4 settembre 2006. Muore Giacinto Facchetti, il campione dell’Inter.

Un campione elegante in campo e fuori
Giacinto Facchetti nasce a Treviglio, in provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942.
Cresce con la passione per il calcio e si afferma come uno dei difensori più moderni della sua epoca.
Con la maglia dell’Inter debutta nel 1961 e diventa subito un punto fermo della squadra guidata da Helenio Herrera.La sua figura segna una rivoluzione: da terzino non si limita a difendere, ma avanza, corre lungo la fascia e partecipa all’azione offensiva.
La bandiera dell’Inter
In nerazzurro Facchetti gioca per tutta la carriera, fino al 1978.
Conquista quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, scrivendo pagine indimenticabili della cosiddetta “Grande Inter”.
Indossa la fascia di capitano con autorevolezza e diventa un esempio di lealtà sportiva.
La sua correttezza in campo è leggendaria: in 634 partite ufficiali subisce pochissime espulsioni, un primato che testimonia il suo stile elegante e mai sopra le righe.
Protagonista anche in Nazionale
Con la maglia azzurra Giacinto Facchetti è protagonista di una lunga carriera.
Disputa 94 partite, veste la fascia di capitano e partecipa a tre Mondiali.
Nel 1968 alza al cielo il trofeo dell’Europeo, unico successo dell’Italia fino al 2021.
La sua leadership e la sua compostezza fanno di lui un punto di riferimento per compagni e tifosi.
L’impegno dopo il ritiro
Conclusa la carriera da calciatore, Facchetti resta nell’universo nerazzurro.
Ricopre ruoli dirigenziali fino a diventare presidente dell’Inter nel 2004.
Anche fuori dal campo porta avanti gli stessi valori di correttezza, serietà e passione che hanno contraddistinto la sua vita sportiva.
La scomparsa e il ricordo
Il 4 settembre 2006 Giacinto Facchetti muore a Milano, a soli 64 anni, a causa di un tumore.
I funerali si svolgono nel Duomo di Milano e vedono la partecipazione di migliaia di persone: tifosi, dirigenti, calciatori e personalità del calcio internazionale si stringono intorno alla famiglia.
La sua tomba si trova nel cimitero di Treviglio, in provincia di Bergamo.
Un campione elegante in campo e fuori
Giacinto Facchetti nasce a Treviglio, in provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942.
Cresce con la passione per il calcio e si afferma come uno dei difensori più moderni della sua epoca.
Con la maglia dell’Inter debutta nel 1961 e diventa subito un punto fermo della squadra guidata da Helenio Herrera.La sua figura segna una rivoluzione: da terzino non si limita a difendere, ma avanza, corre lungo la fascia e partecipa all’azione offensiva.
La bandiera dell’Inter
In nerazzurro Facchetti gioca per tutta la carriera, fino al 1978.
Conquista quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, scrivendo pagine indimenticabili della cosiddetta “Grande Inter”.
Indossa la fascia di capitano con autorevolezza e diventa un esempio di lealtà sportiva.
La sua correttezza in campo è leggendaria: in 634 partite ufficiali subisce pochissime espulsioni, un primato che testimonia il suo stile elegante e mai sopra le righe.
Protagonista anche in Nazionale
Con la maglia azzurra Giacinto Facchetti è protagonista di una lunga carriera.
Disputa 94 partite, veste la fascia di capitano e partecipa a tre Mondiali.
Nel 1968 alza al cielo il trofeo dell’Europeo, unico successo dell’Italia fino al 2021.
La sua leadership e la sua compostezza fanno di lui un punto di riferimento per compagni e tifosi.
L’impegno dopo il ritiro
Conclusa la carriera da calciatore, Facchetti resta nell’universo nerazzurro.
Ricopre ruoli dirigenziali fino a diventare presidente dell’Inter nel 2004.
Anche fuori dal campo porta avanti gli stessi valori di correttezza, serietà e passione che hanno contraddistinto la sua vita sportiva.
La scomparsa e il ricordo
Il 4 settembre 2006 Giacinto Facchetti muore a Milano, a soli 64 anni, a causa di un tumore.
I funerali si svolgono nel Duomo di Milano e vedono la partecipazione di migliaia di persone: tifosi, dirigenti, calciatori e personalità del calcio internazionale si stringono intorno alla famiglia.
La sua tomba si trova nel cimitero di Treviglio, in provincia di Bergamo.


















































































