11 luglio 1937. Muore George Gershwin, il compositore che unisce jazz e sinfonia.

George Gershwin cresce nel cuore di Brooklyn, figlio di immigrati ebrei russi.
Nasce il 26 settembre 1898 e, tra i vicoli rumorosi e il ritmo pulsante della New York d’inizio secolo, scopre il pianoforte quasi per caso.
È il fratello Ira, futuro paroliere delle sue composizioni, a ricevere lo strumento, ma è George che se ne innamora.
A quindici anni lavora come song plugger in Tin Pan Alley, il vivace distretto musicale di Manhattan.
Lì impara a conoscere le canzoni popolari, l’improvvisazione, il jazz, e inizia a scrivere.
Nel 1919 firma il suo primo successo, Swanee, che Al Jolson trasforma in un fenomeno nazionale.
Tra Broadway e la musica sinfonica: un ponte tra mondi
George Gershwin si muove tra palcoscenici e sale da concerto, abbattendo i confini tra musica colta e musica popolare.
Con Rhapsody in Blue (1924), crea una sinfonia moderna che racconta l’anima delle metropoli americane.
Nel 1928, dopo un viaggio in Europa, compone An American in Paris, piena di clacson, energia e nostalgia.
Con Porgy and Bess (1935) si spinge oltre: un’opera lirica con protagonisti afroamericani, scritta in piena segregazione razziale.
Gershwin rischia, sperimenta, crea.
Il suo linguaggio musicale mescola jazz, blues, ritmi latini, orchestrazione classica e musical.
Per questo è considerato il primo vero compositore americano, capace di dare una voce nuova all’identità musicale del suo paese.
Una morte improvvisa e un’assenza che pesa
L’11 luglio 1937, qualcosa si spezza all’improvviso.
George Gershwin muore a soli 38 anni, colpito da un tumore cerebrale che passa inosservato fino agli ultimi giorni.
Fino a poco prima è sul palco, attivo, immerso nella musica.
Poi arrivano le vertigini, le amnesie, l’intervento chirurgico e infine il silenzio.
La notizia si diffonde in fretta, sconvolge colleghi, critici, politici e una nazione intera.
Il 15 luglio, nella sinagoga Emanu-El di New York, una folla immensa si riunisce per salutarlo: ci sono Fred Astaire, Oscar Levant, Leopold Stokowski, Irving Berlin.
Dopo la cerimonia, Gershwin viene sepolto al Westchester Hills Cemetery a Hastings-on-Hudson, nello stato di New York.
La sua tomba è accanto a quella del fratello Ira, suo complice e paroliere, con cui ha condiviso gran parte della sua carriera artistica.
George Gershwin cresce nel cuore di Brooklyn, figlio di immigrati ebrei russi.
Nasce il 26 settembre 1898 e, tra i vicoli rumorosi e il ritmo pulsante della New York d’inizio secolo, scopre il pianoforte quasi per caso.
È il fratello Ira, futuro paroliere delle sue composizioni, a ricevere lo strumento, ma è George che se ne innamora.
A quindici anni lavora come song plugger in Tin Pan Alley, il vivace distretto musicale di Manhattan.
Lì impara a conoscere le canzoni popolari, l’improvvisazione, il jazz, e inizia a scrivere.
Nel 1919 firma il suo primo successo, Swanee, che Al Jolson trasforma in un fenomeno nazionale.
Tra Broadway e la musica sinfonica: un ponte tra mondi
George Gershwin si muove tra palcoscenici e sale da concerto, abbattendo i confini tra musica colta e musica popolare.
Con Rhapsody in Blue (1924), crea una sinfonia moderna che racconta l’anima delle metropoli americane.
Nel 1928, dopo un viaggio in Europa, compone An American in Paris, piena di clacson, energia e nostalgia.
Con Porgy and Bess (1935) si spinge oltre: un’opera lirica con protagonisti afroamericani, scritta in piena segregazione razziale.
Gershwin rischia, sperimenta, crea.
Il suo linguaggio musicale mescola jazz, blues, ritmi latini, orchestrazione classica e musical.
Per questo è considerato il primo vero compositore americano, capace di dare una voce nuova all’identità musicale del suo paese.
Una morte improvvisa e un’assenza che pesa
L’11 luglio 1937, qualcosa si spezza all’improvviso.
George Gershwin muore a soli 38 anni, colpito da un tumore cerebrale che passa inosservato fino agli ultimi giorni.
Fino a poco prima è sul palco, attivo, immerso nella musica.
Poi arrivano le vertigini, le amnesie, l’intervento chirurgico e infine il silenzio.
La notizia si diffonde in fretta, sconvolge colleghi, critici, politici e una nazione intera.
Il 15 luglio, nella sinagoga Emanu-El di New York, una folla immensa si riunisce per salutarlo: ci sono Fred Astaire, Oscar Levant, Leopold Stokowski, Irving Berlin.
Dopo la cerimonia, Gershwin viene sepolto al Westchester Hills Cemetery a Hastings-on-Hudson, nello stato di New York.
La sua tomba è accanto a quella del fratello Ira, suo complice e paroliere, con cui ha condiviso gran parte della sua carriera artistica.


















































































