27 maggio 2021. Muore Carla Fracci, étoile eterna della danza internazionale.

Carla Fracci nasce a Milano il 20 agosto 1936.
La sua infanzia è segnata dalla guerra, ma anche dalla determinazione.
Frequenta la scuola di ballo del Teatro alla Scala, dove si distingue subito per la grazia e la forza.
Nel 1954 si diploma ed entra a far parte del corpo di ballo.
In pochi anni diventa prima ballerina, conquistando pubblico e critica con il suo stile raffinato e la sua espressività.
La sua danza racconta storie senza parole, con movimenti che sembrano scolpiti nella musica.
Da Giselle al mondo intero
Il ruolo che le regala la consacrazione internazionale è quello di Giselle.
La Fracci diventa simbolo dell’eleganza romantica, incarnando la figura della ballerina eterea con una forza tutta sua.
Danza nei più prestigiosi teatri del mondo: dal Royal Ballet di Londra al Bol’šoj di Mosca, fino al Metropolitan di New York.
Collabora con artisti come Rudolf Nureyev, Erik Bruhn, Vladimir Vasiliev e Roberto Bolle.
La sua carriera attraversa decenni, reinventandosi sempre con grazia.
Diventa anche una divulgatrice della danza, portando il balletto in televisione e rendendolo accessibile a un pubblico più vasto.
Con il marito Beppe Menegatti, regista e compagno di vita, costruisce un sodalizio artistico e personale che dura per oltre sessant’anni.

Carla Fracci, un’eredità che danza ancora
Carla Fracci non è solo una delle più grandi ballerine del Novecento.
È una figura che ha contribuito a costruire un’identità italiana nel mondo della danza.
Ha diretto compagnie, sostenuto i giovani talenti, difeso il valore culturale della danza classica anche nei momenti più difficili.
Il suo impegno per la cultura non si limita alla scena: nel 2009 viene nominata ambasciatrice di buona volontà della FAO.
Fino all’ultimo resta legata al Teatro alla Scala, che considera la sua casa.
La morte e il ricordo
Carla Fracci muore a Milano il 27 maggio 2021.
I funerali si svolgono il giorno successivo nella Chiesa di San Marco, nel quartiere di Brera.
Riposa nel Cimitero Monumentale di Milano.
Il suo nome continua a vivere in ogni gesto danzato, in ogni giovane che sogna di solcare un palcoscenico.

Carla Fracci nasce a Milano il 20 agosto 1936.
La sua infanzia è segnata dalla guerra, ma anche dalla determinazione.
Frequenta la scuola di ballo del Teatro alla Scala, dove si distingue subito per la grazia e la forza.
Nel 1954 si diploma ed entra a far parte del corpo di ballo.
In pochi anni diventa prima ballerina, conquistando pubblico e critica con il suo stile raffinato e la sua espressività.
La sua danza racconta storie senza parole, con movimenti che sembrano scolpiti nella musica.
Da Giselle al mondo intero
Il ruolo che le regala la consacrazione internazionale è quello di Giselle.
La Fracci diventa simbolo dell’eleganza romantica, incarnando la figura della ballerina eterea con una forza tutta sua.
Danza nei più prestigiosi teatri del mondo: dal Royal Ballet di Londra al Bol’šoj di Mosca, fino al Metropolitan di New York.
Collabora con artisti come Rudolf Nureyev, Erik Bruhn, Vladimir Vasiliev e Roberto Bolle.
La sua carriera attraversa decenni, reinventandosi sempre con grazia.
Diventa anche una divulgatrice della danza, portando il balletto in televisione e rendendolo accessibile a un pubblico più vasto.
Con il marito Beppe Menegatti, regista e compagno di vita, costruisce un sodalizio artistico e personale che dura per oltre sessant’anni.

Carla Fracci, un’eredità che danza ancora
Carla Fracci non è solo una delle più grandi ballerine del Novecento.
È una figura che ha contribuito a costruire un’identità italiana nel mondo della danza.
Ha diretto compagnie, sostenuto i giovani talenti, difeso il valore culturale della danza classica anche nei momenti più difficili.
Il suo impegno per la cultura non si limita alla scena: nel 2009 viene nominata ambasciatrice di buona volontà della FAO.
Fino all’ultimo resta legata al Teatro alla Scala, che considera la sua casa.
La morte e il ricordo
Carla Fracci muore a Milano il 27 maggio 2021.
I funerali si svolgono il giorno successivo nella Chiesa di San Marco, nel quartiere di Brera.
Riposa nel Cimitero Monumentale di Milano.
Il suo nome continua a vivere in ogni gesto danzato, in ogni giovane che sogna di solcare un palcoscenico.


















































































