16 luglio 198. Muore Herbert von Karajan, il perfezionista che fa della direzione un’arte totale.

Herbert von Karajan muore il 16 luglio 1989 a Salisburgo, la sua città natale, chiudendo una delle carriere più influenti della musica classica del XX secolo.
Figura imponente e controversa, Karajan si afferma come direttore d’orchestra già negli anni Trenta, ma è nel secondo dopoguerra che la sua ascesa diventa travolgente.
Dal 1955 prende le redini dei Berliner Philharmoniker, ruolo che mantiene per oltre trent’anni, trasformando l’orchestra in un simbolo di perfezione tecnica ed espressiva.
Parallelamente, guida la Wiener Staatsoper, incide centinaia di dischi per Deutsche Grammophon e fonda il Festival di Pasqua di Salisburgo.
Vita, carriera e visione del suono
Nato il 5 aprile 1908 a Salisburgo, Herbert von Karajan cresce in una famiglia colta e benestante.
Si forma tra Vienna e Lipsia, dove sviluppa un’ossessione quasi scultorea per il suono: ogni gesto sul podio, ogni scelta interpretativa, tende a un ideale di bellezza controllata, cesellata, pura.
Durante il regime nazista, aderisce al partito e ne trae inizialmente vantaggio, ma il suo vero prestigio internazionale si costruisce nel dopoguerra, grazie alla fedeltà al repertorio sinfonico tedesco e alla capacità di imporsi anche nel mondo discografico e cinematografico.
È un innovatore anche nella regia d’opera e nelle tecnologie audio-video: impone riprese curate nei minimi dettagli, luci drammatiche, montaggi rigorosi, come se il podio fosse una cinepresa.
Il lascito di Herbert von Karajan
A Karajan si deve un’idea di direttore come dittatore illuminato, capace di esercitare un controllo totale sull’orchestra e sulla produzione.
Lo si accusa di formalismo, di estetismo eccessivo, ma è indubbio che la sua eredità sia vastissima.
Le sue registrazioni — dal Requiem di Verdi alla Nona di Beethoven, passando per Wagner e Strauss — continuano a influenzare generazioni di musicisti.
La morte e i funerali
Il 16 luglio 1989, Herbert von Karajan muore all’età di 81 anni per un attacco cardiaco.
Viene sepolto a Anif, vicino Salisburgo, in una tomba semplice, lontana dall’immagine scenica che ha coltivato per tutta la vita.
Il mondo musicale gli rende omaggio tra luci e ombre, riconoscendo però in lui un gigante capace di riscrivere il linguaggio della direzione d’orchestra.
Herbert von Karajan muore il 16 luglio 1989 a Salisburgo, la sua città natale, chiudendo una delle carriere più influenti della musica classica del XX secolo.
Figura imponente e controversa, Karajan si afferma come direttore d’orchestra già negli anni Trenta, ma è nel secondo dopoguerra che la sua ascesa diventa travolgente.
Dal 1955 prende le redini dei Berliner Philharmoniker, ruolo che mantiene per oltre trent’anni, trasformando l’orchestra in un simbolo di perfezione tecnica ed espressiva.
Parallelamente, guida la Wiener Staatsoper, incide centinaia di dischi per Deutsche Grammophon e fonda il Festival di Pasqua di Salisburgo.
Vita, carriera e visione del suono
Nato il 5 aprile 1908 a Salisburgo, Herbert von Karajan cresce in una famiglia colta e benestante.
Si forma tra Vienna e Lipsia, dove sviluppa un’ossessione quasi scultorea per il suono: ogni gesto sul podio, ogni scelta interpretativa, tende a un ideale di bellezza controllata, cesellata, pura.
Durante il regime nazista, aderisce al partito e ne trae inizialmente vantaggio, ma il suo vero prestigio internazionale si costruisce nel dopoguerra, grazie alla fedeltà al repertorio sinfonico tedesco e alla capacità di imporsi anche nel mondo discografico e cinematografico.
È un innovatore anche nella regia d’opera e nelle tecnologie audio-video: impone riprese curate nei minimi dettagli, luci drammatiche, montaggi rigorosi, come se il podio fosse una cinepresa.
Il lascito di Herbert von Karajan
A Karajan si deve un’idea di direttore come dittatore illuminato, capace di esercitare un controllo totale sull’orchestra e sulla produzione.
Lo si accusa di formalismo, di estetismo eccessivo, ma è indubbio che la sua eredità sia vastissima.
Le sue registrazioni — dal Requiem di Verdi alla Nona di Beethoven, passando per Wagner e Strauss — continuano a influenzare generazioni di musicisti.
La morte e i funerali
Il 16 luglio 1989, Herbert von Karajan muore all’età di 81 anni per un attacco cardiaco.
Viene sepolto a Anif, vicino Salisburgo, in una tomba semplice, lontana dall’immagine scenica che ha coltivato per tutta la vita.
Il mondo musicale gli rende omaggio tra luci e ombre, riconoscendo però in lui un gigante capace di riscrivere il linguaggio della direzione d’orchestra.


















































































