19 settembre 1985. Muore lo scrittore Italo Calvino.

Un autore tra letteratura e impegno
Italo Calvino nasce a Santiago de Las Vegas, vicino L’Avana, il 15 ottobre 1923.
I genitori, entrambi scienziati, rientrano poco dopo in Liguria e il giovane cresce a Sanremo, dove scopre la passione per la lettura.
Durante la Seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza e questa esperienza segna il suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno, pubblicato nel 1947.
Da quel momento la sua scrittura diventa una lente attraverso cui leggere la realtà italiana del dopoguerra.
L’evoluzione della scrittura
Calvino non resta mai fermo in un solo stile.
Negli anni Cinquanta si avvicina al realismo fantastico con Il visconte dimezzato e con le altre opere che formeranno la trilogia degli antenati, tra allegoria e riflessione sulla condizione umana.
Negli anni Sessanta esplora la sperimentazione letteraria con Le cosmicomiche, dove la scienza diventa narrazione immaginifica. Con Le città invisibili del 1972 raggiunge uno dei vertici della sua produzione: un viaggio immaginario che riflette sul rapporto tra memoria, spazio e linguaggio.
Un intellettuale di respiro internazionale
Italo Calvino è un intellettuale attento ai mutamenti della società e del linguaggio.
Collabora con Einaudi come redattore e con diversi giornali come saggista, portando avanti una riflessione sul ruolo della letteratura in un mondo in rapido cambiamento.
Negli ultimi anni lavora alle Lezioni americane, destinate all’Università di Harvard, dove sintetizza i valori che considera fondamentali per il futuro della scrittura: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità.
La morte e l’eredità
Il 6 settembre 1985 Calvino viene colpito da un ictus e viene ricoverato a Siena, dove muore il 19 settembre all’età di sessantuno anni.
I funerali si svolgono nella stessa città toscana e il corpo viene sepolto nel cimitero di Castiglione della Pescaia, luogo da lui molto amato.
Un autore tra letteratura e impegno
Italo Calvino nasce a Santiago de Las Vegas, vicino L’Avana, il 15 ottobre 1923.
I genitori, entrambi scienziati, rientrano poco dopo in Liguria e il giovane cresce a Sanremo, dove scopre la passione per la lettura.
Durante la Seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza e questa esperienza segna il suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno, pubblicato nel 1947.
Da quel momento la sua scrittura diventa una lente attraverso cui leggere la realtà italiana del dopoguerra.
L’evoluzione della scrittura
Calvino non resta mai fermo in un solo stile.
Negli anni Cinquanta si avvicina al realismo fantastico con Il visconte dimezzato e con le altre opere che formeranno la trilogia degli antenati, tra allegoria e riflessione sulla condizione umana.
Negli anni Sessanta esplora la sperimentazione letteraria con Le cosmicomiche, dove la scienza diventa narrazione immaginifica. Con Le città invisibili del 1972 raggiunge uno dei vertici della sua produzione: un viaggio immaginario che riflette sul rapporto tra memoria, spazio e linguaggio.
Un intellettuale di respiro internazionale
Italo Calvino è un intellettuale attento ai mutamenti della società e del linguaggio.
Collabora con Einaudi come redattore e con diversi giornali come saggista, portando avanti una riflessione sul ruolo della letteratura in un mondo in rapido cambiamento.
Negli ultimi anni lavora alle Lezioni americane, destinate all’Università di Harvard, dove sintetizza i valori che considera fondamentali per il futuro della scrittura: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità.
La morte e l’eredità
Il 6 settembre 1985 Calvino viene colpito da un ictus e viene ricoverato a Siena, dove muore il 19 settembre all’età di sessantuno anni.
I funerali si svolgono nella stessa città toscana e il corpo viene sepolto nel cimitero di Castiglione della Pescaia, luogo da lui molto amato.


















































































