10 settembre 1827. Muore Ugo Foscolo, il primo dei Romantici.

Un intellettuale inquieto tra Italia ed Europa
Ugo Foscolo nasce a Zante il 6 febbraio 1778, in un contesto multiculturale che lo segna profondamente.
Figlio di un medico veneziano e di una donna greca, cresce tra due mondi che gli donano una doppia identità.
Con la morte del padre, la famiglia si trasferisce a Venezia, dove il giovane Ugo entra in contatto con le correnti illuministe e con le prime tensioni politiche che preparano l’Europa alla rivoluzione.
La passione civile e le prime opere
Trasferitosi a Padova, Foscolo si dedica agli studi classici e alla filosofia, che diventano il fondamento della sua poetica.
Nel 1797, a soli diciannove anni, pubblica il suo primo romanzo, “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, una confessione politica e sentimentale che anticipa il romanticismo europeo.
Nello stesso periodo compone le prime odi e sonetti, mostrando uno stile vigoroso e un profondo senso del destino individuale intrecciato alla storia collettiva.
“Dei Sepolcri” e l’alba del Romanticismo
L’opera che consacra Ugo Foscolo è “Dei Sepolcri” (1807), un carme che riflette sul valore della memoria e del culto dei defunti.
Qui il poeta celebra il ruolo delle tombe come custodi di identità e ispiratrici di virtù civili, anticipando un tema che diventa centrale nella cultura romantica europea.
Accanto a questa opera, le sue liriche e i sonetti come “A Zacinto” rivelano una costante tensione tra nostalgia e ricerca di libertà.
Un’esistenza segnata dall’esilio
Il destino di Foscolo si lega indissolubilmente all’esilio.
Dopo l’arrivo degli austriaci in Lombardia, sceglie la via della fuga e della militanza.
Vive tra Milano, Firenze e poi in Svizzera, fino a stabilirsi in Inghilterra, dove continua a scrivere, tradurre e insegnare.
In terra straniera, tuttavia, sperimenta la solitudine e le difficoltà economiche, pur mantenendo un intenso rapporto con i circoli culturali europei.
La morte e il ritorno in Italia
Ugo Foscolo muore a Londra il 10 settembre 1827, a quarantanove anni, assistito da pochi amici.
Viene sepolto nel cimitero di Chiswick, ma nel 1871 le sue spoglie vengono traslate a Firenze e accolte solennemente nella basilica di Santa Croce, il “pantheon degli italiani illustri”.
Con questo gesto, l’Italia celebra non solo il poeta ma anche il simbolo di un ideale di libertà, patria e memoria.
Un intellettuale inquieto tra Italia ed Europa
Ugo Foscolo nasce a Zante il 6 febbraio 1778, in un contesto multiculturale che lo segna profondamente.
Figlio di un medico veneziano e di una donna greca, cresce tra due mondi che gli donano una doppia identità.
Con la morte del padre, la famiglia si trasferisce a Venezia, dove il giovane Ugo entra in contatto con le correnti illuministe e con le prime tensioni politiche che preparano l’Europa alla rivoluzione.
La passione civile e le prime opere
Trasferitosi a Padova, Foscolo si dedica agli studi classici e alla filosofia, che diventano il fondamento della sua poetica.
Nel 1797, a soli diciannove anni, pubblica il suo primo romanzo, “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, una confessione politica e sentimentale che anticipa il romanticismo europeo.
Nello stesso periodo compone le prime odi e sonetti, mostrando uno stile vigoroso e un profondo senso del destino individuale intrecciato alla storia collettiva.
“Dei Sepolcri” e l’alba del Romanticismo
L’opera che consacra Ugo Foscolo è “Dei Sepolcri” (1807), un carme che riflette sul valore della memoria e del culto dei defunti.
Qui il poeta celebra il ruolo delle tombe come custodi di identità e ispiratrici di virtù civili, anticipando un tema che diventa centrale nella cultura romantica europea.
Accanto a questa opera, le sue liriche e i sonetti come “A Zacinto” rivelano una costante tensione tra nostalgia e ricerca di libertà.
Un’esistenza segnata dall’esilio
Il destino di Foscolo si lega indissolubilmente all’esilio.
Dopo l’arrivo degli austriaci in Lombardia, sceglie la via della fuga e della militanza.
Vive tra Milano, Firenze e poi in Svizzera, fino a stabilirsi in Inghilterra, dove continua a scrivere, tradurre e insegnare.
In terra straniera, tuttavia, sperimenta la solitudine e le difficoltà economiche, pur mantenendo un intenso rapporto con i circoli culturali europei.
La morte e il ritorno in Italia
Ugo Foscolo muore a Londra il 10 settembre 1827, a quarantanove anni, assistito da pochi amici.
Viene sepolto nel cimitero di Chiswick, ma nel 1871 le sue spoglie vengono traslate a Firenze e accolte solennemente nella basilica di Santa Croce, il “pantheon degli italiani illustri”.
Con questo gesto, l’Italia celebra non solo il poeta ma anche il simbolo di un ideale di libertà, patria e memoria.


















































































