12 dicembre 2003. Muore Everardo Dalla Noce, voce del Tg2.

Vita e primi passi nel giornalismo
Everardo Dalla Noce nasce a Ferrara il 9 aprile 1927 e cresce in una città che gli offre subito un forte legame con la vita culturale e sportiva locale.
Si appassiona alla scrittura e alla cronaca, e questo interesse lo porta a collaborare con testate ferraresi fino a entrare con decisione nel mondo della comunicazione.
Quando approda in Rai, trova il suo spazio naturale: un ambiente in cui la precisione e la chiarezza sono essenziali, qualità che lui coltiva con rigore.
Il volto dell’economia in Rai
Negli anni, Everardo Dalla Noce diventa una presenza riconoscibile grazie alle sue analisi economiche al Tg2.
Racconta l’andamento dei mercati con uno stile diretto, senza tecnicismi superflui, e si afferma come uno dei principali divulgatori finanziari della televisione italiana.
La sua capacità di rendere comprensibili temi complessi crea un rapporto di fiducia con il pubblico, che vede in lui un punto di riferimento per orientarsi tra Borsa, risparmi e investimenti.
Parallelamente alla carriera giornalistica, porta avanti anche esperienze nel mondo bancario, unendo dunque pratica e divulgazione.
La passione per lo sport
Accanto alla finanza, Everardo Dalla Noce coltiva un amore autentico per il calcio e per la sua SPAL.
Il suo legame con la squadra di Ferrara diventa parte della sua identità pubblica.
Quando partecipa al programma “Quelli che il calcio”, porta in tv entusiasmo, tifo e ironia, conquistando un pubblico nuovo che lo riconosce come volto popolare e spontaneo.
Nel format domenicale, la sua voce emozionata durante le partite contribuisce a trasformarlo in un personaggio amato anche da chi non segue l’economia.
Gli ultimi anni, la morte e i funerali
Everardo Dalla Noce si spegne il 12 dicembre 2003 a Roma.
La notizia suscita cordoglio nel mondo della comunicazione e nello sport, dove lascia ricordi vivi e affettuosi.
I funerali si tengono a Ferrara, la sua città, che lo accoglie per l’ultimo saluto con la gratitudine dovuta a una figura che ha saputo raccontarla e rappresentarla con autenticità.
Vita e primi passi nel giornalismo
Everardo Dalla Noce nasce a Ferrara il 9 aprile 1927 e cresce in una città che gli offre subito un forte legame con la vita culturale e sportiva locale.
Si appassiona alla scrittura e alla cronaca, e questo interesse lo porta a collaborare con testate ferraresi fino a entrare con decisione nel mondo della comunicazione.
Quando approda in Rai, trova il suo spazio naturale: un ambiente in cui la precisione e la chiarezza sono essenziali, qualità che lui coltiva con rigore.
Il volto dell’economia in Rai
Negli anni, Everardo Dalla Noce diventa una presenza riconoscibile grazie alle sue analisi economiche al Tg2.
Racconta l’andamento dei mercati con uno stile diretto, senza tecnicismi superflui, e si afferma come uno dei principali divulgatori finanziari della televisione italiana.
La sua capacità di rendere comprensibili temi complessi crea un rapporto di fiducia con il pubblico, che vede in lui un punto di riferimento per orientarsi tra Borsa, risparmi e investimenti.
Parallelamente alla carriera giornalistica, porta avanti anche esperienze nel mondo bancario, unendo dunque pratica e divulgazione.
La passione per lo sport
Accanto alla finanza, Everardo Dalla Noce coltiva un amore autentico per il calcio e per la sua SPAL.
Il suo legame con la squadra di Ferrara diventa parte della sua identità pubblica.
Quando partecipa al programma “Quelli che il calcio”, porta in tv entusiasmo, tifo e ironia, conquistando un pubblico nuovo che lo riconosce come volto popolare e spontaneo.
Nel format domenicale, la sua voce emozionata durante le partite contribuisce a trasformarlo in un personaggio amato anche da chi non segue l’economia.
Gli ultimi anni, la morte e i funerali
Everardo Dalla Noce si spegne il 12 dicembre 2003 a Roma.
La notizia suscita cordoglio nel mondo della comunicazione e nello sport, dove lascia ricordi vivi e affettuosi.
I funerali si tengono a Ferrara, la sua città, che lo accoglie per l’ultimo saluto con la gratitudine dovuta a una figura che ha saputo raccontarla e rappresentarla con autenticità.


















































































