8 luglio 2012. Muore Ernest Borgnine, dall’Oscar a SpongeBob, 70 anni di carriera.

L’8 luglio 2012 Ernest Borgnine muore in un ospedale di Los Angeles., ha 95 anni.
Una vita lunga, piena, vissuta tra cinema, televisione e quella capacità rara di farsi amare dal pubblico.
Non è un divo da copertina, é uno che resta, che lascia il segno anche nei ruoli minori, con quella faccia un po’ dura e quel sorriso disarmante.
Chi lo conosce, parla di lui come di un uomo generoso, pieno di energia, chi lo guarda sullo schermo, trova autenticità e qualcosa di profondamente umano.
Dal New Jersey all’Oscar
Ermes Effron Borgnino nasce il 24 gennaio 1917 a Hamden, nel Connecticut, da genitori italiani.
Dopo il divorzio dei genitori, segue la madre a New Haven e poi inizia la carriera militare.
Serve nella Marina per dieci anni.
Quando lascia l’uniforme, sceglie un’altra divisa: quella dell’attore.
Debutta a teatro, si forma con umiltà, poi arriva il cinema.
All’inizio fa il “duro”, l’antagonista, il caratterista ma nel 1955 accade qualcosa di straordinario.
Con Marty, vita di un timido vince l’Oscar come miglior attore protagonista, interpreta un macellaio gentile, solo, vero, un uomo qualunque e conquista tutti.
Una carriera che abbraccia il tempo
Dopo Marty, Ernest Borgnine continua a lavorare con costanza, generosità, versatilità.
Recita in Da qui all’eternità, Quella sporca dozzina, L’avventura del Poseidon ma anche in serie TV diventate cult, come A tutto gas e SpongeBob, dove presta la voce al supereroe Uomo Sirena.
Ama il suo mestiere, e si vede, va avanti fino a novant’anni passati, senza mai smettere di sorridere e di presentarsi puntuale sul set.
Hollywood gli assegna un Oscar alla carriera nel 2011, lui, emozionato come un principiante, ringrazia tutti con lo stesso entusiasmo di quando ha cominciato.
Un saluto semplice, pieno d’affetto
Ernest Borgnine muore all’età di 95 anni, circondato dalla famiglia, niente clamore, solo rispetto e gratitudine.
Il funerale si svolge in forma privata ma il suo volto resta impresso in decenni di pellicola.
Non bello in senso classico ma bello per ciò che trasmette, per come sa rendere veri i personaggi, per quel mix unico di forza e dolcezza che lo rende, ancora oggi, indimenticabile.
L’8 luglio 2012 Ernest Borgnine muore in un ospedale di Los Angeles., ha 95 anni.
Una vita lunga, piena, vissuta tra cinema, televisione e quella capacità rara di farsi amare dal pubblico.
Non è un divo da copertina, é uno che resta, che lascia il segno anche nei ruoli minori, con quella faccia un po’ dura e quel sorriso disarmante.
Chi lo conosce, parla di lui come di un uomo generoso, pieno di energia, chi lo guarda sullo schermo, trova autenticità e qualcosa di profondamente umano.
Dal New Jersey all’Oscar
Ermes Effron Borgnino nasce il 24 gennaio 1917 a Hamden, nel Connecticut, da genitori italiani.
Dopo il divorzio dei genitori, segue la madre a New Haven e poi inizia la carriera militare.
Serve nella Marina per dieci anni.
Quando lascia l’uniforme, sceglie un’altra divisa: quella dell’attore.
Debutta a teatro, si forma con umiltà, poi arriva il cinema.
All’inizio fa il “duro”, l’antagonista, il caratterista ma nel 1955 accade qualcosa di straordinario.
Con Marty, vita di un timido vince l’Oscar come miglior attore protagonista, interpreta un macellaio gentile, solo, vero, un uomo qualunque e conquista tutti.
Una carriera che abbraccia il tempo
Dopo Marty, Ernest Borgnine continua a lavorare con costanza, generosità, versatilità.
Recita in Da qui all’eternità, Quella sporca dozzina, L’avventura del Poseidon ma anche in serie TV diventate cult, come A tutto gas e SpongeBob, dove presta la voce al supereroe Uomo Sirena.
Ama il suo mestiere, e si vede, va avanti fino a novant’anni passati, senza mai smettere di sorridere e di presentarsi puntuale sul set.
Hollywood gli assegna un Oscar alla carriera nel 2011, lui, emozionato come un principiante, ringrazia tutti con lo stesso entusiasmo di quando ha cominciato.
Un saluto semplice, pieno d’affetto
Ernest Borgnine muore all’età di 95 anni, circondato dalla famiglia, niente clamore, solo rispetto e gratitudine.
Il funerale si svolge in forma privata ma il suo volto resta impresso in decenni di pellicola.
Non bello in senso classico ma bello per ciò che trasmette, per come sa rendere veri i personaggi, per quel mix unico di forza e dolcezza che lo rende, ancora oggi, indimenticabile.


















































































