31 luglio 2012. Muore lo scrittore Gore Vidal.

Un autore fuori dagli schemi
Gore Vidal nasce il 3 ottobre 1925 a West Point, in una famiglia dalle solide radici politiche e militari.
Il nonno è senatore democratico, il padre un pioniere dell’aviazione.
Cresce immerso nella politica americana, ma la sua vocazione è letteraria: già a 21 anni pubblica *Williwaw*, romanzo d’esordio ispirato alla sua esperienza nella Marina durante la Seconda guerra mondiale.
Da subito mostra una scrittura tagliente, irriverente e sofisticata.
Non teme la provocazione, né in letteratura né nella vita pubblica. Con *La statua di sale* (1948) è tra i primi romanzieri americani a raccontare apertamente l’omosessualità, sfidando la censura e l’opinione dominante.
Romanzi, saggi e battaglie intellettuali
Negli anni Sessanta e Settanta Gore Vidal si afferma come uno dei più lucidi osservatori della politica americana.
Firma romanzi storici di successo come *Juliano*, *Burr*, *Lincoln*, dove intreccia ricerca storica e spirito critico.
La sua è una scrittura colta ma accessibile, sempre attraversata da uno sguardo ironico e disincantato sul potere.
Parallelamente, scrive saggi di analisi politica, sceneggiature per il cinema, testi teatrali e articoli per la stampa.
Frequenta la televisione, i salotti letterari e quelli politici, e si costruisce una figura di intellettuale combattivo.
Critica duramente la guerra in Vietnam, la corruzione del potere, la cultura consumistica americana.
La sua lingua affilata colpisce tutti: da Ronald Reagan a Truman Capote, da Norman Mailer a George W. Bush. Ma non è un cinico: dietro l’ironia si cela una profonda fiducia nel potere della cultura come forma di resistenza.
La morte e l’eredità
Gore Vidal muore il 31 luglio 2012 a Los Angeles, all’età di 86 anni.
Negli ultimi anni ha affrontato la malattia e la perdita del compagno di una vita, Howard Austen, con cui ha condiviso decenni lontano dai riflettori.
Riposa accanto a lui nel Rock Creek Cemetery di Washington.
Un autore fuori dagli schemi
Gore Vidal nasce il 3 ottobre 1925 a West Point, in una famiglia dalle solide radici politiche e militari.
Il nonno è senatore democratico, il padre un pioniere dell’aviazione.
Cresce immerso nella politica americana, ma la sua vocazione è letteraria: già a 21 anni pubblica *Williwaw*, romanzo d’esordio ispirato alla sua esperienza nella Marina durante la Seconda guerra mondiale.
Da subito mostra una scrittura tagliente, irriverente e sofisticata.
Non teme la provocazione, né in letteratura né nella vita pubblica. Con *La statua di sale* (1948) è tra i primi romanzieri americani a raccontare apertamente l’omosessualità, sfidando la censura e l’opinione dominante.
Romanzi, saggi e battaglie intellettuali
Negli anni Sessanta e Settanta Gore Vidal si afferma come uno dei più lucidi osservatori della politica americana.
Firma romanzi storici di successo come *Juliano*, *Burr*, *Lincoln*, dove intreccia ricerca storica e spirito critico.
La sua è una scrittura colta ma accessibile, sempre attraversata da uno sguardo ironico e disincantato sul potere.
Parallelamente, scrive saggi di analisi politica, sceneggiature per il cinema, testi teatrali e articoli per la stampa.
Frequenta la televisione, i salotti letterari e quelli politici, e si costruisce una figura di intellettuale combattivo.
Critica duramente la guerra in Vietnam, la corruzione del potere, la cultura consumistica americana.
La sua lingua affilata colpisce tutti: da Ronald Reagan a Truman Capote, da Norman Mailer a George W. Bush. Ma non è un cinico: dietro l’ironia si cela una profonda fiducia nel potere della cultura come forma di resistenza.
La morte e l’eredità
Gore Vidal muore il 31 luglio 2012 a Los Angeles, all’età di 86 anni.
Negli ultimi anni ha affrontato la malattia e la perdita del compagno di una vita, Howard Austen, con cui ha condiviso decenni lontano dai riflettori.
Riposa accanto a lui nel Rock Creek Cemetery di Washington.


















































































