8 dicembre 2014: la tragica sera in cui scomparve Mango.

Una notte tragica: l’ultimo concerto
La sera del 7 dicembre 2014, l’artista Mango si esibì al palazzetto “Palaercole” di Policoro (Matera), in un evento di beneficenza per aiutare bambini della Guinea Bissau. Su quel palco, davanti a circa quattromila persone, intonò “Oro”, uno dei suoi brani più celebri. Improvvisamente si sentì male e, con voce rotta, disse al pubblico: «Scusate, non mi sento bene».
Trasportato dietro le quinte, le sue condizioni apparvero subito gravi. Nonostante i soccorsi immediati, l’artista spirò nelle prime ore dell’8 dicembre 2014, prima di raggiungere l’ospedale. Aveva 60 anni.
Il dolore e le conseguenze
La notizia della morte improvvisa colpì profondamente fan e colleghi. A rendere ancora più luttuosi quei giorni, seguì un evento tragico: il giorno successivo, durante la veglia funebre, il fratello maggiore di Mango, Giovanni Mango, si sentì male e morì anch’egli per un infarto.
I funerali di Mango si svolsero il 10 dicembre nella concattedrale di Lagonegro, il suo paese natale, e videro una grande partecipazione di amici, colleghi e fan accorsi per un ultimo saluto.
Mango e il suo “pop mediterraneo” di emozioni senza tempo
Mango si era guadagnato un posto importante nella musica italiana grazie a un talento unico. La sua voce — spesso suadente con punte di falsetto — e la sua capacità di mescolare pop, rock, folk e world-music gli valsero il soprannome di “pop mediterraneo”.
Il successo arrivò negli anni Ottanta con “Oro”, ma confermato da altri classici come Bella d’estate, Lei verrà, Come Monna Lisa, Mediterraneo, e tanti altri. La sua produzione musicale — ricca di album, concerti e collaborazioni con grandi nomi — ha lasciato un segno profondo nella cultura musicale italiana.
Ancora oggi, artisti e fan ricordano la sua autenticità: un uomo semplice che preferiva firmarsi “Pino” piuttosto che mostrarsi come divo
La notte in cui il palco divenne eterno
Quel 7-8 dicembre segnò la fine di una voce che aveva saputo dare identità a un’intera generazione. Un artista che, fino all’ultimo, volle esibirsi, regalando note e poesia. Quel palco — testimone di applausi ed emozioni — divenne l’ultima sua poetica e tragica scena.
LPP
Una notte tragica: l’ultimo concerto
La sera del 7 dicembre 2014, l’artista Mango si esibì al palazzetto “Palaercole” di Policoro (Matera), in un evento di beneficenza per aiutare bambini della Guinea Bissau. Su quel palco, davanti a circa quattromila persone, intonò “Oro”, uno dei suoi brani più celebri. Improvvisamente si sentì male e, con voce rotta, disse al pubblico: «Scusate, non mi sento bene».
Trasportato dietro le quinte, le sue condizioni apparvero subito gravi. Nonostante i soccorsi immediati, l’artista spirò nelle prime ore dell’8 dicembre 2014, prima di raggiungere l’ospedale. Aveva 60 anni.
Il dolore e le conseguenze
La notizia della morte improvvisa colpì profondamente fan e colleghi. A rendere ancora più luttuosi quei giorni, seguì un evento tragico: il giorno successivo, durante la veglia funebre, il fratello maggiore di Mango, Giovanni Mango, si sentì male e morì anch’egli per un infarto.
I funerali di Mango si svolsero il 10 dicembre nella concattedrale di Lagonegro, il suo paese natale, e videro una grande partecipazione di amici, colleghi e fan accorsi per un ultimo saluto.
Mango e il suo “pop mediterraneo” di emozioni senza tempo
Mango si era guadagnato un posto importante nella musica italiana grazie a un talento unico. La sua voce — spesso suadente con punte di falsetto — e la sua capacità di mescolare pop, rock, folk e world-music gli valsero il soprannome di “pop mediterraneo”.
Il successo arrivò negli anni Ottanta con “Oro”, ma confermato da altri classici come Bella d’estate, Lei verrà, Come Monna Lisa, Mediterraneo, e tanti altri. La sua produzione musicale — ricca di album, concerti e collaborazioni con grandi nomi — ha lasciato un segno profondo nella cultura musicale italiana.
Ancora oggi, artisti e fan ricordano la sua autenticità: un uomo semplice che preferiva firmarsi “Pino” piuttosto che mostrarsi come divo
La notte in cui il palco divenne eterno
Quel 7-8 dicembre segnò la fine di una voce che aveva saputo dare identità a un’intera generazione. Un artista che, fino all’ultimo, volle esibirsi, regalando note e poesia. Quel palco — testimone di applausi ed emozioni — divenne l’ultima sua poetica e tragica scena.
LPP


















































































