12 novembre 2021. Addio a Gian Piero Galeazzi, la voce dello sport.

Gian Piero Galeazzi, telecronista sportivo e giornalista RAI, il cui nome veniva spesso cambiato in “Giampiero” nasce a Roma il 18 maggio 1946. Figlio di un campione di canottaggio, cresce respirando sport e disciplina.
Si laurea in economia e commercio, ma il richiamo dello sport è troppo forte.
Negli anni Sessanta gareggia per il Circolo Canottieri Roma e conquista due titoli italiani nel singolo e nel doppio.
Lo sport diventa la sua prima grande scuola di vita, forgiando il carattere e la determinazione che lo renderanno celebre anche davanti a una telecamera.
Dalle regate al microfono della Rai
Nel 1972 entra in Rai come cronista sportivo.
Fin dalle prime telecronache, la sua voce profonda e il suo entusiasmo contagioso conquistano il pubblico.
Galeazzi non racconta solo le gare: le vive, le interpreta, le trasforma in emozione.
Diventa il punto di riferimento per le cronache di canottaggio, tennis e calcio, regalando momenti indelebili a milioni di telespettatori.
Il suo stile diretto e spontaneo lo distingue da tutti gli altri, tanto che presto guadagna il soprannome affettuoso di “Bisteccone” anche per la sua mole imponente.
Una voce che entra nella storia
Negli anni Ottanta e Novanta Galeazzi raggiunge l’apice della popolarità.
Le sue telecronache delle gare di canottaggio con protagonisti i fratelli Abbagnale entrano nella leggenda dello sport italiano.
La sua capacità di fondere tecnica e passione trasforma ogni commento in un racconto epico.
In televisione conduce anche programmi di intrattenimento, dimostrando ironia e umanità.
Per molti italiani, la sua voce diventa sinonimo di calore e partecipazione sportiva genuina.
L’uomo dietro il cronista
Fuori dallo schermo, Galeazzi è un uomo generoso e ironico. Ama Roma, la famiglia e la convivialità.
I suoi figli, Susanna e Gianluca, seguono le sue orme nel giornalismo, mantenendo vivo il suo spirito.
Nel privato affronta la malattia con forza e dignità, senza mai perdere il sorriso.
L’addio a una leggenda
Gian Piero Galeazzi muore a Roma il 12 novembre 2021, a 75 anni.
La città lo saluta nella sala della Protomoteca in Campidoglio, dove colleghi e appassionati rendono omaggio a una vera icona dello sport.
Il suo ricordo vive ancora oggi in ogni cronaca che cerca di trasmettere emozione e verità.
La voce di Galeazzi continua a risuonare come un’eco familiare, simbolo di un giornalismo sportivo autentico e umano.
LPP
Gian Piero Galeazzi, telecronista sportivo e giornalista RAI, il cui nome veniva spesso cambiato in “Giampiero” nasce a Roma il 18 maggio 1946. Figlio di un campione di canottaggio, cresce respirando sport e disciplina.
Si laurea in economia e commercio, ma il richiamo dello sport è troppo forte.
Negli anni Sessanta gareggia per il Circolo Canottieri Roma e conquista due titoli italiani nel singolo e nel doppio.
Lo sport diventa la sua prima grande scuola di vita, forgiando il carattere e la determinazione che lo renderanno celebre anche davanti a una telecamera.
Dalle regate al microfono della Rai
Nel 1972 entra in Rai come cronista sportivo.
Fin dalle prime telecronache, la sua voce profonda e il suo entusiasmo contagioso conquistano il pubblico.
Galeazzi non racconta solo le gare: le vive, le interpreta, le trasforma in emozione.
Diventa il punto di riferimento per le cronache di canottaggio, tennis e calcio, regalando momenti indelebili a milioni di telespettatori.
Il suo stile diretto e spontaneo lo distingue da tutti gli altri, tanto che presto guadagna il soprannome affettuoso di “Bisteccone” anche per la sua mole imponente.
Una voce che entra nella storia
Negli anni Ottanta e Novanta Galeazzi raggiunge l’apice della popolarità.
Le sue telecronache delle gare di canottaggio con protagonisti i fratelli Abbagnale entrano nella leggenda dello sport italiano.
La sua capacità di fondere tecnica e passione trasforma ogni commento in un racconto epico.
In televisione conduce anche programmi di intrattenimento, dimostrando ironia e umanità.
Per molti italiani, la sua voce diventa sinonimo di calore e partecipazione sportiva genuina.
L’uomo dietro il cronista
Fuori dallo schermo, Galeazzi è un uomo generoso e ironico. Ama Roma, la famiglia e la convivialità.
I suoi figli, Susanna e Gianluca, seguono le sue orme nel giornalismo, mantenendo vivo il suo spirito.
Nel privato affronta la malattia con forza e dignità, senza mai perdere il sorriso.
L’addio a una leggenda
Gian Piero Galeazzi muore a Roma il 12 novembre 2021, a 75 anni.
La città lo saluta nella sala della Protomoteca in Campidoglio, dove colleghi e appassionati rendono omaggio a una vera icona dello sport.
Il suo ricordo vive ancora oggi in ogni cronaca che cerca di trasmettere emozione e verità.
La voce di Galeazzi continua a risuonare come un’eco familiare, simbolo di un giornalismo sportivo autentico e umano.
LPP


















































































