15 ottobre 1964. Muore Cole Porter, l’ironia che diventa melodia.

Un talento nato per la musica
Cole Porter nasce a Peru, nell’Indiana, il 9 giugno 1891, in una famiglia benestante che ne incoraggia fin da subito il talento musicale.
Tra lezioni di pianoforte e studi classici, il giovane Porter impara a unire rigore tecnico e fantasia creativa, costruendo uno stile capace di fondere armonia e leggerezza.
Durante gli anni a Yale e Harvard coltiva la passione per la scrittura di testi e melodie, e comprende che il suo destino non è nel diritto, ma nella musica.
Negli anni Venti si trasferisce in Europa, dove il fermento di Parigi e Londra alimenta la sua ispirazione.
In quel clima di libertà e mondanità nasce l’inconfondibile stile di Cole Porter: raffinato, ironico, moderno.
Le opere di un innovatore
Cole Porter diventa presto uno dei protagonisti assoluti di Broadway e di Hollywood.
Le sue canzoni, come Night and Day, I Get a Kick Out of You, Anything Goes e Begin the Beguine, conquistano il pubblico e vengono reinterpretate da voci immortali come Frank Sinatra ed Ella Fitzgerald.
Nel 1948 firma Kiss Me, Kate, musical ispirato alla Bisbetica domata di Shakespeare, che gli vale il Tony Award e ne consacra il genio.
Le sue composizioni combinano ritmo, ironia e malinconia, restituendo un ritratto brillante dell’America urbana e sofisticata del suo tempo.
Porter eleva la canzone leggera a forma d’arte, intrecciando parole e musica con una precisione che trasforma ogni brano in un piccolo racconto teatrale.
Un’eleganza costruita sul dolore
Dietro la maschera del dandy mondano si cela un uomo segnato dalla sofferenza.
Nel 1937 un incidente a cavallo lo ferisce gravemente, costringendolo a convivere con il dolore per il resto della vita.
Nonostante decine di operazioni, continua a comporre, spesso dal letto, con una determinazione che fa della musica il suo unico conforto.
La sua vita privata, vissuta con discrezione, trova riflesso in testi di grande sensibilità emotiva, dove la leggerezza diventa forma di resistenza.
La morte e l’eredità di Cole Porter
Cole Porter muore il 15 ottobre 1964 a Santa Monica, in California.
Riposa nella sua città natale, accanto ai genitori.
La sua musica continua a risuonare nei teatri, nei film e nei jazz club di tutto il mondo, simbolo di un’eleganza senza tempo.
Con ironia, ritmo e grazia, Cole Porter lascia al Novecento una delle più raffinate colonne sonore della modernità.
Un talento nato per la musica
Cole Porter nasce a Peru, nell’Indiana, il 9 giugno 1891, in una famiglia benestante che ne incoraggia fin da subito il talento musicale.
Tra lezioni di pianoforte e studi classici, il giovane Porter impara a unire rigore tecnico e fantasia creativa, costruendo uno stile capace di fondere armonia e leggerezza.
Durante gli anni a Yale e Harvard coltiva la passione per la scrittura di testi e melodie, e comprende che il suo destino non è nel diritto, ma nella musica.
Negli anni Venti si trasferisce in Europa, dove il fermento di Parigi e Londra alimenta la sua ispirazione.
In quel clima di libertà e mondanità nasce l’inconfondibile stile di Cole Porter: raffinato, ironico, moderno.
Le opere di un innovatore
Cole Porter diventa presto uno dei protagonisti assoluti di Broadway e di Hollywood.
Le sue canzoni, come Night and Day, I Get a Kick Out of You, Anything Goes e Begin the Beguine, conquistano il pubblico e vengono reinterpretate da voci immortali come Frank Sinatra ed Ella Fitzgerald.
Nel 1948 firma Kiss Me, Kate, musical ispirato alla Bisbetica domata di Shakespeare, che gli vale il Tony Award e ne consacra il genio.
Le sue composizioni combinano ritmo, ironia e malinconia, restituendo un ritratto brillante dell’America urbana e sofisticata del suo tempo.
Porter eleva la canzone leggera a forma d’arte, intrecciando parole e musica con una precisione che trasforma ogni brano in un piccolo racconto teatrale.
Un’eleganza costruita sul dolore
Dietro la maschera del dandy mondano si cela un uomo segnato dalla sofferenza.
Nel 1937 un incidente a cavallo lo ferisce gravemente, costringendolo a convivere con il dolore per il resto della vita.
Nonostante decine di operazioni, continua a comporre, spesso dal letto, con una determinazione che fa della musica il suo unico conforto.
La sua vita privata, vissuta con discrezione, trova riflesso in testi di grande sensibilità emotiva, dove la leggerezza diventa forma di resistenza.
La morte e l’eredità di Cole Porter
Cole Porter muore il 15 ottobre 1964 a Santa Monica, in California.
Riposa nella sua città natale, accanto ai genitori.
La sua musica continua a risuonare nei teatri, nei film e nei jazz club di tutto il mondo, simbolo di un’eleganza senza tempo.
Con ironia, ritmo e grazia, Cole Porter lascia al Novecento una delle più raffinate colonne sonore della modernità.


















































































