Terapie intensive quasi piene. “Ossigeno a chi ha più chance”.
Come nel peggiore degli incubi, stiamo rivivendo il dramma della scorsa primavera. Tale e quale. All’inizio di marzo gli anestesisti si erano trovati costretti a scegliere chi rianimare e chi no. I posti non bastavano per tutti i malati e, come in guerra, i medici selezionavano le cartelle cliniche di chi aveva più chance di salvarsi e quindi aveva diritto a un letto in terapia intensiva e chi no.
Ci risiamo. “Rischia di accadere di nuovo” sostengono gli anestesisti della Siaarti (Società di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva). Ma c’è una differenza: durante la prima ondata, nei reparti più intasati, le decisioni erano state prese in una manciata di minuti in mezzo ai corridoi stracolmi di malati e di disperazione. Ora ci si organizza alla vigilia del tutto esaurito. Con un documento condiviso anche dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici.
Come nel peggiore degli incubi, stiamo rivivendo il dramma della scorsa primavera. Tale e quale. All’inizio di marzo gli anestesisti si erano trovati costretti a scegliere chi rianimare e chi no. I posti non bastavano per tutti i malati e, come in guerra, i medici selezionavano le cartelle cliniche di chi aveva più chance di salvarsi e quindi aveva diritto a un letto in terapia intensiva e chi no.
Ci risiamo. “Rischia di accadere di nuovo” sostengono gli anestesisti della Siaarti (Società di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva). Ma c’è una differenza: durante la prima ondata, nei reparti più intasati, le decisioni erano state prese in una manciata di minuti in mezzo ai corridoi stracolmi di malati e di disperazione. Ora ci si organizza alla vigilia del tutto esaurito. Con un documento condiviso anche dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici.