Il Santo del giorno 12 maggio: San Leopoldo Mandic

Nome: San Leopoldo Mandic
Titolo: Sacerdote cappuccino
Nascita: 12 maggio 1866, Castelnovo di Cattaro, Montenegro
Morte: 30 luglio 1942, Padova
Ricorrenza: 12 maggio e 30 luglio
San Leopoldo Mandic nasce a Castelnovo di Cattaro, in Montenegro, in una famiglia profondamente cattolica.
A dodici anni entra nel seminario dei Frati Cappuccini, seguendo una vocazione che sente fortissima.
Con grande determinazione supera le difficoltà fisiche, come la bassa statura e una lieve balbuzie, che non gli impediscono di proseguire il cammino.
Una vita dedicata alla confessione
Dopo l’ordinazione sacerdotale, San Leopoldo manifesta subito un dono particolare: la capacità di accogliere, ascoltare e riconciliare.
Vive per molti anni nel convento di Padova, dove trascorre la maggior parte delle sue giornate nel confessionale.
La sua cella diventa un punto di riferimento per migliaia di penitenti, attratti dalla sua bontà e dalla sua pazienza infinita.
San Leopoldo ascolta con umiltà, senza mai giudicare, e offre parole di conforto a chiunque si presenti davanti a lui.
La sua missione principale è favorire l’unità tra i cristiani, sogno che porta nel cuore per tutta la vita.
Spiritualità e carattere
Nonostante una salute precaria, San Leopoldo non si risparmia mai.
Affronta con serenità il dolore fisico, considerando la sofferenza come una via di purificazione interiore.
È amato da tutti per il suo sorriso gentile e la disponibilità incondizionata.
La sua spiritualità si nutre di semplicità, preghiera e amore per il prossimo.
Padova lo riconosce come una figura luminosa già in vita, tanto che molti parlano di lui come di un “santo nascosto”.
La morte di San Leopoldo Mandic
San Leopoldo Mandic muore il 30 luglio 1942 nel convento di Padova, consumato da un tumore all’esofago.
Anche negli ultimi giorni continua a confessare, finché le forze glielo permettono.
Il suo corpo viene custodito nel santuario a lui dedicato, meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo.
Viene canonizzato nel 1983 da Papa Giovanni Paolo II, che ne riconosce la straordinaria testimonianza di misericordia.
La Chiesa celebra la sua memoria ogni 12 maggio e 30 luglio.
Nome: San Leopoldo Mandic
Titolo: Sacerdote cappuccino
Nascita: 12 maggio 1866, Castelnovo di Cattaro, Montenegro
Morte: 30 luglio 1942, Padova
Ricorrenza: 12 maggio e 30 luglio
San Leopoldo Mandic nasce a Castelnovo di Cattaro, in Montenegro, in una famiglia profondamente cattolica.
A dodici anni entra nel seminario dei Frati Cappuccini, seguendo una vocazione che sente fortissima.
Con grande determinazione supera le difficoltà fisiche, come la bassa statura e una lieve balbuzie, che non gli impediscono di proseguire il cammino.
Una vita dedicata alla confessione
Dopo l’ordinazione sacerdotale, San Leopoldo manifesta subito un dono particolare: la capacità di accogliere, ascoltare e riconciliare.
Vive per molti anni nel convento di Padova, dove trascorre la maggior parte delle sue giornate nel confessionale.
La sua cella diventa un punto di riferimento per migliaia di penitenti, attratti dalla sua bontà e dalla sua pazienza infinita.
San Leopoldo ascolta con umiltà, senza mai giudicare, e offre parole di conforto a chiunque si presenti davanti a lui.
La sua missione principale è favorire l’unità tra i cristiani, sogno che porta nel cuore per tutta la vita.
Spiritualità e carattere
Nonostante una salute precaria, San Leopoldo non si risparmia mai.
Affronta con serenità il dolore fisico, considerando la sofferenza come una via di purificazione interiore.
È amato da tutti per il suo sorriso gentile e la disponibilità incondizionata.
La sua spiritualità si nutre di semplicità, preghiera e amore per il prossimo.
Padova lo riconosce come una figura luminosa già in vita, tanto che molti parlano di lui come di un “santo nascosto”.
La morte di San Leopoldo Mandic
San Leopoldo Mandic muore il 30 luglio 1942 nel convento di Padova, consumato da un tumore all’esofago.
Anche negli ultimi giorni continua a confessare, finché le forze glielo permettono.
Il suo corpo viene custodito nel santuario a lui dedicato, meta di pellegrinaggi da ogni parte del mondo.
Viene canonizzato nel 1983 da Papa Giovanni Paolo II, che ne riconosce la straordinaria testimonianza di misericordia.
La Chiesa celebra la sua memoria ogni 12 maggio e 30 luglio.