13 settembre 2022. Muore il regista Jean-Luc Godard.

Un regista che cambia la storia del cinema
Jean-Luc Godard nasce a Parigi il 3 dicembre 1930 e cresce tra la Francia e la Svizzera.
Negli anni Cinquanta si avvicina al mondo del cinema come critico per i “Cahiers du cinéma”, condividendo pagine e idee con François Truffaut e altri giovani cineasti che stanno per rivoluzionare il linguaggio cinematografico.
Nel 1960 dirige il suo primo lungometraggio, “À bout de souffle” (Fino all’ultimo respiro), un’opera che diventa subito manifesto della Nouvelle Vague.
Con un montaggio innovativo, dialoghi spontanei e una regia anticonvenzionale, Godard porta sul grande schermo una nuova libertà espressiva, destinata a influenzare registi in tutto il mondo.
Il percorso artistico di Jean-Luc Godard
Negli anni Sessanta firma film che diventano icone del cinema d’autore: “Il disprezzo” con Brigitte Bardot, “Band à part” e “Pierrot le fou”.
Ogni pellicola rompe schemi narrativi e visivi, sperimenta con l’immagine e con il rapporto tra realtà e finzione.
La sua produzione attraversa più fasi: dal cinema politico e militante degli anni Settanta ai lavori video e sperimentali che lo accompagnano fino agli anni Duemila.
Con “Histoire(s) du cinéma” realizza una riflessione monumentale sulla storia della settima arte, mentre con “Adieu au langage” e “Le livre d’image” continua a spingersi oltre i confini del linguaggio visivo.
L’eredità culturale
Jean-Luc Godard non si limita a essere regista: diventa punto di riferimento intellettuale, filosofo del cinema capace di interrogarsi su politica, società e immagine.
La sua influenza si estende ben oltre la Francia, raggiungendo Hollywood e il cinema indipendente internazionale.
La sua figura è sinonimo di libertà creativa e di sperimentazione continua. Molti lo definiscono “il poeta del cinema”, un autore che sa trasformare la macchina da presa in strumento di pensiero.
La morte e il commiato
Jean-Luc Godard muore il 13 settembre 2022 a Rolle, in Svizzera, all’età di 91 anni.
Sceglie il suicidio assistito, pratica legale nel Paese in cui risiede.
La notizia scuote il mondo del cinema e della cultura: non si tratta soltanto della perdita di un regista, ma di una voce che ha cambiato per sempre il modo di raccontare immagini e storie.
Il suo funerale si svolge in forma privata, coerente con la discrezione che caratterizza gli ultimi anni della sua vita.
Un regista che cambia la storia del cinema
Jean-Luc Godard nasce a Parigi il 3 dicembre 1930 e cresce tra la Francia e la Svizzera.
Negli anni Cinquanta si avvicina al mondo del cinema come critico per i “Cahiers du cinéma”, condividendo pagine e idee con François Truffaut e altri giovani cineasti che stanno per rivoluzionare il linguaggio cinematografico.
Nel 1960 dirige il suo primo lungometraggio, “À bout de souffle” (Fino all’ultimo respiro), un’opera che diventa subito manifesto della Nouvelle Vague.
Con un montaggio innovativo, dialoghi spontanei e una regia anticonvenzionale, Godard porta sul grande schermo una nuova libertà espressiva, destinata a influenzare registi in tutto il mondo.
Il percorso artistico di Jean-Luc Godard
Negli anni Sessanta firma film che diventano icone del cinema d’autore: “Il disprezzo” con Brigitte Bardot, “Band à part” e “Pierrot le fou”.
Ogni pellicola rompe schemi narrativi e visivi, sperimenta con l’immagine e con il rapporto tra realtà e finzione.
La sua produzione attraversa più fasi: dal cinema politico e militante degli anni Settanta ai lavori video e sperimentali che lo accompagnano fino agli anni Duemila.
Con “Histoire(s) du cinéma” realizza una riflessione monumentale sulla storia della settima arte, mentre con “Adieu au langage” e “Le livre d’image” continua a spingersi oltre i confini del linguaggio visivo.
L’eredità culturale
Jean-Luc Godard non si limita a essere regista: diventa punto di riferimento intellettuale, filosofo del cinema capace di interrogarsi su politica, società e immagine.
La sua influenza si estende ben oltre la Francia, raggiungendo Hollywood e il cinema indipendente internazionale.
La sua figura è sinonimo di libertà creativa e di sperimentazione continua. Molti lo definiscono “il poeta del cinema”, un autore che sa trasformare la macchina da presa in strumento di pensiero.
La morte e il commiato
Jean-Luc Godard muore il 13 settembre 2022 a Rolle, in Svizzera, all’età di 91 anni.
Sceglie il suicidio assistito, pratica legale nel Paese in cui risiede.
La notizia scuote il mondo del cinema e della cultura: non si tratta soltanto della perdita di un regista, ma di una voce che ha cambiato per sempre il modo di raccontare immagini e storie.
Il suo funerale si svolge in forma privata, coerente con la discrezione che caratterizza gli ultimi anni della sua vita.


















































































