9 ottobre 1923. Muore la scrittrice Katherine Mansfield.

Una vita tra Nuova Zelanda e Europa
Katherine Mansfield nasce a Wellington, in Nuova Zelanda, il 14 ottobre 1888.
Fin da giovanissima sente l’esigenza di lasciare la sua terra natale per raggiungere Londra, dove approda nel 1903 per completare gli studi.
La capitale inglese le apre un mondo fatto di letteratura, arte e relazioni che segneranno profondamente la sua opera.
Tra i circoli letterari conosce figure come D.H. Lawrence e Virginia Woolf, con cui instaura un rapporto intenso e complesso.
L’arte del racconto breve
Katherine Mansfield diventa una delle autrici più significative del racconto breve del Novecento.
Il suo stile, raffinato e innovativo, si concentra sui dettagli quotidiani e sulla psicologia dei personaggi.
Opere come In una pensione tedesca (1911), Felice gioventù (1918) e La festa in giardino (1922) segnano una nuova strada per la short story.
Con una scrittura asciutta e musicale, capace di suggerire più che di spiegare, Mansfield rompe con la tradizione vittoriana e si colloca tra i protagonisti della modernità letteraria.
Una vita segnata dalla malattia
Dietro il successo letterario, la vita di Katherine Mansfield è segnata dalla tubercolosi, che viene diagnosticata nel 1917.
La malattia la costringe a frequenti soggiorni in località di cura in Francia, Italia e Svizzera, alla ricerca di sollievo e di un clima favorevole.
Nonostante la salute fragile, continua a scrivere fino all’ultimo, lasciando pagine che ancora oggi sorprendono per freschezza e intensità.
La morte e il ricordo
Il 9 ottobre 1923 Katherine Mansfield muore a Fontainebleau, in Francia, presso l’istituto spirituale fondato dal filosofo Georges Gurdjieff, dove aveva cercato nuove forme di cura e pace interiore.
Viene sepolta nel cimitero di Avon, non lontano da Parigi.
La sua morte a soli 34 anni interrompe una carriera breve ma straordinariamente influente.
Oggi Mansfield è considerata una maestra del racconto moderno, capace di aprire nuove prospettive narrative e di ispirare intere generazioni di scrittori.
Una vita tra Nuova Zelanda e Europa
Katherine Mansfield nasce a Wellington, in Nuova Zelanda, il 14 ottobre 1888.
Fin da giovanissima sente l’esigenza di lasciare la sua terra natale per raggiungere Londra, dove approda nel 1903 per completare gli studi.
La capitale inglese le apre un mondo fatto di letteratura, arte e relazioni che segneranno profondamente la sua opera.
Tra i circoli letterari conosce figure come D.H. Lawrence e Virginia Woolf, con cui instaura un rapporto intenso e complesso.
L’arte del racconto breve
Katherine Mansfield diventa una delle autrici più significative del racconto breve del Novecento.
Il suo stile, raffinato e innovativo, si concentra sui dettagli quotidiani e sulla psicologia dei personaggi.
Opere come In una pensione tedesca (1911), Felice gioventù (1918) e La festa in giardino (1922) segnano una nuova strada per la short story.
Con una scrittura asciutta e musicale, capace di suggerire più che di spiegare, Mansfield rompe con la tradizione vittoriana e si colloca tra i protagonisti della modernità letteraria.
Una vita segnata dalla malattia
Dietro il successo letterario, la vita di Katherine Mansfield è segnata dalla tubercolosi, che viene diagnosticata nel 1917.
La malattia la costringe a frequenti soggiorni in località di cura in Francia, Italia e Svizzera, alla ricerca di sollievo e di un clima favorevole.
Nonostante la salute fragile, continua a scrivere fino all’ultimo, lasciando pagine che ancora oggi sorprendono per freschezza e intensità.
La morte e il ricordo
Il 9 ottobre 1923 Katherine Mansfield muore a Fontainebleau, in Francia, presso l’istituto spirituale fondato dal filosofo Georges Gurdjieff, dove aveva cercato nuove forme di cura e pace interiore.
Viene sepolta nel cimitero di Avon, non lontano da Parigi.
La sua morte a soli 34 anni interrompe una carriera breve ma straordinariamente influente.
Oggi Mansfield è considerata una maestra del racconto moderno, capace di aprire nuove prospettive narrative e di ispirare intere generazioni di scrittori.


















































































