20 novembre 1952. Muore a Napoli Benedetto Croce.

Un filosofo al centro del Novecento
Benedetto Croce attraversa il Novecento come una delle figure più influenti della cultura italiana.
Nato il 25 febbraio 1866 a Pescasseroli, cresce tra libri, studi e un’intensa curiosità intellettuale che lo porta a confrontarsi con filosofia, storia e politica.
La sua vita si muove costantemente tra riflessione teorica e impegno civile, costruendo un pensiero che ancora oggi orienta il dibattito culturale.
Vita e percorso intellettuale
Dopo la tragedia del terremoto di Casamicciola del 1883 — in cui perde i genitori e la sorella — Croce si trasferisce definitivamente a Napoli.
Qui sviluppa una visione autonoma e rigorosa del sapere, lontana dalle mode culturali del tempo.
La sua formazione non passa dalle aule universitarie, ma da uno studio caparbio e da un dialogo serrato con i grandi autori della tradizione europea.
Con il passare degli anni, Croce si afferma come storico, filosofo ed editore.
È in questo periodo che prende forma la sua teoria dell’idealismo, centrata sulla libertà come valore fondamentale dell’esperienza umana.
La sua attività di studioso si intreccia con quella di organizzatore culturale: fonda riviste, sostiene giovani ricercatori, traduce e diffonde testi che ritiene indispensabili per la crescita del Paese.
Le opere e l’impegno civile
Tra saggi, conferenze e interventi pubblici, Croce costruisce un corpus vastissimo.
Si occupa di estetica, filosofia dello spirito, critica letteraria e storiografia.
Ogni opera è il tassello di un progetto più ampio, che mira a interpretare la realtà attraverso le forme dello spirito: arte, logica, economia ed etica.
Parallelamente, nella vita politica svolge un ruolo determinante.
Diventa ministro della Pubblica Istruzione e successivamente senatore a vita.
Durante il regime fascista, la sua voce rimane una delle poche a difendere apertamente la libertà di pensiero, posizione che lo espone ma lo conferma come punto di riferimento morale.
Dopo il 1943, partecipa alla ricostruzione istituzionale dell’Italia contribuendo alla nascita della democrazia repubblicana.
La morte e i funerali
Il 20 novembre 1952 Benedetto Croce muore nella sua casa di Napoli, circondato dagli affetti più vicini e immerso nei suoi studi fino agli ultimi giorni.
I funerali si tengono nella stessa città, in un clima di profonda partecipazione pubblica.
L’omaggio corale di intellettuali, studenti e cittadini chiude una vita interamente dedicata alla ricerca della verità, al rigore morale e alla difesa della libertà.
Un filosofo al centro del Novecento
Benedetto Croce attraversa il Novecento come una delle figure più influenti della cultura italiana.
Nato il 25 febbraio 1866 a Pescasseroli, cresce tra libri, studi e un’intensa curiosità intellettuale che lo porta a confrontarsi con filosofia, storia e politica.
La sua vita si muove costantemente tra riflessione teorica e impegno civile, costruendo un pensiero che ancora oggi orienta il dibattito culturale.
Vita e percorso intellettuale
Dopo la tragedia del terremoto di Casamicciola del 1883 — in cui perde i genitori e la sorella — Croce si trasferisce definitivamente a Napoli.
Qui sviluppa una visione autonoma e rigorosa del sapere, lontana dalle mode culturali del tempo.
La sua formazione non passa dalle aule universitarie, ma da uno studio caparbio e da un dialogo serrato con i grandi autori della tradizione europea.
Con il passare degli anni, Croce si afferma come storico, filosofo ed editore.
È in questo periodo che prende forma la sua teoria dell’idealismo, centrata sulla libertà come valore fondamentale dell’esperienza umana.
La sua attività di studioso si intreccia con quella di organizzatore culturale: fonda riviste, sostiene giovani ricercatori, traduce e diffonde testi che ritiene indispensabili per la crescita del Paese.
Le opere e l’impegno civile
Tra saggi, conferenze e interventi pubblici, Croce costruisce un corpus vastissimo.
Si occupa di estetica, filosofia dello spirito, critica letteraria e storiografia.
Ogni opera è il tassello di un progetto più ampio, che mira a interpretare la realtà attraverso le forme dello spirito: arte, logica, economia ed etica.
Parallelamente, nella vita politica svolge un ruolo determinante.
Diventa ministro della Pubblica Istruzione e successivamente senatore a vita.
Durante il regime fascista, la sua voce rimane una delle poche a difendere apertamente la libertà di pensiero, posizione che lo espone ma lo conferma come punto di riferimento morale.
Dopo il 1943, partecipa alla ricostruzione istituzionale dell’Italia contribuendo alla nascita della democrazia repubblicana.
La morte e i funerali
Il 20 novembre 1952 Benedetto Croce muore nella sua casa di Napoli, circondato dagli affetti più vicini e immerso nei suoi studi fino agli ultimi giorni.
I funerali si tengono nella stessa città, in un clima di profonda partecipazione pubblica.
L’omaggio corale di intellettuali, studenti e cittadini chiude una vita interamente dedicata alla ricerca della verità, al rigore morale e alla difesa della libertà.


















































































