25 agosto 2012. Muore Neil Armstrong, primo uomo sulla Luna.

L’infanzia e la passione per il volo
Neil Armstrong nasce il 5 agosto 1930 a Wapakoneta, in Ohio. Cresce in un’America che vive l’epoca pionieristica dell’aviazione e, affascinato dagli aerei, ottiene la licenza da pilota ancora prima di prendere la patente di guida.
Dopo gli studi in ingegneria aeronautica alla Purdue University, entra come pilota collaudatore nella Marina degli Stati Uniti, partecipando anche alla guerra di Corea.
La sua carriera si sviluppa nel segno della precisione e del coraggio, qualità che lo conducono naturalmente verso la NASA.
La carriera da astronauta
Armstrong entra a far parte del corpo degli astronauti nel 1962, quando gli Stati Uniti competono con l’Unione Sovietica per la conquista dello spazio.
Dopo una prima missione a bordo della Gemini 8, che mette alla prova la sua prontezza di comando in una situazione di emergenza, viene scelto come comandante dell’Apollo 11.
Il 20 luglio 1969 pronuncia la frase che entra nella storia: “Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità”, mentre posa il piede sul suolo lunare.
Al suo fianco ci sono Buzz Aldrin e Michael Collins, protagonisti della missione che segna l’apice dell’era spaziale.
Dopo il successo dell’Apollo 11, sceglie una vita riservata, lontana dai riflettori, dedicandosi all’insegnamento universitario e a ruoli di consulenza aerospaziale.
Rimane, però, un’icona mondiale, simbolo di perseveranza e di quella spinta verso l’ignoto che caratterizza l’essere umano.
La morte e l’ultimo saluto
Neil Armstrong muore il 25 agosto 2012 a Cincinnati, Ohio, a 82 anni, in seguito a complicazioni cardiache dopo un intervento chirurgico.
La notizia fa il giro del mondo e milioni di persone ricordano l’uomo che ha portato l’umanità sulla Luna.
I funerali si svolgono in forma privata, ma la NASA e le principali istituzioni internazionali organizzano cerimonie commemorative.
Le sue ceneri vengono disperse nell’Oceano Atlantico, un gesto che richiama l’orizzonte infinito che Armstrong ha contribuito ad allargare.
Il suo nome resta inciso nella memoria collettiva come quello di un pioniere capace di dimostrare che i limiti possono essere superati.
Neil Armstrong continua a essere il volto di un’epoca in cui il sogno diventa realtà.
L’infanzia e la passione per il volo
Neil Armstrong nasce il 5 agosto 1930 a Wapakoneta, in Ohio. Cresce in un’America che vive l’epoca pionieristica dell’aviazione e, affascinato dagli aerei, ottiene la licenza da pilota ancora prima di prendere la patente di guida.
Dopo gli studi in ingegneria aeronautica alla Purdue University, entra come pilota collaudatore nella Marina degli Stati Uniti, partecipando anche alla guerra di Corea.
La sua carriera si sviluppa nel segno della precisione e del coraggio, qualità che lo conducono naturalmente verso la NASA.
La carriera da astronauta
Armstrong entra a far parte del corpo degli astronauti nel 1962, quando gli Stati Uniti competono con l’Unione Sovietica per la conquista dello spazio.
Dopo una prima missione a bordo della Gemini 8, che mette alla prova la sua prontezza di comando in una situazione di emergenza, viene scelto come comandante dell’Apollo 11.
Il 20 luglio 1969 pronuncia la frase che entra nella storia: “Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità”, mentre posa il piede sul suolo lunare.
Al suo fianco ci sono Buzz Aldrin e Michael Collins, protagonisti della missione che segna l’apice dell’era spaziale.
Dopo il successo dell’Apollo 11, sceglie una vita riservata, lontana dai riflettori, dedicandosi all’insegnamento universitario e a ruoli di consulenza aerospaziale.
Rimane, però, un’icona mondiale, simbolo di perseveranza e di quella spinta verso l’ignoto che caratterizza l’essere umano.
La morte e l’ultimo saluto
Neil Armstrong muore il 25 agosto 2012 a Cincinnati, Ohio, a 82 anni, in seguito a complicazioni cardiache dopo un intervento chirurgico.
La notizia fa il giro del mondo e milioni di persone ricordano l’uomo che ha portato l’umanità sulla Luna.
I funerali si svolgono in forma privata, ma la NASA e le principali istituzioni internazionali organizzano cerimonie commemorative.
Le sue ceneri vengono disperse nell’Oceano Atlantico, un gesto che richiama l’orizzonte infinito che Armstrong ha contribuito ad allargare.
Il suo nome resta inciso nella memoria collettiva come quello di un pioniere capace di dimostrare che i limiti possono essere superati.
Neil Armstrong continua a essere il volto di un’epoca in cui il sogno diventa realtà.


















































































