13 dicembre 1446. Muore Donatello, maestro del Rinascimento.

Origini e formazione
Donatello nasce a Firenze nel 1386 circa e cresce in una città che vive un’intensa stagione artistica.
Si muove tra botteghe e cantieri, osserva tecniche diverse e sviluppa una forte curiosità verso il mondo antico.
La sua amicizia con Filippo Brunelleschi gli offre un contatto diretto con le nuove ricerche prospettiche e con l’idea di un’arte fondata sull’osservazione della realtà.
Questa sintonia diventa una base solida per la sua crescita e per l’originalità del suo linguaggio.
Il rinnovamento della scultura
Donatello introduce nella scultura un’energia nuova, che combina naturalismo, attenzione psicologica e studi sulla forma.
Realizza opere in marmo, bronzo e legno, sperimentando soluzioni espressive che mettono al centro l’uomo con le sue tensioni interiori.
Il David in bronzo, creato negli anni Quaranta del Quattrocento per Cosimo de’ Medici, diventa uno dei simboli del suo stile: una figura giovane, elegante, lontana dalle tradizioni eroiche del passato.
Parallelamente, Donatello sviluppa il rilievo stiacciato, una tecnica che permette di suggerire profondità con variazioni minime della superficie.
Questa innovazione emerge in opere come l’Altare del Santo a Padova, dove la narrazione si apre in spazi sottili e vibranti.
Il periodo padovano e il Gattamelata
Il soggiorno a Padova segna uno dei momenti più intensi della sua carriera.
Qui Donatello crea il monumento equestre al Gattamelata, che introduce in Italia un nuovo modello di statua pubblica.
L’opera unisce solennità e introspezione, mostrando un condottiero consapevole e umano, lontano dalle figure idealizzate della tradizione medievale.
Terminato il periodo veneto, rientra a Firenze e riprende a lavorare per importanti chiese e istituzioni cittadine.
Gli ultimi anni e l’eredità artistica
A Firenze Donatello realizza opere per la Basilica di San Lorenzo, tra cui i celebri pulpiti, dove il suo linguaggio raggiunge una forza narrativa intensa.
Le figure sembrano muoversi, soffrire, partecipare a una scena che parla direttamente allo spettatore.
Anche negli ultimi anni il suo lavoro mantiene vitalità e ricerca, sostenuto da committenti che riconoscono il suo ruolo di innovatore.
La sua eredità segna profondamente la scultura del Rinascimento, offrendo un modello espressivo che influenzerà generazioni successive.
Morte e sepoltura
Donatello muore a Firenze il 13 dicembre 1446.
Viene sepolto nella Basilica di San Lorenzo, vicino a Cosimo de’ Medici, a testimonianza del profondo legame umano e artistico che li unisce.

Origini e formazione
Donatello nasce a Firenze nel 1386 circa e cresce in una città che vive un’intensa stagione artistica.
Si muove tra botteghe e cantieri, osserva tecniche diverse e sviluppa una forte curiosità verso il mondo antico.
La sua amicizia con Filippo Brunelleschi gli offre un contatto diretto con le nuove ricerche prospettiche e con l’idea di un’arte fondata sull’osservazione della realtà.
Questa sintonia diventa una base solida per la sua crescita e per l’originalità del suo linguaggio.
Il rinnovamento della scultura
Donatello introduce nella scultura un’energia nuova, che combina naturalismo, attenzione psicologica e studi sulla forma.
Realizza opere in marmo, bronzo e legno, sperimentando soluzioni espressive che mettono al centro l’uomo con le sue tensioni interiori.
Il David in bronzo, creato negli anni Quaranta del Quattrocento per Cosimo de’ Medici, diventa uno dei simboli del suo stile: una figura giovane, elegante, lontana dalle tradizioni eroiche del passato.
Parallelamente, Donatello sviluppa il rilievo stiacciato, una tecnica che permette di suggerire profondità con variazioni minime della superficie.
Questa innovazione emerge in opere come l’Altare del Santo a Padova, dove la narrazione si apre in spazi sottili e vibranti.
Il periodo padovano e il Gattamelata
Il soggiorno a Padova segna uno dei momenti più intensi della sua carriera.
Qui Donatello crea il monumento equestre al Gattamelata, che introduce in Italia un nuovo modello di statua pubblica.
L’opera unisce solennità e introspezione, mostrando un condottiero consapevole e umano, lontano dalle figure idealizzate della tradizione medievale.
Terminato il periodo veneto, rientra a Firenze e riprende a lavorare per importanti chiese e istituzioni cittadine.
Gli ultimi anni e l’eredità artistica
A Firenze Donatello realizza opere per la Basilica di San Lorenzo, tra cui i celebri pulpiti, dove il suo linguaggio raggiunge una forza narrativa intensa.
Le figure sembrano muoversi, soffrire, partecipare a una scena che parla direttamente allo spettatore.
Anche negli ultimi anni il suo lavoro mantiene vitalità e ricerca, sostenuto da committenti che riconoscono il suo ruolo di innovatore.
La sua eredità segna profondamente la scultura del Rinascimento, offrendo un modello espressivo che influenzerà generazioni successive.
Morte e sepoltura
Donatello muore a Firenze il 13 dicembre 1446.
Viene sepolto nella Basilica di San Lorenzo, vicino a Cosimo de’ Medici, a testimonianza del profondo legame umano e artistico che li unisce.


















































































