8 settembre 2009. Muore Mike Bongiorno.

Un simbolo del piccolo schermo
Mike Bongiorno nasce a New York il 26 maggio 1924 da padre italiano e madre statunitense.
Cresce tra due mondi e porta con sé un bilinguismo che segna il suo stile diretto e inconfondibile.
Dopo aver vissuto in Italia durante la guerra, viene arrestato dai nazifascisti e deportato nel campo di concentramento di San Vittore, esperienza che lascia una traccia indelebile nella sua vita.
Dall’esordio alla consacrazione televisiva
Terminato il conflitto, Mike Bongiorno inizia la carriera giornalistica a New York, ma è la televisione italiana appena nata a offrirgli la sua vera ribalta.
Nel 1954 conduce “Arrivi e partenze” e l’anno successivo diventa padrone di casa del quiz “Lascia o raddoppia?”, il primo grande fenomeno televisivo nazionale.
Da quel momento il suo nome si lega indissolubilmente alla storia della Rai e, più tardi, anche della televisione privata.
Tra i suoi programmi più celebri si contano “Rischiatutto”, “Scommettiamo?”, “Bis” e “Superflash”, fino al celebre “La ruota della fortuna”.
Il suo stile semplice, fatto di empatia e frasi entrate nel linguaggio comune come “Allegria!”, lo rende amatissimo dal pubblico di ogni età.
La morte e i funerali
L’8 settembre 2009, durante un soggiorno a Monte Carlo, Mike Bongiorno muore improvvisamente a 85 anni per un infarto.
La notizia scuote il Paese, che lo considera da sempre una presenza familiare.
I funerali si tengono a Milano, nel Duomo, con una cerimonia seguita da migliaia di persone e trasmessa in diretta televisiva.
Viene poi sepolto al cimitero di Arona, sul Lago Maggiore, accanto alla famiglia.
La sua eredità resta viva nelle generazioni che lo hanno seguito, nelle frasi che continuano a riecheggiare nella cultura popolare e nel ricordo di un uomo che ha fatto della semplicità il suo punto di forza.
Il trafugamento della salma
Nel gennaio 2011 la cronaca torna a occuparsi di Mike Bongiorno per un fatto drammatico: la sua bara viene trafugata dal cimitero di Arona.
Il furto suscita sdegno e dolore nell’opinione pubblica, che percepisce l’episodio come un oltraggio a un simbolo nazionale.
Dopo mesi di indagini, la salma viene ritrovata in provincia di Vercelli e restituita alla famiglia. Da allora riposa nuovamente ad Arona, in un luogo più sicuro e protetto.
Un simbolo del piccolo schermo
Mike Bongiorno nasce a New York il 26 maggio 1924 da padre italiano e madre statunitense.
Cresce tra due mondi e porta con sé un bilinguismo che segna il suo stile diretto e inconfondibile.
Dopo aver vissuto in Italia durante la guerra, viene arrestato dai nazifascisti e deportato nel campo di concentramento di San Vittore, esperienza che lascia una traccia indelebile nella sua vita.
Dall’esordio alla consacrazione televisiva
Terminato il conflitto, Mike Bongiorno inizia la carriera giornalistica a New York, ma è la televisione italiana appena nata a offrirgli la sua vera ribalta.
Nel 1954 conduce “Arrivi e partenze” e l’anno successivo diventa padrone di casa del quiz “Lascia o raddoppia?”, il primo grande fenomeno televisivo nazionale.
Da quel momento il suo nome si lega indissolubilmente alla storia della Rai e, più tardi, anche della televisione privata.
Tra i suoi programmi più celebri si contano “Rischiatutto”, “Scommettiamo?”, “Bis” e “Superflash”, fino al celebre “La ruota della fortuna”.
Il suo stile semplice, fatto di empatia e frasi entrate nel linguaggio comune come “Allegria!”, lo rende amatissimo dal pubblico di ogni età.
La morte e i funerali
L’8 settembre 2009, durante un soggiorno a Monte Carlo, Mike Bongiorno muore improvvisamente a 85 anni per un infarto.
La notizia scuote il Paese, che lo considera da sempre una presenza familiare.
I funerali si tengono a Milano, nel Duomo, con una cerimonia seguita da migliaia di persone e trasmessa in diretta televisiva.
Viene poi sepolto al cimitero di Arona, sul Lago Maggiore, accanto alla famiglia.
La sua eredità resta viva nelle generazioni che lo hanno seguito, nelle frasi che continuano a riecheggiare nella cultura popolare e nel ricordo di un uomo che ha fatto della semplicità il suo punto di forza.
Il trafugamento della salma
Nel gennaio 2011 la cronaca torna a occuparsi di Mike Bongiorno per un fatto drammatico: la sua bara viene trafugata dal cimitero di Arona.
Il furto suscita sdegno e dolore nell’opinione pubblica, che percepisce l’episodio come un oltraggio a un simbolo nazionale.
Dopo mesi di indagini, la salma viene ritrovata in provincia di Vercelli e restituita alla famiglia. Da allora riposa nuovamente ad Arona, in un luogo più sicuro e protetto.


















































































