6 agosto 2001. Muore Jorge Amado, lo scrittore di Bahia.

Una voce letteraria che racconta Bahia, i suoi amori e le sue contraddizioni
Il 6 agosto 2001 muore Jorge Amado, uno degli scrittori brasiliani più tradotti al mondo.
Nato il 10 agosto 1912 a Itabuna, nello stato di Bahia, Amado cresce tra le piantagioni di cacao e il fermento culturale di Salvador.
Da quel contesto trae l’anima profonda della sua narrativa: un Brasile meticcio, sensuale e contraddittorio, che diventa protagonista assoluto dei suoi romanzi.
Tra romanzi popolari, militanza e censura
Jorge Amado pubblica il suo primo romanzo a soli 18 anni: Il Paese del Carnevale.
La scrittura è sin da subito legata a un forte impegno politico. Milita nel Partito Comunista Brasiliano e subisce persecuzioni e censure durante gli anni delle dittature.
L’esilio in Argentina e poi in Europa non lo allontana dalla sua Bahia, che continua a raccontare con toni affettuosi e ironici, ma mai accomodanti.
Tra le sue opere più celebri spiccano Gabriela, garofano e cannella (1958), Dona Flor e i suoi due mariti (1966), Tenda dei miracoli (1969) e Teresa Batista stanca di guerra (1972).
Nei suoi romanzi si intrecciano politica, religione afro-brasiliana, desiderio, lotta di classe e un lirismo carnale e solare, che dà voce a prostitute, marinai, bambini di strada e vecchie fattucchiere.
Il suo nome oltre la letteratura
Lontano dai circoli accademici, Amado scrive per il popolo.
Le sue opere vengono tradotte in oltre 50 lingue e adattate per cinema e televisione.
La sua prosa semplice e profonda costruisce un’identità culturale brasiliana che dialoga con il mondo. Amado riceve numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Lenin per la pace (1951) e il Premio Camões (1994).
La morte e il saluto del suo Brasile
Jorge Amado muore il 6 agosto 2001 a Salvador de Bahia, a pochi giorni dal suo ottantanovesimo compleanno.
I funerali, celebrati senza cerimonia religiosa secondo le sue volontà, si svolgono nel Palazzo della Cultura della Fondazione Casa di Jorge Amado, nel quartiere Pelourinho.
Le sue ceneri riposano nel giardino della sua casa, accanto a quelle della moglie Zélia Gattai, anche lei scrittrice e compagna di vita e battaglie.
Una voce letteraria che racconta Bahia, i suoi amori e le sue contraddizioni
Il 6 agosto 2001 muore Jorge Amado, uno degli scrittori brasiliani più tradotti al mondo.
Nato il 10 agosto 1912 a Itabuna, nello stato di Bahia, Amado cresce tra le piantagioni di cacao e il fermento culturale di Salvador.
Da quel contesto trae l’anima profonda della sua narrativa: un Brasile meticcio, sensuale e contraddittorio, che diventa protagonista assoluto dei suoi romanzi.
Tra romanzi popolari, militanza e censura
Jorge Amado pubblica il suo primo romanzo a soli 18 anni: Il Paese del Carnevale.
La scrittura è sin da subito legata a un forte impegno politico. Milita nel Partito Comunista Brasiliano e subisce persecuzioni e censure durante gli anni delle dittature.
L’esilio in Argentina e poi in Europa non lo allontana dalla sua Bahia, che continua a raccontare con toni affettuosi e ironici, ma mai accomodanti.
Tra le sue opere più celebri spiccano Gabriela, garofano e cannella (1958), Dona Flor e i suoi due mariti (1966), Tenda dei miracoli (1969) e Teresa Batista stanca di guerra (1972).
Nei suoi romanzi si intrecciano politica, religione afro-brasiliana, desiderio, lotta di classe e un lirismo carnale e solare, che dà voce a prostitute, marinai, bambini di strada e vecchie fattucchiere.
Il suo nome oltre la letteratura
Lontano dai circoli accademici, Amado scrive per il popolo.
Le sue opere vengono tradotte in oltre 50 lingue e adattate per cinema e televisione.
La sua prosa semplice e profonda costruisce un’identità culturale brasiliana che dialoga con il mondo. Amado riceve numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Lenin per la pace (1951) e il Premio Camões (1994).
La morte e il saluto del suo Brasile
Jorge Amado muore il 6 agosto 2001 a Salvador de Bahia, a pochi giorni dal suo ottantanovesimo compleanno.
I funerali, celebrati senza cerimonia religiosa secondo le sue volontà, si svolgono nel Palazzo della Cultura della Fondazione Casa di Jorge Amado, nel quartiere Pelourinho.
Le sue ceneri riposano nel giardino della sua casa, accanto a quelle della moglie Zélia Gattai, anche lei scrittrice e compagna di vita e battaglie.


















































































