7 luglio 1967. Muore Vivien Leigh, l’indimenticabile (e iconica) Rossella O’Hara.

Il 7 luglio 1967 Vivien Leigh muore nella sua casa di Londra, ha solo 53 anni.
La sua carriera si è interrotta troppo presto, ma il suo volto resta tra i più iconici della storia del cinema.
Nessuno dimentica il suo sguardo fiero in Via col vento, la forza con cui incarna Rossella O’Hara, la donna che resiste a tutto, perfino alla guerra.
Ma Vivien, a differenza del suo personaggio, non trova sempre rifugio nelle sue stesse risorse.
Dietro la bellezza luminosa, vive un’anima tormentata, fragile e intensissima.
Tra luce scenica e buio interiore
Nasce in India il 5 novembre 1913, con il nome di Vivian Mary Hartley.
Da bambina si trasferisce in Inghilterra, studia recitazione e si avvicina al teatro con una determinazione rara.
Incontra Laurence Olivier, se ne innamora, lo sposa.
Insieme dominano la scena teatrale inglese, diventando una coppia simbolo.
Ma è il cinema a renderla immortale, con Via col vento conquista il mondo.
L’Oscar le arriva tra le mani, ma non lenisce i suoi dolori, la sua mente combatte con la depressione e la schizofrenia bipolare.
Ogni interpretazione sembra consumarla.
Nel 1951 è ancora premiata con un secondo Oscar, per il ruolo di Blanche in Un tram che si chiama desiderio, un personaggio complesso, che sembra parlare proprio di lei.
Un talento che sfida la fragilità
Vivien Leigh non si accontenta del successo, cerca autenticità.
Recita a teatro con la stessa intensità che porta sullo schermo.
Si ammala di tubercolosi, ma continua a lavorare, crolla, si rialza, ogni volta con meno forza.
I giornali seguono le sue crisi, ma lei cerca sempre di proteggere la propria dignità, resta fino alla fine un’artista completa, tragica, viva.
Una fine silenziosa, eppure intensa
7 luglio 1967 , muore nella notte, mentre la Londra estiva sembra ancora ignorare l’addio.
Il funerale si tiene in forma privata e le sue ceneri vengono sparse sul lago vicino alla casa di campagna, nel Sussex.
Vivien Leigh non c’è più ma basta guardare uno dei suoi film per sentirla respirare ancora, seducente, fiera e vulnerabile.
Il 7 luglio 1967 Vivien Leigh muore nella sua casa di Londra, ha solo 53 anni.
La sua carriera si è interrotta troppo presto, ma il suo volto resta tra i più iconici della storia del cinema.
Nessuno dimentica il suo sguardo fiero in Via col vento, la forza con cui incarna Rossella O’Hara, la donna che resiste a tutto, perfino alla guerra.
Ma Vivien, a differenza del suo personaggio, non trova sempre rifugio nelle sue stesse risorse.
Dietro la bellezza luminosa, vive un’anima tormentata, fragile e intensissima.
Tra luce scenica e buio interiore
Nasce in India il 5 novembre 1913, con il nome di Vivian Mary Hartley.
Da bambina si trasferisce in Inghilterra, studia recitazione e si avvicina al teatro con una determinazione rara.
Incontra Laurence Olivier, se ne innamora, lo sposa.
Insieme dominano la scena teatrale inglese, diventando una coppia simbolo.
Ma è il cinema a renderla immortale, con Via col vento conquista il mondo.
L’Oscar le arriva tra le mani, ma non lenisce i suoi dolori, la sua mente combatte con la depressione e la schizofrenia bipolare.
Ogni interpretazione sembra consumarla.
Nel 1951 è ancora premiata con un secondo Oscar, per il ruolo di Blanche in Un tram che si chiama desiderio, un personaggio complesso, che sembra parlare proprio di lei.
Un talento che sfida la fragilità
Vivien Leigh non si accontenta del successo, cerca autenticità.
Recita a teatro con la stessa intensità che porta sullo schermo.
Si ammala di tubercolosi, ma continua a lavorare, crolla, si rialza, ogni volta con meno forza.
I giornali seguono le sue crisi, ma lei cerca sempre di proteggere la propria dignità, resta fino alla fine un’artista completa, tragica, viva.
Una fine silenziosa, eppure intensa
7 luglio 1967 , muore nella notte, mentre la Londra estiva sembra ancora ignorare l’addio.
Il funerale si tiene in forma privata e le sue ceneri vengono sparse sul lago vicino alla casa di campagna, nel Sussex.
Vivien Leigh non c’è più ma basta guardare uno dei suoi film per sentirla respirare ancora, seducente, fiera e vulnerabile.


















































































