13 luglio 1954: muore Frida Kahlo, la pittrice del dolore e della rivoluzione.

Le origini messicane e l’eredità europea
Frida Kahlo nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán, alle porte di Città del Messico, da padre tedesco e madre di origini indigene e spagnole.
Suo padre, Wilhelm Kahlo, divenuto Guillermo dopo l’arrivo in Messico, è un fotografo di talento e uomo sensibile, amante dell’arte e della letteratura.
Sarà lui a trasmetterle la passione per l’immagine e lo sguardo indagatore che caratterizzerà i suoi celebri autoritratti.
Frida è la più ribelle dei quattro figli della coppia.
Cresce in un ambiente multiculturale, dove il fermento politico e artistico del Messico rivoluzionario si intreccia con le radici europee.
Cambierà il suo nome da “Frieda” in “Frida” per prendere le distanze dalla Germania nazista.
La malattia, l’incidente e la rinascita artistica
Fin dalla nascita, Frida è affetta da spina bifida, erroneamente scambiata per poliomielite.
Ma il vero spartiacque della sua vita arriva nel 1925: un terribile incidente in autobus le provoca gravi lesioni spinali e pelviche.
Durante la lunga degenza, immobilizzata in un letto, inizia a dipingere guardandosi in uno specchio collocato sopra il baldacchino.
Nasce così la pittrice Frida Kahlo, che farà del dolore e dell’introspezione le cifre della sua arte.
I suoi autoritratti sono carichi di simbolismo, sofferenza e identità culturale.
L’amore con Diego Rivera e l’impegno politico
Nel 1929 sposa Diego Rivera, celebre pittore murale e attivista comunista.
Il loro legame sarà intenso, conflittuale e passionale, segnato da tradimenti reciproci e separazioni.
Frida entra nel Partito Comunista Messicano, partecipa a manifestazioni, ospita Trotsky e intrattiene relazioni con personaggi del calibro di André Breton e Tina Modotti.
Il rapporto con Rivera, interrotto nel 1939 e ricucito nel 1940, è tanto tormentato quanto fecondo artisticamente.
Insieme rappresentano la forza creativa di un Messico in trasformazione.
L’arte di Frida Khalo tra surrealismo e identità messicana
Frida rifiuta l’etichetta di “surrealista”, preferendo definirsi realista del proprio vissuto.
Dipinge piccoli quadri intensi, ispirati alla tradizione popolare e ai simboli precolombiani.
Il suo corpo martoriato, il desiderio di maternità frustrato e l’identità nazionale sono i temi ricorrenti delle sue opere.
L’affermazione della sua arte avviene soprattutto dopo la morte, grazie anche a tre importanti mostre: New York (1938), Parigi (1939) e Città del Messico (1953).
La morte e l’eredità immortale
Frida Kahlo muore il 13 luglio 1954 nella sua amata Coyoacán, a 47 anni.
La sua “Casa Azul”, oggi museo, è visitata da migliaia di persone ogni anno.
Diego Rivera volle che restasse così com’era: colorata, luminosa, piena di vita e di memoria.
Frida Kahlo è oggi un’icona mondiale.
Frida è resistenza, femminilità, libertà artistica e identità culturale. Il suo spirito indomito è nella sua arte e nella sua storia di coraggio e passione.
Laura Persico Pezzino
Le origini messicane e l’eredità europea
Frida Kahlo nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán, alle porte di Città del Messico, da padre tedesco e madre di origini indigene e spagnole.
Suo padre, Wilhelm Kahlo, divenuto Guillermo dopo l’arrivo in Messico, è un fotografo di talento e uomo sensibile, amante dell’arte e della letteratura.
Sarà lui a trasmetterle la passione per l’immagine e lo sguardo indagatore che caratterizzerà i suoi celebri autoritratti.
Frida è la più ribelle dei quattro figli della coppia.
Cresce in un ambiente multiculturale, dove il fermento politico e artistico del Messico rivoluzionario si intreccia con le radici europee.
Cambierà il suo nome da “Frieda” in “Frida” per prendere le distanze dalla Germania nazista.
La malattia, l’incidente e la rinascita artistica
Fin dalla nascita, Frida è affetta da spina bifida, erroneamente scambiata per poliomielite.
Ma il vero spartiacque della sua vita arriva nel 1925: un terribile incidente in autobus le provoca gravi lesioni spinali e pelviche.
Durante la lunga degenza, immobilizzata in un letto, inizia a dipingere guardandosi in uno specchio collocato sopra il baldacchino.
Nasce così la pittrice Frida Kahlo, che farà del dolore e dell’introspezione le cifre della sua arte.
I suoi autoritratti sono carichi di simbolismo, sofferenza e identità culturale.
L’amore con Diego Rivera e l’impegno politico
Nel 1929 sposa Diego Rivera, celebre pittore murale e attivista comunista.
Il loro legame sarà intenso, conflittuale e passionale, segnato da tradimenti reciproci e separazioni.
Frida entra nel Partito Comunista Messicano, partecipa a manifestazioni, ospita Trotsky e intrattiene relazioni con personaggi del calibro di André Breton e Tina Modotti.
Il rapporto con Rivera, interrotto nel 1939 e ricucito nel 1940, è tanto tormentato quanto fecondo artisticamente.
Insieme rappresentano la forza creativa di un Messico in trasformazione.
L’arte di Frida Khalo tra surrealismo e identità messicana
Frida rifiuta l’etichetta di “surrealista”, preferendo definirsi realista del proprio vissuto.
Dipinge piccoli quadri intensi, ispirati alla tradizione popolare e ai simboli precolombiani.
Il suo corpo martoriato, il desiderio di maternità frustrato e l’identità nazionale sono i temi ricorrenti delle sue opere.
L’affermazione della sua arte avviene soprattutto dopo la morte, grazie anche a tre importanti mostre: New York (1938), Parigi (1939) e Città del Messico (1953).
La morte e l’eredità immortale
Frida Kahlo muore il 13 luglio 1954 nella sua amata Coyoacán, a 47 anni.
La sua “Casa Azul”, oggi museo, è visitata da migliaia di persone ogni anno.
Diego Rivera volle che restasse così com’era: colorata, luminosa, piena di vita e di memoria.
Frida Kahlo è oggi un’icona mondiale.
Frida è resistenza, femminilità, libertà artistica e identità culturale. Il suo spirito indomito è nella sua arte e nella sua storia di coraggio e passione.
Laura Persico Pezzino

















































































