.
Negli anni successivi, lavorò con figure leggendarie dello spettacolo italiano, tra cui Delia Scala, per la quale curò le coreografie di Canzonissima, e Totò, partecipando come comparsa al film “Totò di notte n.1”.
Don Lurio introdusse al grande pubblico talenti come Minnie Minoprio e collaborò con star internazionali come Elton John.
Gli anni ’80 e ’90
Negli anni ’80, Don Lurio continuò a contribuire al panorama televisivo italiano con collaborazioni di spicco.
Tra i suoi progetti più noti di quel periodo figurano il varietà “Quo vadiz?” e il programma “Pronto, chi gioca?”, dove lavorò al fianco di Gianni Boncompagni e Enrica Bonaccorti.
Il suo spirito creativo non si fermò nemmeno negli anni ’90: nel 1999, partecipò al Festival di Sanremo come coreografo della conduttrice Laetitia Casta, regalando momenti di leggerezza e comicità che conquistarono il pubblico.
Nello stesso anno, apparve nel film di Leonardo Pieraccioni, Il pesce innamorato, interpretando il ruolo di Pacini.
Vita privata e impegno sociale
Don Lurio visse una relazione di oltre vent’anni con il suo manager Livio Costagli, che perse prematuramente nel 1994 a causa dell’AIDS.
La loro storia d’amore fu segnata da una lunga battaglia legale per il riconoscimento dell’eredità di Costagli, che Don Lurio alla fine riuscì a ottenere.
Molto legato all’Italia, frequentava spesso Porto Ercole, a Monte Argentario, un luogo che considerava una seconda casa.
La sua passione per la danza e il desiderio di sostenere i giovani talenti lo spinsero a lasciare, come testamento, l’istituzione di una borsa di studio per l’Accademia Nazionale di Danza.
La morte e l’eredità artistica
Don Lurio si spense il 26 gennaio 2003 al Policlinico Gemelli di Roma a causa di un attacco respiratorio.
La sua scomparsa lasciò un vuoto nel mondo dello spettacolo, ma anche un’eredità culturale e artistica che continua a influenzare generazioni di ballerini e coreografi.
È sepolto nel cimitero del Verano, simbolo di una vita dedicata all’arte e alla creatività.