11 agosto 1956. Muore l’artista Jackson Pollock.

Un artista che trasforma il gesto in pittura
Jackson Pollock nasce il 28 gennaio 1912 a Cody, nel Wyoming.
Cresce circondato da vasti paesaggi americani, una dimensione che segna il suo immaginario.
Nel 1930 si trasferisce a New York, dove frequenta la Art Students League e studia con Thomas Hart Benton, assimilando un forte senso del movimento e della composizione.
Negli anni Quaranta entra in contatto con l’espressionismo astratto, ma è con la tecnica del “dripping” – colature e schizzi di colore su grandi tele stese a terra – che trova la sua voce definitiva.
L’invenzione del dripping e la consacrazione

Jackson Pollock, Blue Pole (1952)
Pollock stende la tela sul pavimento, vi cammina intorno, la attraversa.
Il pennello non tocca la superficie: il colore cade, scivola, si stratifica in intrecci complessi.
Questa modalità, influenzata anche dall’arte dei nativi americani e dal surrealismo, rompe con la tradizione e diventa simbolo di libertà creativa.
Opere come Number 1A (1948) e Blue Pole (1952) lo rendono protagonista della scena artistica internazionale, tanto da guadagnarsi nel 1949 la copertina di “Life” con la domanda provocatoria: “È il più grande pittore vivente d’America?”.

Jackson Pollock, Number 1A (1948)
Vita privata e fragilità
Dietro il successo, Pollock vive un’esistenza segnata da crisi personali e alcolismo.
Il matrimonio con la pittrice Lee Krasner diventa anche un sodalizio artistico: lei lo sostiene, lo protegge e contribuisce a consolidare la sua reputazione.
Tuttavia, la tensione tra il desiderio di superare i propri limiti e il peso della notorietà alimenta il suo tormento interiore.
La morte del maestro dell’action painting
L’11 agosto 1956, a soli 44 anni, Jackson Pollock muore in un incidente automobilistico vicino alla sua casa di Springs, a East Hampton, New York.
È alla guida in stato di ebbrezza quando l’auto esce di strada: con lui viaggiano due donne, tra cui l’artista Ruth Kligman, unica sopravvissuta.
I funerali si tengono pochi giorni dopo, in forma privata, e Pollock viene sepolto nel cimitero di Green River a Springs.
Oggi il suo nome è sinonimo di action painting e libertà espressiva, e la casa-studio di East Hampton è un museo che custodisce l’energia irripetibile del suo lavoro.
Un artista che trasforma il gesto in pittura
Jackson Pollock nasce il 28 gennaio 1912 a Cody, nel Wyoming.
Cresce circondato da vasti paesaggi americani, una dimensione che segna il suo immaginario.
Nel 1930 si trasferisce a New York, dove frequenta la Art Students League e studia con Thomas Hart Benton, assimilando un forte senso del movimento e della composizione.
Negli anni Quaranta entra in contatto con l’espressionismo astratto, ma è con la tecnica del “dripping” – colature e schizzi di colore su grandi tele stese a terra – che trova la sua voce definitiva.
L’invenzione del dripping e la consacrazione

Jackson Pollock, Blue Pole (1952)
Pollock stende la tela sul pavimento, vi cammina intorno, la attraversa.
Il pennello non tocca la superficie: il colore cade, scivola, si stratifica in intrecci complessi.
Questa modalità, influenzata anche dall’arte dei nativi americani e dal surrealismo, rompe con la tradizione e diventa simbolo di libertà creativa.
Opere come Number 1A (1948) e Blue Pole (1952) lo rendono protagonista della scena artistica internazionale, tanto da guadagnarsi nel 1949 la copertina di “Life” con la domanda provocatoria: “È il più grande pittore vivente d’America?”.

Jackson Pollock, Number 1A (1948)
Vita privata e fragilità
Dietro il successo, Pollock vive un’esistenza segnata da crisi personali e alcolismo.
Il matrimonio con la pittrice Lee Krasner diventa anche un sodalizio artistico: lei lo sostiene, lo protegge e contribuisce a consolidare la sua reputazione.
Tuttavia, la tensione tra il desiderio di superare i propri limiti e il peso della notorietà alimenta il suo tormento interiore.
La morte del maestro dell’action painting
L’11 agosto 1956, a soli 44 anni, Jackson Pollock muore in un incidente automobilistico vicino alla sua casa di Springs, a East Hampton, New York.
È alla guida in stato di ebbrezza quando l’auto esce di strada: con lui viaggiano due donne, tra cui l’artista Ruth Kligman, unica sopravvissuta.
I funerali si tengono pochi giorni dopo, in forma privata, e Pollock viene sepolto nel cimitero di Green River a Springs.
Oggi il suo nome è sinonimo di action painting e libertà espressiva, e la casa-studio di East Hampton è un museo che custodisce l’energia irripetibile del suo lavoro.


















































































