4 luglio 2014. Muore Giorgio Faletti, dalla comicità ai bestseller, l’artista che sorprende sempre.

Giorgio Faletti muore il 4 luglio 2014, in una clinica di Torino.
Ha 63 anni e dentro di sé ha vissuto più di una vita.
La notizia arriva come un colpo improvviso.
Chi lo conosce solo per i suoi romanzi resta sorpreso.
Chi lo ricorda sul palco o in televisione, invece, sa bene quanto sia difficile etichettarlo.
Faletti non è un uomo da una sola vocazione.
È attore, comico, cantante, scrittore.
E in ognuno di questi ruoli riesce a mettere qualcosa di personale, come se tutto facesse parte di una stessa necessità: raccontare il mondo.
Giorgio Faletti, un talento fuori dagli schemi
Nasce ad Asti il 25 novembre 1950.
Studia giurisprudenza, ma la sua testa è altrove.
La comicità è il primo terreno dove si fa conoscere.
Alla fine degli anni ’80 diventa un volto noto grazie a Drive In.
I suoi personaggi fanno ridere, ma sotto le battute si sente già quella vena malinconica che lo accompagna ovunque.
Quando arriva il momento della musica, spiazza tutti.
Scrive canzoni, sale sul palco di Sanremo.
Nel 1994 canta Signor Tenente, un brano che lascia il segno.
Parla di mafia, di giustizia, con una voce rotta che non recita, ma vive.
Poi, quasi in silenzio, comincia a scrivere romanzi.
E anche qui stupisce.
Il suo Io uccido vende milioni di copie e lo consacra come uno dei giallisti più amati d’Europa.
Ma Faletti resta sempre sé stesso.
Non cerca l’applauso facile.
Cerca la verità.
Un addio sobrio, come lui
Giorgio Faletti muore dopo una malattia che tiene lontana dai riflettori.
Il funerale si celebra nella sua Asti, in forma privata.
La città si stringe in silenzio, con affetto sincero.
Resta una voce che ha cambiato pelle più volte, eppure sempre riconoscibile.
Un artista che non ha mai avuto paura di reinventarsi, un uomo che ha scelto di seguire ogni strada che lo chiamava e che, in ogni strada, ha lasciato qualcosa di vero.
Giorgio Faletti muore il 4 luglio 2014, in una clinica di Torino.
Ha 63 anni e dentro di sé ha vissuto più di una vita.
La notizia arriva come un colpo improvviso.
Chi lo conosce solo per i suoi romanzi resta sorpreso.
Chi lo ricorda sul palco o in televisione, invece, sa bene quanto sia difficile etichettarlo.
Faletti non è un uomo da una sola vocazione.
È attore, comico, cantante, scrittore.
E in ognuno di questi ruoli riesce a mettere qualcosa di personale, come se tutto facesse parte di una stessa necessità: raccontare il mondo.
Giorgio Faletti, un talento fuori dagli schemi
Nasce ad Asti il 25 novembre 1950.
Studia giurisprudenza, ma la sua testa è altrove.
La comicità è il primo terreno dove si fa conoscere.
Alla fine degli anni ’80 diventa un volto noto grazie a Drive In.
I suoi personaggi fanno ridere, ma sotto le battute si sente già quella vena malinconica che lo accompagna ovunque.
Quando arriva il momento della musica, spiazza tutti.
Scrive canzoni, sale sul palco di Sanremo.
Nel 1994 canta Signor Tenente, un brano che lascia il segno.
Parla di mafia, di giustizia, con una voce rotta che non recita, ma vive.
Poi, quasi in silenzio, comincia a scrivere romanzi.
E anche qui stupisce.
Il suo Io uccido vende milioni di copie e lo consacra come uno dei giallisti più amati d’Europa.
Ma Faletti resta sempre sé stesso.
Non cerca l’applauso facile.
Cerca la verità.
Un addio sobrio, come lui
Giorgio Faletti muore dopo una malattia che tiene lontana dai riflettori.
Il funerale si celebra nella sua Asti, in forma privata.
La città si stringe in silenzio, con affetto sincero.
Resta una voce che ha cambiato pelle più volte, eppure sempre riconoscibile.
Un artista che non ha mai avuto paura di reinventarsi, un uomo che ha scelto di seguire ogni strada che lo chiamava e che, in ogni strada, ha lasciato qualcosa di vero.


















































































