11 luglio 1989. Muore Laurence Olivier, il barone del teatro inglese.

Londra, 11 luglio 1989. Laurence Olivier si spegne all’età di 82 anni nella sua casa nel Sussex.
È un addio che scuote il mondo della cultura: con lui scompare non solo un attore, ma una colonna portante del teatro e del cinema del Novecento.
Nato a Dorking il 22 maggio 1907, Laurence Olivier si forma fin da giovane sui palchi britannici, in un’epoca in cui il teatro rappresenta ancora il cuore dell’identità nazionale.
Ben presto, la sua voce potente, lo sguardo tagliente e la straordinaria capacità di interpretazione lo rendono un punto di riferimento assoluto, soprattutto nell’universo shakespeariano.
Laurence Olivier e Shakespeare: un legame indissolubile
Laurence Olivier reinventa Shakespeare.
Il suo Amleto del 1948, diretto e interpretato da lui stesso, conquista il Premio Oscar come miglior film e gli vale la statuetta come miglior attore protagonista.
È la prima volta che un’opera shakespeariana raggiunge una simile consacrazione internazionale.
Ma Olivier non si ferma: Riccardo III, Enrico V, Otello… ogni ruolo diventa un’esplorazione profonda dell’animo umano.
Accanto a lui, una generazione di attori trova ispirazione e una nuova grammatica espressiva.
Parallelamente al teatro, Olivier si impone anche al cinema e in televisione.
Lavora con registi come William Wyler e Tony Richardson, e divide il set con attori del calibro di Marilyn Monroe, Vivien Leigh (sua moglie per vent’anni), Dustin Hoffman.
Il pubblico lo conosce anche per ruoli più contemporanei, come quello in Il maratoneta, dove interpreta uno spietato ex nazista con una forza glaciale e inquietante.
Il riconoscimento e l’eredità
Laurence Olivier è il primo attore a ricevere il titolo di “Barone” nel Regno Unito.
Nel 1970 la regina Elisabetta lo nomina pari del regno, un onore mai concesso prima a un artista vivente.
La sua carriera è lunga oltre sessant’anni, costellata di premi, trionfi e qualche battaglia contro la malattia, sempre affrontata con riservatezza e rigore.
La morte e i funerali di Laurence Olivier
Quando muore, Laurence Olivier chiede una cerimonia privata.
Le sue ceneri vengono tumulate nell’angolo dei poeti dell’Abbazia di Westminster, accanto a Charles Dickens, Thomas Hardy, Alfred Tennyson.
È lì che oggi il suo nome continua a vivere, in uno spazio sacro dove arte e memoria si intrecciano.
Londra, 11 luglio 1989. Laurence Olivier si spegne all’età di 82 anni nella sua casa nel Sussex.
È un addio che scuote il mondo della cultura: con lui scompare non solo un attore, ma una colonna portante del teatro e del cinema del Novecento.
Nato a Dorking il 22 maggio 1907, Laurence Olivier si forma fin da giovane sui palchi britannici, in un’epoca in cui il teatro rappresenta ancora il cuore dell’identità nazionale.
Ben presto, la sua voce potente, lo sguardo tagliente e la straordinaria capacità di interpretazione lo rendono un punto di riferimento assoluto, soprattutto nell’universo shakespeariano.
Laurence Olivier e Shakespeare: un legame indissolubile
Laurence Olivier reinventa Shakespeare.
Il suo Amleto del 1948, diretto e interpretato da lui stesso, conquista il Premio Oscar come miglior film e gli vale la statuetta come miglior attore protagonista.
È la prima volta che un’opera shakespeariana raggiunge una simile consacrazione internazionale.
Ma Olivier non si ferma: Riccardo III, Enrico V, Otello… ogni ruolo diventa un’esplorazione profonda dell’animo umano.
Accanto a lui, una generazione di attori trova ispirazione e una nuova grammatica espressiva.
Parallelamente al teatro, Olivier si impone anche al cinema e in televisione.
Lavora con registi come William Wyler e Tony Richardson, e divide il set con attori del calibro di Marilyn Monroe, Vivien Leigh (sua moglie per vent’anni), Dustin Hoffman.
Il pubblico lo conosce anche per ruoli più contemporanei, come quello in Il maratoneta, dove interpreta uno spietato ex nazista con una forza glaciale e inquietante.
Il riconoscimento e l’eredità
Laurence Olivier è il primo attore a ricevere il titolo di “Barone” nel Regno Unito.
Nel 1970 la regina Elisabetta lo nomina pari del regno, un onore mai concesso prima a un artista vivente.
La sua carriera è lunga oltre sessant’anni, costellata di premi, trionfi e qualche battaglia contro la malattia, sempre affrontata con riservatezza e rigore.
La morte e i funerali di Laurence Olivier
Quando muore, Laurence Olivier chiede una cerimonia privata.
Le sue ceneri vengono tumulate nell’angolo dei poeti dell’Abbazia di Westminster, accanto a Charles Dickens, Thomas Hardy, Alfred Tennyson.
È lì che oggi il suo nome continua a vivere, in uno spazio sacro dove arte e memoria si intrecciano.


















































































