25 maggio 1693. Muore Madame de La Fayette, la donna che inventò il romanzo moderno.

Madame de La Fayette scrive con una grazia che inganna.
Sotto lo stile raffinato e misurato si nasconde un’osservatrice lucida, a volte spietata, dell’animo umano.
Il 25 maggio 1693 si spegne a Parigi una delle menti più brillanti della letteratura francese del Seicento.
Ma la sua eredità letteraria resta viva, soprattutto in quel capolavoro che cambia per sempre la narrativa: La Princesse de Clèves.
Marie-Madeleine Pioche de La Vergne nasce a Parigi nel 1634.
Riceve un’educazione colta, insolita per una donna della sua epoca.
Cresce in un ambiente frequentato da intellettuali, filosofi, poeti.
Presto frequenta i salotti più influenti, dove si discute di politica, morale, letteratura.
E lì, tra una conversazione e l’altra, affina lo sguardo e la penna.
Sposa il conte de La Fayette, ma è attraverso la scrittura che lascia un’impronta.
Lo fa con discrezione, pubblicando le sue opere in forma anonima.
Ma il suo stile è inconfondibile.
Elegante, misurato, tagliente quando serve.
Madame de La Fayette e il primo romanzo psicologico
Nel 1678, pubblica La Princesse de Clèves, considerato il primo romanzo psicologico della letteratura occidentale.
Ambientato alla corte di Francia nel Cinquecento, il libro racconta una storia d’amore e dovere, passione e sacrificio.
Ma ciò che lo rende rivoluzionario è la profondità con cui descrive l’interiorità dei personaggi.
Madame de La Fayette non racconta solo fatti.
Scava nell’anima.
Anticipa, con secoli di anticipo, la sensibilità moderna.
Con uno stile asciutto e preciso, rompe con le convenzioni del romanzo cavalleresco e sentimentale.
Le sue protagoniste non cercano il lieto fine.
Cercano la verità.
E, spesso, la trovano dentro sé stesse.
L’eredità di una donna libera
Madame de La Fayette muore il 25 maggio 1693, nella città dove è nata.
Resta fedele a un ideale di scrittura sobria, limpida, capace di raccontare le passioni senza fronzoli.
Riposa nel cimitero del convento delle Carmelitane di rue Saint-Jacques, a Parigi.
Non ci è pervenuto un epitaffio, ma le sue parole resistono al tempo.
Chi legge oggi La Princesse de Clèves sente ancora quella voce.
Una voce femminile, indipendente, moderna.
Una voce che ha il coraggio di guardare in faccia i sentimenti.
E di raccontarli, con verità.
Madame de La Fayette scrive con una grazia che inganna.
Sotto lo stile raffinato e misurato si nasconde un’osservatrice lucida, a volte spietata, dell’animo umano.
Il 25 maggio 1693 si spegne a Parigi una delle menti più brillanti della letteratura francese del Seicento.
Ma la sua eredità letteraria resta viva, soprattutto in quel capolavoro che cambia per sempre la narrativa: La Princesse de Clèves.
Marie-Madeleine Pioche de La Vergne nasce a Parigi nel 1634.
Riceve un’educazione colta, insolita per una donna della sua epoca.
Cresce in un ambiente frequentato da intellettuali, filosofi, poeti.
Presto frequenta i salotti più influenti, dove si discute di politica, morale, letteratura.
E lì, tra una conversazione e l’altra, affina lo sguardo e la penna.
Sposa il conte de La Fayette, ma è attraverso la scrittura che lascia un’impronta.
Lo fa con discrezione, pubblicando le sue opere in forma anonima.
Ma il suo stile è inconfondibile.
Elegante, misurato, tagliente quando serve.
Madame de La Fayette e il primo romanzo psicologico
Nel 1678, pubblica La Princesse de Clèves, considerato il primo romanzo psicologico della letteratura occidentale.
Ambientato alla corte di Francia nel Cinquecento, il libro racconta una storia d’amore e dovere, passione e sacrificio.
Ma ciò che lo rende rivoluzionario è la profondità con cui descrive l’interiorità dei personaggi.
Madame de La Fayette non racconta solo fatti.
Scava nell’anima.
Anticipa, con secoli di anticipo, la sensibilità moderna.
Con uno stile asciutto e preciso, rompe con le convenzioni del romanzo cavalleresco e sentimentale.
Le sue protagoniste non cercano il lieto fine.
Cercano la verità.
E, spesso, la trovano dentro sé stesse.
L’eredità di una donna libera
Madame de La Fayette muore il 25 maggio 1693, nella città dove è nata.
Resta fedele a un ideale di scrittura sobria, limpida, capace di raccontare le passioni senza fronzoli.
Riposa nel cimitero del convento delle Carmelitane di rue Saint-Jacques, a Parigi.
Non ci è pervenuto un epitaffio, ma le sue parole resistono al tempo.
Chi legge oggi La Princesse de Clèves sente ancora quella voce.
Una voce femminile, indipendente, moderna.
Una voce che ha il coraggio di guardare in faccia i sentimenti.
E di raccontarli, con verità.


















































































