19 luglio 2019. Muore Rutger Hauer, indimenticabile Roy Batty in Blade Runner.

Rutger Hauer nasce il 23 gennaio 1944 a Breukelen, nei Paesi Bassi.
Cresce in una famiglia di attori e inizia la sua carriera teatrale nei primi anni Sessanta.
Dopo un periodo nella marina mercantile, approda alla televisione olandese, dove ottiene notorietà con la serie Floris, diretta da Paul Verhoeven.
È proprio questo sodalizio a lanciarlo nel cinema: Soldato d’Orange (1977) e Spetters (1980) lo impongono sulla scena europea.
Da “Blade Runner” all’icona pop
Hollywood lo nota e lo chiama: nel 1981 è il mercenario Navarre in Ladyhawke, nel 1982 interpreta Roy Batty in Blade Runner, un replicante che diventa leggenda.
È in quella scena finale, sotto la pioggia, che la voce rotta di Hauer pronuncia: “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi…”
Negli anni Ottanta e Novanta alterna ruoli da protagonista a film di genere: The Hitcher, Furia cieca, Wanted: Dead or Alive.
Non teme il cinema indipendente, lavora con registi come Ermanno Olmi (La leggenda del santo bevitore), e in produzioni più recenti come Batman Begins (2005) o Sin City (2005).
La sua presenza resta magnetica, anche in ruoli secondari.
Un artista dalla coscienza attiva
Fondatore della Rutger Hauer Starfish Association, si impegna nella lotta contro l’AIDS e per i diritti umani.
La sua figura mescola ribellione, intensità e spiritualità, ama la poesia, la natura e il silenzio.
La morte e l’eredità di Rutger Hauer
Muore il 19 luglio 2019, a Beetsterzwaag, dopo una breve malattia, ha 75 anni.
I funerali si svolgono in forma privata.
La notizia viene resa pubblica solo qualche giorno dopo, nel rispetto della sua riservatezza.
Molti lo ricordano condividendo il celebre monologo di Blade Runner, quasi fosse un testamento involontario.
La sua eredità vive nel culto che ruota attorno ai suoi personaggi: outsider, visionari, tragici e profondamente umani.
Rutger Hauer nasce il 23 gennaio 1944 a Breukelen, nei Paesi Bassi.
Cresce in una famiglia di attori e inizia la sua carriera teatrale nei primi anni Sessanta.
Dopo un periodo nella marina mercantile, approda alla televisione olandese, dove ottiene notorietà con la serie Floris, diretta da Paul Verhoeven.
È proprio questo sodalizio a lanciarlo nel cinema: Soldato d’Orange (1977) e Spetters (1980) lo impongono sulla scena europea.
Da “Blade Runner” all’icona pop
Hollywood lo nota e lo chiama: nel 1981 è il mercenario Navarre in Ladyhawke, nel 1982 interpreta Roy Batty in Blade Runner, un replicante che diventa leggenda.
È in quella scena finale, sotto la pioggia, che la voce rotta di Hauer pronuncia: “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi…”
Negli anni Ottanta e Novanta alterna ruoli da protagonista a film di genere: The Hitcher, Furia cieca, Wanted: Dead or Alive.
Non teme il cinema indipendente, lavora con registi come Ermanno Olmi (La leggenda del santo bevitore), e in produzioni più recenti come Batman Begins (2005) o Sin City (2005).
La sua presenza resta magnetica, anche in ruoli secondari.
Un artista dalla coscienza attiva
Fondatore della Rutger Hauer Starfish Association, si impegna nella lotta contro l’AIDS e per i diritti umani.
La sua figura mescola ribellione, intensità e spiritualità, ama la poesia, la natura e il silenzio.
La morte e l’eredità di Rutger Hauer
Muore il 19 luglio 2019, a Beetsterzwaag, dopo una breve malattia, ha 75 anni.
I funerali si svolgono in forma privata.
La notizia viene resa pubblica solo qualche giorno dopo, nel rispetto della sua riservatezza.
Molti lo ricordano condividendo il celebre monologo di Blade Runner, quasi fosse un testamento involontario.
La sua eredità vive nel culto che ruota attorno ai suoi personaggi: outsider, visionari, tragici e profondamente umani.


















































































