20 luglio 1937. Muore Guglielmo Marconi, l’uomo che accende l’era delle onde radio.

Guglielmo Marconi non si limita a immaginare la trasmissione senza fili: la realizza.
Alla fine del XIX secolo, quando il mondo comunica ancora con fili e segnali visibili, Marconi capta l’invisibile.
Nasce a Bologna il 25 aprile 1874, da padre italiano e madre irlandese.
Cresce tra l’Emilia e l’Inghilterra, e proprio tra queste due culture sviluppa la sua curiosità per l’elettricità e le onde hertziane.
A vent’anni, chiuso nel laboratorio improvvisato della villa paterna, tenta il salto impossibile: trasmettere segnali radio senza fili, attraverso muri, distanze, ostacoli.
La sua determinazione apre la strada a un’epoca interamente nuova.
L’inventore che collega il mondo
Nel 1897 fonda a Londra la Wireless Telegraph & Signal Company, dando inizio a un’avventura industriale che cambia per sempre il modo di comunicare.
Nel 1901, contro ogni previsione, invia il primo segnale transatlantico da Poldhu (Inghilterra) a St. John’s (Canada): tre semplici punti in codice Morse, la lettera “S”, attraversano l’oceano.
L’impatto è enorme. Marconi riceve il Premio Nobel per la Fisica nel 1909, condiviso con Karl Ferdinand Braun.
Ma non è solo la scienza a riconoscerlo: governi, eserciti, navi e quotidiani cominciano a utilizzare la sua tecnologia.
Nel naufragio del Titanic, nel 1912, le comunicazioni radio permettono il salvataggio di oltre 700 persone. Marconi diventa un simbolo vivente del progresso.
Scienza, potere e contraddizioni
Negli anni successivi si avvicina al fascismo, presiede il Consiglio Nazionale delle Ricerche e diventa una figura centrale nella politica scientifica del regime.
Nonostante ciò, il suo contributo alla fisica applicata resta indiscusso.
Le sue intuizioni aprono la via alla radio, alla televisione, al radar, al wireless.
L’addio al pioniere delle comunicazioni
Guglielmo Marconi muore a Roma il 20 luglio 1937, all’età di 63 anni, per un attacco cardiaco.
I funerali di Stato si svolgono con grandissimo rilievo, in sua memoria, tutte le stazioni radio italiane osservano un minuto di silenzio, interrompendo le trasmissioni.
È il segno più eloquente: proprio nel silenzio si percepisce il peso dell’eredità lasciata da chi ha insegnato al mondo a far viaggiare la voce nell’aria.
Guglielmo Marconi non si limita a immaginare la trasmissione senza fili: la realizza.
Alla fine del XIX secolo, quando il mondo comunica ancora con fili e segnali visibili, Marconi capta l’invisibile.
Nasce a Bologna il 25 aprile 1874, da padre italiano e madre irlandese.
Cresce tra l’Emilia e l’Inghilterra, e proprio tra queste due culture sviluppa la sua curiosità per l’elettricità e le onde hertziane.
A vent’anni, chiuso nel laboratorio improvvisato della villa paterna, tenta il salto impossibile: trasmettere segnali radio senza fili, attraverso muri, distanze, ostacoli.
La sua determinazione apre la strada a un’epoca interamente nuova.
L’inventore che collega il mondo
Nel 1897 fonda a Londra la Wireless Telegraph & Signal Company, dando inizio a un’avventura industriale che cambia per sempre il modo di comunicare.
Nel 1901, contro ogni previsione, invia il primo segnale transatlantico da Poldhu (Inghilterra) a St. John’s (Canada): tre semplici punti in codice Morse, la lettera “S”, attraversano l’oceano.
L’impatto è enorme. Marconi riceve il Premio Nobel per la Fisica nel 1909, condiviso con Karl Ferdinand Braun.
Ma non è solo la scienza a riconoscerlo: governi, eserciti, navi e quotidiani cominciano a utilizzare la sua tecnologia.
Nel naufragio del Titanic, nel 1912, le comunicazioni radio permettono il salvataggio di oltre 700 persone. Marconi diventa un simbolo vivente del progresso.
Scienza, potere e contraddizioni
Negli anni successivi si avvicina al fascismo, presiede il Consiglio Nazionale delle Ricerche e diventa una figura centrale nella politica scientifica del regime.
Nonostante ciò, il suo contributo alla fisica applicata resta indiscusso.
Le sue intuizioni aprono la via alla radio, alla televisione, al radar, al wireless.
L’addio al pioniere delle comunicazioni
Guglielmo Marconi muore a Roma il 20 luglio 1937, all’età di 63 anni, per un attacco cardiaco.
I funerali di Stato si svolgono con grandissimo rilievo, in sua memoria, tutte le stazioni radio italiane osservano un minuto di silenzio, interrompendo le trasmissioni.
È il segno più eloquente: proprio nel silenzio si percepisce il peso dell’eredità lasciata da chi ha insegnato al mondo a far viaggiare la voce nell’aria.


















































































