20 agosto 1799. Muore Eleonora Pimentel Fonseca.

Una donna tra due mondi
Eleonora Pimentel Fonseca nasce a Roma il 13 gennaio 1752, da una famiglia portoghese di origine nobile.
Ancora bambina si trasferisce a Napoli, città che diventa il cuore della sua formazione culturale e politica.
Coltiva da subito la passione per le lettere, scrivendo poesie e componimenti che le valgono riconoscimenti nelle accademie dell’epoca.
La sua scrittura unisce eleganza letteraria e spirito illuminista, segno di una mente pronta a confrontarsi con le grandi correnti del pensiero europeo.
L’impegno politico e culturale
Nel vivace ambiente intellettuale napoletano, Eleonora Pimentel Fonseca frequenta circoli letterari e figure di spicco della cultura riformista.
Condivide idee progressiste, guardando con interesse agli eventi rivoluzionari di Francia.
Quando nel 1799 nasce la Repubblica Napoletana, accetta un ruolo di primo piano: dirige “Il Monitore Napoletano”, giornale ufficiale che diventa lo strumento di diffusione dei principi repubblicani.
Le sue parole, chiare e coraggiose, mirano a educare il popolo e a sostenere un progetto di rinnovamento sociale e politico.
Una figura simbolo
Eleonora Pimentel Fonseca rappresenta una delle prime donne in Europa a unire l’impegno letterario a quello politico, diventando simbolo di una stagione in cui libertà e uguaglianza appaiono a portata di mano.
La sua figura sfida le convenzioni del tempo: donna, intellettuale e giornalista in un contesto dominato dagli uomini, sceglie di farsi portavoce di un’idea di giustizia che va oltre i privilegi di casta.
La condanna e l’ultimo saluto
Il sogno repubblicano dura pochi mesi.
Con il ritorno dei Borbone a Napoli, i protagonisti della rivoluzione vengono processati e condannati.
Eleonora Pimentel Fonseca, accusata di tradimento, affronta con fermezza il patibolo.
Il 20 agosto 1799 viene impiccata in Piazza Mercato, la stessa dove secoli prima era stato giustiziato Masaniello.
Le cronache raccontano la sua dignità fino all’ultimo respiro, quando pronuncia parole di commiato che restano impresse nella memoria collettiva.
Il suo funerale non conosce onori, ma la sua morte diventa il sigillo di un’esistenza interamente spesa per la libertà.
Oggi Eleonora Pimentel Fonseca è ricordata come martire della Repubblica Napoletana e come una delle prime grandi protagoniste femminili della storia politica italiana.
Una donna tra due mondi
Eleonora Pimentel Fonseca nasce a Roma il 13 gennaio 1752, da una famiglia portoghese di origine nobile.
Ancora bambina si trasferisce a Napoli, città che diventa il cuore della sua formazione culturale e politica.
Coltiva da subito la passione per le lettere, scrivendo poesie e componimenti che le valgono riconoscimenti nelle accademie dell’epoca.
La sua scrittura unisce eleganza letteraria e spirito illuminista, segno di una mente pronta a confrontarsi con le grandi correnti del pensiero europeo.
L’impegno politico e culturale
Nel vivace ambiente intellettuale napoletano, Eleonora Pimentel Fonseca frequenta circoli letterari e figure di spicco della cultura riformista.
Condivide idee progressiste, guardando con interesse agli eventi rivoluzionari di Francia.
Quando nel 1799 nasce la Repubblica Napoletana, accetta un ruolo di primo piano: dirige “Il Monitore Napoletano”, giornale ufficiale che diventa lo strumento di diffusione dei principi repubblicani.
Le sue parole, chiare e coraggiose, mirano a educare il popolo e a sostenere un progetto di rinnovamento sociale e politico.
Una figura simbolo
Eleonora Pimentel Fonseca rappresenta una delle prime donne in Europa a unire l’impegno letterario a quello politico, diventando simbolo di una stagione in cui libertà e uguaglianza appaiono a portata di mano.
La sua figura sfida le convenzioni del tempo: donna, intellettuale e giornalista in un contesto dominato dagli uomini, sceglie di farsi portavoce di un’idea di giustizia che va oltre i privilegi di casta.
La condanna e l’ultimo saluto
Il sogno repubblicano dura pochi mesi.
Con il ritorno dei Borbone a Napoli, i protagonisti della rivoluzione vengono processati e condannati.
Eleonora Pimentel Fonseca, accusata di tradimento, affronta con fermezza il patibolo.
Il 20 agosto 1799 viene impiccata in Piazza Mercato, la stessa dove secoli prima era stato giustiziato Masaniello.
Le cronache raccontano la sua dignità fino all’ultimo respiro, quando pronuncia parole di commiato che restano impresse nella memoria collettiva.
Il suo funerale non conosce onori, ma la sua morte diventa il sigillo di un’esistenza interamente spesa per la libertà.
Oggi Eleonora Pimentel Fonseca è ricordata come martire della Repubblica Napoletana e come una delle prime grandi protagoniste femminili della storia politica italiana.


















































































