Il Santo del giorno 19 maggio: San Celestino V.

Nome: San Celestino V
Titolo: Eremita e Papa
Nome di battesimo: Pietro Angelerio
Nascita: 1221, Isernia
Morte: 19 maggio 1296, Frosinone
Ricorrenza: 19 maggio
San Celestino V, all’anagrafe Pietro Angelerio, nasce nel 1221 a Isernia, in Molise, in una famiglia di modeste condizioni.
Studia teologia e diritto canonico a Napoli, poi si ritira tra i monti della Majella per vivere da eremita.
La sua spiritualità austera attira numerosi discepoli, e intorno a lui si forma una comunità che darà origine all’Ordine dei Celestini.
L’elezione imprevista al soglio pontificio
Nel 1294, dopo due anni di sede vacante, il conclave elegge a sorpresa Pietro come nuovo pontefice.
Viene scelto per la sua fama di santità e per il desiderio del collegio cardinalizio di una figura spirituale e indipendente.
Pietro accetta con riluttanza e prende il nome di Celestino V.
Tuttavia, si mostra poco incline alla gestione del potere e fatica a muoversi tra le complesse dinamiche politiche della Chiesa.
La storica rinuncia al pontificato
Dopo appena cinque mesi, Celestino V decide liberamente di rinunciare al papato.
È il primo papa a compiere una scelta così rara e significativa nella storia della Chiesa.
Motiva la decisione con la volontà di tornare alla preghiera e alla contemplazione, lontano dal peso delle responsabilità istituzionali.
Il suo gesto sarà ricordato anche secoli dopo, fino alla rinuncia di Benedetto XVI nel 2013.
La morte di San Celestino V
Dopo l’abdicazione, Celestino viene imprigionato dal suo successore Bonifacio VIII, temendo che possa essere usato da oppositori politici.
Muore il 19 maggio 1296 a Fumone, in provincia di Frosinone, in una cella dove vive in preghiera e silenzio.
Nel 1313 viene proclamato santo da Papa Clemente V.
Ancora oggi, San Celestino V è venerato come esempio di umiltà e libertà spirituale, capace di anteporre la coscienza al potere.
Curiosità: l’aquila sul tetto della cella
Secondo una tradizione popolare, nel momento della morte di San Celestino V, un’aquila si sarebbe posata sul tetto della sua cella nel castello di Fumone.
Il gesto è stato interpretato come un segno simbolico di libertà e di elevazione spirituale.
L’aquila, da sempre associata alla visione celeste e alla forza interiore, sembrava voler vegliare sul pontefice che aveva scelto la solitudine e la pace interiore al posto del potere terreno.
Questo episodio è spesso citato nei racconti agiografici e nelle visite al castello di Fumone, dove ancora oggi si conserva la memoria della sua prigionia e della sua santità.
Nome: San Celestino V
Titolo: Eremita e Papa
Nome di battesimo: Pietro Angelerio
Nascita: 1221, Isernia
Morte: 19 maggio 1296, Frosinone
Ricorrenza: 19 maggio
San Celestino V, all’anagrafe Pietro Angelerio, nasce nel 1221 a Isernia, in Molise, in una famiglia di modeste condizioni.
Studia teologia e diritto canonico a Napoli, poi si ritira tra i monti della Majella per vivere da eremita.
La sua spiritualità austera attira numerosi discepoli, e intorno a lui si forma una comunità che darà origine all’Ordine dei Celestini.
L’elezione imprevista al soglio pontificio
Nel 1294, dopo due anni di sede vacante, il conclave elegge a sorpresa Pietro come nuovo pontefice.
Viene scelto per la sua fama di santità e per il desiderio del collegio cardinalizio di una figura spirituale e indipendente.
Pietro accetta con riluttanza e prende il nome di Celestino V.
Tuttavia, si mostra poco incline alla gestione del potere e fatica a muoversi tra le complesse dinamiche politiche della Chiesa.
La storica rinuncia al pontificato
Dopo appena cinque mesi, Celestino V decide liberamente di rinunciare al papato.
È il primo papa a compiere una scelta così rara e significativa nella storia della Chiesa.
Motiva la decisione con la volontà di tornare alla preghiera e alla contemplazione, lontano dal peso delle responsabilità istituzionali.
Il suo gesto sarà ricordato anche secoli dopo, fino alla rinuncia di Benedetto XVI nel 2013.
La morte di San Celestino V
Dopo l’abdicazione, Celestino viene imprigionato dal suo successore Bonifacio VIII, temendo che possa essere usato da oppositori politici.
Muore il 19 maggio 1296 a Fumone, in provincia di Frosinone, in una cella dove vive in preghiera e silenzio.
Nel 1313 viene proclamato santo da Papa Clemente V.
Ancora oggi, San Celestino V è venerato come esempio di umiltà e libertà spirituale, capace di anteporre la coscienza al potere.
Curiosità: l’aquila sul tetto della cella
Secondo una tradizione popolare, nel momento della morte di San Celestino V, un’aquila si sarebbe posata sul tetto della sua cella nel castello di Fumone.
Il gesto è stato interpretato come un segno simbolico di libertà e di elevazione spirituale.
L’aquila, da sempre associata alla visione celeste e alla forza interiore, sembrava voler vegliare sul pontefice che aveva scelto la solitudine e la pace interiore al posto del potere terreno.
Questo episodio è spesso citato nei racconti agiografici e nelle visite al castello di Fumone, dove ancora oggi si conserva la memoria della sua prigionia e della sua santità.