18 settembre 2024. Muore Totò Schillaci, l’attaccante d’oro.

Dalla Palermo popolare al sogno azzurro
Salvatore Schillaci nasce a Palermo il 1º dicembre 1964.
Cresce in una città che respira calcio in ogni strada e inizia a giocare con il club dilettantistico dell’AMAT Palermo.
Il talento e la fame di gol lo portano presto tra i professionisti, prima con il Messina, dove diventa un attaccante decisivo, poi con la Juventus, che lo consacra a livello nazionale.
La sua corsa e il suo istinto sotto porta attirano l’attenzione della Nazionale, che lo convoca in vista del Mondiale del 1990.
Italia ’90 e l’ascesa a simbolo
Durante i Mondiali in casa, Salvatore Schillaci sorprende il mondo.
Non parte da titolare, ma entra in campo con un’energia travolgente, segnando al suo debutto contro l’Austria.
Da quel momento diventa il volto del torneo: sei gol, la Scarpa d’Oro e il titolo di capocannoniere.
L’espressione intensa, gli occhi brillanti e la sua capacità di farsi trovare al momento giusto nel posto giusto lo trasformano nell’eroe di un’estate indimenticabile per l’Italia intera.
Tra Juventus, Inter e l’esperienza in Giappone
Dopo l’exploit mondiale, Schillaci vive stagioni importanti con la Juventus, conquistando una Coppa Italia e una Coppa UEFA.
Nel 1992 si trasferisce all’Inter, dove però gli infortuni ne limitano il rendimento.
Decide quindi di ripartire dal Giappone, firmando con il Júbilo Iwata: è tra i primi calciatori italiani a giocare in Asia, contribuendo alla crescita del calcio nipponico e diventando un punto di riferimento anche oltreoceano.
Dopo il ritiro, tra impegno sportivo e vita privata
Appese le scarpe al chiodo nel 1999, Salvatore Schillaci rimane legato al calcio con iniziative dedicate ai giovani.
A Palermo fonda una scuola calcio, punto di riferimento per tanti ragazzi del quartiere, dimostrando che la sua passione per lo sport non si spegne mai.
La morte e i funerali
Il 18 settembre 2024 Salvatore Schillaci muore a 59 anni, lasciando un vuoto profondo nel mondo del calcio e nel cuore degli italiani.
I funerali si svolgono nella sua Palermo, città che lo ha visto nascere e crescere, e che lo saluta come un figlio capace di trasformare un sogno in realtà.
L’applauso dei tifosi accompagna l’ultimo viaggio di Totò, simbolo eterno di Italia ’90.
Dalla Palermo popolare al sogno azzurro
Salvatore Schillaci nasce a Palermo il 1º dicembre 1964.
Cresce in una città che respira calcio in ogni strada e inizia a giocare con il club dilettantistico dell’AMAT Palermo.
Il talento e la fame di gol lo portano presto tra i professionisti, prima con il Messina, dove diventa un attaccante decisivo, poi con la Juventus, che lo consacra a livello nazionale.
La sua corsa e il suo istinto sotto porta attirano l’attenzione della Nazionale, che lo convoca in vista del Mondiale del 1990.
Italia ’90 e l’ascesa a simbolo
Durante i Mondiali in casa, Salvatore Schillaci sorprende il mondo.
Non parte da titolare, ma entra in campo con un’energia travolgente, segnando al suo debutto contro l’Austria.
Da quel momento diventa il volto del torneo: sei gol, la Scarpa d’Oro e il titolo di capocannoniere.
L’espressione intensa, gli occhi brillanti e la sua capacità di farsi trovare al momento giusto nel posto giusto lo trasformano nell’eroe di un’estate indimenticabile per l’Italia intera.
Tra Juventus, Inter e l’esperienza in Giappone
Dopo l’exploit mondiale, Schillaci vive stagioni importanti con la Juventus, conquistando una Coppa Italia e una Coppa UEFA.
Nel 1992 si trasferisce all’Inter, dove però gli infortuni ne limitano il rendimento.
Decide quindi di ripartire dal Giappone, firmando con il Júbilo Iwata: è tra i primi calciatori italiani a giocare in Asia, contribuendo alla crescita del calcio nipponico e diventando un punto di riferimento anche oltreoceano.
Dopo il ritiro, tra impegno sportivo e vita privata
Appese le scarpe al chiodo nel 1999, Salvatore Schillaci rimane legato al calcio con iniziative dedicate ai giovani.
A Palermo fonda una scuola calcio, punto di riferimento per tanti ragazzi del quartiere, dimostrando che la sua passione per lo sport non si spegne mai.
La morte e i funerali
Il 18 settembre 2024 Salvatore Schillaci muore a 59 anni, lasciando un vuoto profondo nel mondo del calcio e nel cuore degli italiani.
I funerali si svolgono nella sua Palermo, città che lo ha visto nascere e crescere, e che lo saluta come un figlio capace di trasformare un sogno in realtà.
L’applauso dei tifosi accompagna l’ultimo viaggio di Totò, simbolo eterno di Italia ’90.


















































































