17 luglio 1995. Muore Juan Manuel Fangio, il campione argentino che ha fatto la storia della Formula 1.

Juan Manuel Fangio nasce il 24 giugno 1911 a Balcarce, in Argentina.
Figlio di immigrati italiani, cresce tra motori e officine, imparando fin da giovane a smontare e rimontare automobili.
Questa abilità meccanica, unita a un talento naturale per la guida, lo conduce in poco tempo dai circuiti polverosi del Sud America alle grandi piste europee.
A partire dagli anni Quaranta, Fangio si afferma come uno dei piloti più temuti e rispettati.
Debutta nel neonato campionato di Formula 1 nel 1950 e, nell’arco di un decennio, conquista ben cinque titoli mondiali (1951, 1954, 1955, 1956 e 1957), con quattro scuderie diverse: Alfa Romeo, Maserati, Mercedes e Ferrari.
Un’impresa irripetibile per anni, fino all’era Schumacher.
Una guida elegante, un sangue freddo leggendario
Fangio non è soltanto un campione di numeri e statistiche.
È un uomo che incarna l’essenza del pilota d’altri tempi: elegante nel tratto, ma feroce in pista.
Corre in un’epoca pericolosa, senza cinture di sicurezza né barriere protettive, ma mantiene sempre un controllo assoluto, un’attenzione meticolosa e una freddezza che gli salva più volte la vita.
La sua impresa più celebre avviene al Nürburgring nel 1957, quando rimonta 50 secondi di svantaggio in 10 giri su pista bagnata, superando due Ferrari all’ultimo e vincendo la gara.
Un capolavoro di intelligenza tattica e coraggio puro.
Oltre la pista: il rispetto universale
Juan Manuel Fangio è un personaggio rispettato anche fuori dai circuiti.
La sua umiltà, il suo stile riservato e la fedeltà alle proprie origini lo rendono amato in tutto il mondo.
Non cerca mai il clamore mediatico e, dopo il ritiro nel 1958, si dedica al ruolo di ambasciatore sportivo per Mercedes-Benz, mantenendo intatto il suo prestigio.
In Argentina, il suo nome diventa simbolo di orgoglio nazionale.
A Balcarce, la sua città natale, sorge oggi un museo che celebra la sua vita e la storia dell’automobilismo.
La morte e l’eredità di Juan Manuel Fangio
Juan Manuel Fangio muore il 17 luglio 1995, a 84 anni, a Buenos Aires.
Le sue esequie si tengono con onori da eroe nazionale: piloti, autorità e tifosi lo salutano con gratitudine e rispetto.
La sua tomba, oggi meta di appassionati, porta il nome di un uomo che ha fatto della velocità una poesia.
Juan Manuel Fangio nasce il 24 giugno 1911 a Balcarce, in Argentina.
Figlio di immigrati italiani, cresce tra motori e officine, imparando fin da giovane a smontare e rimontare automobili.
Questa abilità meccanica, unita a un talento naturale per la guida, lo conduce in poco tempo dai circuiti polverosi del Sud America alle grandi piste europee.
A partire dagli anni Quaranta, Fangio si afferma come uno dei piloti più temuti e rispettati.
Debutta nel neonato campionato di Formula 1 nel 1950 e, nell’arco di un decennio, conquista ben cinque titoli mondiali (1951, 1954, 1955, 1956 e 1957), con quattro scuderie diverse: Alfa Romeo, Maserati, Mercedes e Ferrari.
Un’impresa irripetibile per anni, fino all’era Schumacher.
Una guida elegante, un sangue freddo leggendario
Fangio non è soltanto un campione di numeri e statistiche.
È un uomo che incarna l’essenza del pilota d’altri tempi: elegante nel tratto, ma feroce in pista.
Corre in un’epoca pericolosa, senza cinture di sicurezza né barriere protettive, ma mantiene sempre un controllo assoluto, un’attenzione meticolosa e una freddezza che gli salva più volte la vita.
La sua impresa più celebre avviene al Nürburgring nel 1957, quando rimonta 50 secondi di svantaggio in 10 giri su pista bagnata, superando due Ferrari all’ultimo e vincendo la gara.
Un capolavoro di intelligenza tattica e coraggio puro.
Oltre la pista: il rispetto universale
Juan Manuel Fangio è un personaggio rispettato anche fuori dai circuiti.
La sua umiltà, il suo stile riservato e la fedeltà alle proprie origini lo rendono amato in tutto il mondo.
Non cerca mai il clamore mediatico e, dopo il ritiro nel 1958, si dedica al ruolo di ambasciatore sportivo per Mercedes-Benz, mantenendo intatto il suo prestigio.
In Argentina, il suo nome diventa simbolo di orgoglio nazionale.
A Balcarce, la sua città natale, sorge oggi un museo che celebra la sua vita e la storia dell’automobilismo.
La morte e l’eredità di Juan Manuel Fangio
Juan Manuel Fangio muore il 17 luglio 1995, a 84 anni, a Buenos Aires.
Le sue esequie si tengono con onori da eroe nazionale: piloti, autorità e tifosi lo salutano con gratitudine e rispetto.
La sua tomba, oggi meta di appassionati, porta il nome di un uomo che ha fatto della velocità una poesia.


















































































