“Io, Ennio Morricone, sono morto.” di Ennio Morricone
Citazione per il commiato. Ennio Morricone.
Il commiato è un momento particolare nella vita degli esseri umani, carico di emozioni e significati profondi.
Il commiato “segna” il tempo del saluto.
E in particolare il commiato funebre avvolge quel tempo sospeso che è il lasciar andare verso un’altra dimensione chi abbiamo amato.
Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, questa rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” vuole offrire un piccolo spazio di riflessione, conforto, memoria e ispirazione alla bellezza.
Che sia per ricordare chi non c’è più o per trovare un momento di intima connessione con se stessi.
La musica come linguaggio dell’anima
Ennio Morricone, celebre compositore e direttore d’orchestra, ha firmato colonne sonore che restano impresse nella memoria collettiva.
La sua musica ha saputo raccontare l’indicibile: l’attesa, l’amore, la perdita, la speranza.
Anche nel suo ultimo saluto, Morricone ha scelto un linguaggio essenziale, diretto, poetico.
Pochi giorni prima della morte, avvenuta il 6 luglio 2020, scrive il proprio necrologio, da rendere pubblico solo dopo la sua scomparsa.
È una lettera struggente, indirizzata a chi ha amato, agli amici, ai figli, ai nipoti, alla moglie Maria, compagna di una vita.
Con parole intime e misurate, Morricone saluta il mondo con discrezione e affetto.
Desidera un funerale privato: non vuole disturbare, eppure le sue parole risuonano forti, piene, indimenticabili.
Nel corso della sua carriera, Morricone non ha mai scritto canzoni di parole ma ha spesso raccontato la morte con le note.
Nel tema de La leggenda del pianista sull’oceano, in Mission, in C’era una volta in America, ogni addio si fa sinfonia.
Il necrologio come ultimo spartito
“Io, Ennio Morricone, sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicini, e anche a quelli un po’ lontani.
Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni, molto presenti in questi ultimi anni della mia vita.
Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria e Franca e far sapere a loro quanto gli ho voluto bene.
Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea e Giovanni e ai miei nipoti.
Spero che comprendano quanto io li abbia amati.
Per ultimo, l’addio più doloroso. Per ultima, Maria.
A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuti insieme e che mi dispiace abbandonare.
C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare.”
Un addio che non disturba: consola
Le parole di Ennio Morricone arrivano con la delicatezza di una melodia lontana, non c’è retorica, solo amore.
In questo scritto non c’è disperazione, ma gratitudine, non c’è clamore, ma pudore.
Sono parole che non chiedono attenzione, eppure restano impresse, come la musica migliore.
Citazione per il commiato. Ennio Morricone.
Il commiato è un momento particolare nella vita degli esseri umani, carico di emozioni e significati profondi.
Il commiato “segna” il tempo del saluto.
E in particolare il commiato funebre avvolge quel tempo sospeso che è il lasciar andare verso un’altra dimensione chi abbiamo amato.
Attraverso poesie, citazioni e brani scelti con cura, questa rubrica settimanale “Citazioni per il Commiato” vuole offrire un piccolo spazio di riflessione, conforto, memoria e ispirazione alla bellezza.
Che sia per ricordare chi non c’è più o per trovare un momento di intima connessione con se stessi.
La musica come linguaggio dell’anima
Ennio Morricone, celebre compositore e direttore d’orchestra, ha firmato colonne sonore che restano impresse nella memoria collettiva.
La sua musica ha saputo raccontare l’indicibile: l’attesa, l’amore, la perdita, la speranza.
Anche nel suo ultimo saluto, Morricone ha scelto un linguaggio essenziale, diretto, poetico.
Pochi giorni prima della morte, avvenuta il 6 luglio 2020, scrive il proprio necrologio, da rendere pubblico solo dopo la sua scomparsa.
È una lettera struggente, indirizzata a chi ha amato, agli amici, ai figli, ai nipoti, alla moglie Maria, compagna di una vita.
Con parole intime e misurate, Morricone saluta il mondo con discrezione e affetto.
Desidera un funerale privato: non vuole disturbare, eppure le sue parole risuonano forti, piene, indimenticabili.
Nel corso della sua carriera, Morricone non ha mai scritto canzoni di parole ma ha spesso raccontato la morte con le note.
Nel tema de La leggenda del pianista sull’oceano, in Mission, in C’era una volta in America, ogni addio si fa sinfonia.
Il necrologio come ultimo spartito
“Io, Ennio Morricone, sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicini, e anche a quelli un po’ lontani.
Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni, molto presenti in questi ultimi anni della mia vita.
Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria e Franca e far sapere a loro quanto gli ho voluto bene.
Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea e Giovanni e ai miei nipoti.
Spero che comprendano quanto io li abbia amati.
Per ultimo, l’addio più doloroso. Per ultima, Maria.
A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuti insieme e che mi dispiace abbandonare.
C’è solo una ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare.”
Un addio che non disturba: consola
Le parole di Ennio Morricone arrivano con la delicatezza di una melodia lontana, non c’è retorica, solo amore.
In questo scritto non c’è disperazione, ma gratitudine, non c’è clamore, ma pudore.
Sono parole che non chiedono attenzione, eppure restano impresse, come la musica migliore.


















































































