28 novembre 1680. Muore Gian Lorenzo Bernini.

Un artista che ridisegna Roma
Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli nel 1598 e cresce nell’ambiente artistico che suo padre Pietro gli apre con naturalezza, portandolo nei cantieri romani dove il giovane comincia a osservare il marmo come una materia viva.
La sua carriera fiorisce presto sotto il pontificato di Paolo V, che ne intuisce il talento e lo favorisce negli incarichi più ambiziosi.
A Roma, Bernini trova un terreno fertile: la città in pieno fermento culturale lo accoglie e diventa il suo teatro permanente.
Le opere che definiscono un’epoca
Il nome di Gian Lorenzo Bernini diventa sinonimo di Barocco grazie a una serie di opere che rivoluzionano la scultura e l’idea stessa di spazio.
Con “Apollo e Dafne” e il “Ratto di Proserpina”, crea forme dinamiche, capaci di trasmettere tensione, movimento, emozione.
Nel medesimo periodo, l’artista consolida il suo rapporto con il cardinale Scipione Borghese, che ne sostiene i progetti e ne valorizza l’ingegno.
Bernini non si limita alla scultura: entra nel vivo dell’architettura con la celebre “colonnata di Piazza San Pietro”, progettata come un abbraccio che accoglie i pellegrini e amplifica la monumentalità della basilica.
Con “Il Baldacchino” e la “Cattedra di San Pietro”, inserisce la teatralità nello spazio sacro, trasformando l’altare in una scena che celebra la potenza della fede.
La sua attività si espande anche nella ritrattistica: i busti di Scipione Borghese, di Urbano VIII e di Luigi XIV testimoniano una capacità unica di catturare personalità, stato d’animo e presenza scenica.
Bernini, già anziano, affronta anche la sfida di una trasferta alla corte francese, dove realizza il ritratto del Re Sole e propone progetti architettonici che però non vengono accolti.
Gli ultimi giorni e la morte
Nel 1680, dopo una vita trascorsa tra cantieri, committenze papali e un fervore creativo incessante, la salute di Gian Lorenzo Bernini si indebolisce.
Muore a Roma il 28 novembre 1680, all’età di 81 anni.
I funerali si svolgono nella basilica di Santa Maria Maggiore, alla presenza dell’élite artistica e religiosa della città che ha contribuito a plasmare.
Viene poi sepolto nella basilica di Santa Maria Maggiore, nella tomba di famiglia.
Un artista che ridisegna Roma
Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli nel 1598 e cresce nell’ambiente artistico che suo padre Pietro gli apre con naturalezza, portandolo nei cantieri romani dove il giovane comincia a osservare il marmo come una materia viva.
La sua carriera fiorisce presto sotto il pontificato di Paolo V, che ne intuisce il talento e lo favorisce negli incarichi più ambiziosi.
A Roma, Bernini trova un terreno fertile: la città in pieno fermento culturale lo accoglie e diventa il suo teatro permanente.
Le opere che definiscono un’epoca
Il nome di Gian Lorenzo Bernini diventa sinonimo di Barocco grazie a una serie di opere che rivoluzionano la scultura e l’idea stessa di spazio.
Con “Apollo e Dafne” e il “Ratto di Proserpina”, crea forme dinamiche, capaci di trasmettere tensione, movimento, emozione.
Nel medesimo periodo, l’artista consolida il suo rapporto con il cardinale Scipione Borghese, che ne sostiene i progetti e ne valorizza l’ingegno.
Bernini non si limita alla scultura: entra nel vivo dell’architettura con la celebre “colonnata di Piazza San Pietro”, progettata come un abbraccio che accoglie i pellegrini e amplifica la monumentalità della basilica.
Con “Il Baldacchino” e la “Cattedra di San Pietro”, inserisce la teatralità nello spazio sacro, trasformando l’altare in una scena che celebra la potenza della fede.
La sua attività si espande anche nella ritrattistica: i busti di Scipione Borghese, di Urbano VIII e di Luigi XIV testimoniano una capacità unica di catturare personalità, stato d’animo e presenza scenica.
Bernini, già anziano, affronta anche la sfida di una trasferta alla corte francese, dove realizza il ritratto del Re Sole e propone progetti architettonici che però non vengono accolti.
Gli ultimi giorni e la morte
Nel 1680, dopo una vita trascorsa tra cantieri, committenze papali e un fervore creativo incessante, la salute di Gian Lorenzo Bernini si indebolisce.
Muore a Roma il 28 novembre 1680, all’età di 81 anni.
I funerali si svolgono nella basilica di Santa Maria Maggiore, alla presenza dell’élite artistica e religiosa della città che ha contribuito a plasmare.
Viene poi sepolto nella basilica di Santa Maria Maggiore, nella tomba di famiglia.


















































































