9 novembre 1918. Muore Guillaume Apollinaire, poeta visionario .

Un’anima tra due secoli
Guillaume Apollinaire nasce a Roma nel 1880 da madre polacca e padre ignoto.
Il suo vero nome è Wilhelm Albert Włodzimierz Apolinary de Kostrowicki, ma in Francia, dove si stabilisce da giovane, diventa semplicemente Guillaume Apollinaire.
La sua vita riflette l’irrequietezza di un’epoca in bilico tra il simbolismo fin de siècle e le avanguardie del Novecento.
Parla più lingue, frequenta artisti, sperimenta forme, e trasforma Parigi nel suo laboratorio poetico.
Parigi e la rivoluzione delle parole
Nella capitale francese entra in contatto con Picasso, Derain, Marie Laurencin e altri protagonisti del modernismo.
Scrive versi che sfidano le regole e inventa nuove parole per raccontare il mondo in trasformazione.
Con Alcools (1913) rinnova la poesia abolendo la punteggiatura e unendo il lirismo classico a una musicalità urbana e frammentata.
Due anni dopo, in Calligrammes, fonde testo e immagine: le parole disegnano cuori, fiumi, piogge.
È un modo nuovo di guardare la realtà, dove la forma stessa diventa significato.
Apollinaire è anche tra i primi a usare il termine surrealismo, anticipando l’estetica che segnerà il secolo.
Guerra, ferita e ultimo respiro
Nel 1914 si arruola volontario nell’esercito francese.
Ferito alla testa due anni più tardi, sopravvive ma resta segnato per sempre.
Dopo il congedo continua a scrivere, a sognare, a credere nel potere dell’arte anche nel caos del mondo.
Quando la pandemia di influenza spagnola travolge l’Europa, Apollinaire ne è una delle prime vittime illustri.
Muore a Parigi il 9 novembre 1918, pochi giorni prima dell’armistizio che pone fine alla Prima guerra mondiale.
Ha solo trentotto anni.
La sepoltura e l’eredità
Guillaume Apollinaire riposa nel cimitero di Père-Lachaise, accanto a molti artisti e poeti che ne hanno condiviso lo spirito libero.
La sua tomba diventa meta di chi ama la parola che si fa immagine, sogno, invenzione.
Un’anima tra due secoli
Guillaume Apollinaire nasce a Roma nel 1880 da madre polacca e padre ignoto.
Il suo vero nome è Wilhelm Albert Włodzimierz Apolinary de Kostrowicki, ma in Francia, dove si stabilisce da giovane, diventa semplicemente Guillaume Apollinaire.
La sua vita riflette l’irrequietezza di un’epoca in bilico tra il simbolismo fin de siècle e le avanguardie del Novecento.
Parla più lingue, frequenta artisti, sperimenta forme, e trasforma Parigi nel suo laboratorio poetico.
Parigi e la rivoluzione delle parole
Nella capitale francese entra in contatto con Picasso, Derain, Marie Laurencin e altri protagonisti del modernismo.
Scrive versi che sfidano le regole e inventa nuove parole per raccontare il mondo in trasformazione.
Con Alcools (1913) rinnova la poesia abolendo la punteggiatura e unendo il lirismo classico a una musicalità urbana e frammentata.
Due anni dopo, in Calligrammes, fonde testo e immagine: le parole disegnano cuori, fiumi, piogge.
È un modo nuovo di guardare la realtà, dove la forma stessa diventa significato.
Apollinaire è anche tra i primi a usare il termine surrealismo, anticipando l’estetica che segnerà il secolo.
Guerra, ferita e ultimo respiro
Nel 1914 si arruola volontario nell’esercito francese.
Ferito alla testa due anni più tardi, sopravvive ma resta segnato per sempre.
Dopo il congedo continua a scrivere, a sognare, a credere nel potere dell’arte anche nel caos del mondo.
Quando la pandemia di influenza spagnola travolge l’Europa, Apollinaire ne è una delle prime vittime illustri.
Muore a Parigi il 9 novembre 1918, pochi giorni prima dell’armistizio che pone fine alla Prima guerra mondiale.
Ha solo trentotto anni.
La sepoltura e l’eredità
Guillaume Apollinaire riposa nel cimitero di Père-Lachaise, accanto a molti artisti e poeti che ne hanno condiviso lo spirito libero.
La sua tomba diventa meta di chi ama la parola che si fa immagine, sogno, invenzione.


















































































