12 ottobre 2019. Muore Carlo Croccolo, attore e doppiatore.

Carlo Croccolo, un artista che racconta l’Italia con il sorriso
Carlo Croccolo muore il 12 ottobre 2019, lasciando dietro di sé una scia di teatro, cinema e umanità.
Nato a Napoli il 9 aprile 1927, appartiene a quella generazione di interpreti che fanno della risata un linguaggio serio, capace di parlare della vita senza maschere.
La sua carriera attraversa più di settant’anni di storia dello spettacolo italiano, tra palcoscenico e set cinematografico, tra comicità e malinconia.
In ogni ruolo, Croccolo porta con sé l’anima di Napoli: ironica, autentica, piena di contrasti, ma sempre fedele al cuore delle persone comuni che ama rappresentare.
Dalle origini napoletane al primo palcoscenico
Carlo Croccolo nasce a Napoli il 9 aprile 1927, in una città che pulsa di teatro, musica e comicità.
Dopo gli studi, si avvicina al mondo dello spettacolo attraverso la radio e il teatro, dove affina la capacità di modulare la voce e interpretare le emozioni del pubblico con naturalezza.
Il cinema lo accoglie nel 1949 con I pompieri di Viggiù, e da quel momento la sua carriera prende slancio.
Croccolo incontra Totò, con cui nasce un legame artistico destinato a segnare la sua vita: non solo recita accanto al Principe della risata, ma ne diventa anche la voce ufficiale in diverse pellicole, quando è necessario doppiare parti non registrate direttamente.
Il loro sodalizio, basato su stima e affinità umana, lo consacra come uno dei più versatili interpreti della commedia italiana.
Il cinema, il doppiaggio e la lunga carriera
Nel corso della sua vita, Carlo Croccolo partecipa a oltre cento film, lavorando con registi come Mario Mattoli, Vittorio De Sica e Nanni Loy.
Interpreta ruoli brillanti ma anche drammatici, confermando la sua straordinaria capacità di adattamento.
Accanto al lavoro d’attore, si distingue come doppiatore: è sua la voce italiana di Oliver Hardy e di Totò in numerosi film.
Nel 1989 ottiene il David di Donatello come miglior attore non protagonista per *’O re*, riconoscimento che suggella una carriera lunga, coerente e sempre appassionata.
Negli anni Settanta si cimenta anche nella regia, firmando due western all’italiana sotto lo pseudonimo di Lucky Moore, segno della sua curiosità artistica senza confini.
La morte e il saluto della sua Napoli
Carlo Croccolo muore nella sua casa di Castel Volturno, in provincia di Caserta, il 12 ottobre 2019, all’età di 92 anni.
La camera ardente viene allestita nel municipio della città, mentre i funerali si celebrano nella chiesa di San Ferdinando a Napoli.
Per volontà della famiglia, il corpo viene cremato e le ceneri tumulate nel cimitero comunale di Castel Volturno.
La sua scomparsa suscita profonda commozione nel mondo dello spettacolo e tra i tanti che lo hanno amato per la sua naturalezza, la gentilezza e quella voce che sapeva trasformare ogni battuta in poesia quotidiana.
Carlo Croccolo, un artista che racconta l’Italia con il sorriso
Carlo Croccolo muore il 12 ottobre 2019, lasciando dietro di sé una scia di teatro, cinema e umanità.
Nato a Napoli il 9 aprile 1927, appartiene a quella generazione di interpreti che fanno della risata un linguaggio serio, capace di parlare della vita senza maschere.
La sua carriera attraversa più di settant’anni di storia dello spettacolo italiano, tra palcoscenico e set cinematografico, tra comicità e malinconia.
In ogni ruolo, Croccolo porta con sé l’anima di Napoli: ironica, autentica, piena di contrasti, ma sempre fedele al cuore delle persone comuni che ama rappresentare.
Dalle origini napoletane al primo palcoscenico
Carlo Croccolo nasce a Napoli il 9 aprile 1927, in una città che pulsa di teatro, musica e comicità.
Dopo gli studi, si avvicina al mondo dello spettacolo attraverso la radio e il teatro, dove affina la capacità di modulare la voce e interpretare le emozioni del pubblico con naturalezza.
Il cinema lo accoglie nel 1949 con I pompieri di Viggiù, e da quel momento la sua carriera prende slancio.
Croccolo incontra Totò, con cui nasce un legame artistico destinato a segnare la sua vita: non solo recita accanto al Principe della risata, ma ne diventa anche la voce ufficiale in diverse pellicole, quando è necessario doppiare parti non registrate direttamente.
Il loro sodalizio, basato su stima e affinità umana, lo consacra come uno dei più versatili interpreti della commedia italiana.
Il cinema, il doppiaggio e la lunga carriera
Nel corso della sua vita, Carlo Croccolo partecipa a oltre cento film, lavorando con registi come Mario Mattoli, Vittorio De Sica e Nanni Loy.
Interpreta ruoli brillanti ma anche drammatici, confermando la sua straordinaria capacità di adattamento.
Accanto al lavoro d’attore, si distingue come doppiatore: è sua la voce italiana di Oliver Hardy e di Totò in numerosi film.
Nel 1989 ottiene il David di Donatello come miglior attore non protagonista per *’O re*, riconoscimento che suggella una carriera lunga, coerente e sempre appassionata.
Negli anni Settanta si cimenta anche nella regia, firmando due western all’italiana sotto lo pseudonimo di Lucky Moore, segno della sua curiosità artistica senza confini.
La morte e il saluto della sua Napoli
Carlo Croccolo muore nella sua casa di Castel Volturno, in provincia di Caserta, il 12 ottobre 2019, all’età di 92 anni.
La camera ardente viene allestita nel municipio della città, mentre i funerali si celebrano nella chiesa di San Ferdinando a Napoli.
Per volontà della famiglia, il corpo viene cremato e le ceneri tumulate nel cimitero comunale di Castel Volturno.
La sua scomparsa suscita profonda commozione nel mondo dello spettacolo e tra i tanti che lo hanno amato per la sua naturalezza, la gentilezza e quella voce che sapeva trasformare ogni battuta in poesia quotidiana.


















































































