12 luglio 1536. Muore Erasmo da Rotterdam, autore dell’“Elogio della follia”.

Umanista, teologo, filologo, scrittore, Erasmo da Rotterdam percorre l’Europa del Rinascimento con la leggerezza di una penna e la profondità di un’indagine intellettuale che non teme poteri né dogmi.
Nasce probabilmente nel 1466 a Rotterdam, figlio illegittimo di un prete e di una domestica. Viene educato in convento, ma non si lascia sedurre dalla vita monastica.
Predilige lo studio dei classici, l’ironia, il confronto libero.
A Parigi, Londra, Basilea, Erasmo si muove come uno spirito inquieto e curioso, cercando mecenati e rifuggendo le certezze granitiche.
L’elogio dell’intelligenza e della tolleranza
Con Elogio della follia, pubblicato nel 1511, Erasmo da Rotterdam compone una satira sottile e brillante contro i vizi della Chiesa e la presunzione degli uomini.
La sua scrittura incanta l’Europa colta, ma irrita i conservatori.
Nonostante l’amicizia con Lutero, resta un convinto fautore dell’unità religiosa e della riforma dall’interno.
Nel Colloquia, nei Pareri sul buon principe, nella nuova edizione greca del Nuovo Testamento, Erasmo coniuga libertà e fede, filologia e spiritualità.
Rifiuta il fanatismo e l’autoritarismo, invoca la pace in un’Europa lacerata da guerre e integralismi, difende l’educazione, il dubbio e la dignità della coscienza individuale.
La morte a Basilea
Erasmo da Rotterdam si spegne a Basilea il 12 luglio 1536, a circa settant’anni.
Viene sepolto nella cattedrale della città, dove ancora oggi riposa.
Le sue ultime parole sono, secondo alcuni testimoni, un appello a Gesù, un addio semplice, senza fasti, come la sua vita da uomo libero.
Umanista, teologo, filologo, scrittore, Erasmo da Rotterdam percorre l’Europa del Rinascimento con la leggerezza di una penna e la profondità di un’indagine intellettuale che non teme poteri né dogmi.
Nasce probabilmente nel 1466 a Rotterdam, figlio illegittimo di un prete e di una domestica. Viene educato in convento, ma non si lascia sedurre dalla vita monastica.
Predilige lo studio dei classici, l’ironia, il confronto libero.
A Parigi, Londra, Basilea, Erasmo si muove come uno spirito inquieto e curioso, cercando mecenati e rifuggendo le certezze granitiche.
L’elogio dell’intelligenza e della tolleranza
Con Elogio della follia, pubblicato nel 1511, Erasmo da Rotterdam compone una satira sottile e brillante contro i vizi della Chiesa e la presunzione degli uomini.
La sua scrittura incanta l’Europa colta, ma irrita i conservatori.
Nonostante l’amicizia con Lutero, resta un convinto fautore dell’unità religiosa e della riforma dall’interno.
Nel Colloquia, nei Pareri sul buon principe, nella nuova edizione greca del Nuovo Testamento, Erasmo coniuga libertà e fede, filologia e spiritualità.
Rifiuta il fanatismo e l’autoritarismo, invoca la pace in un’Europa lacerata da guerre e integralismi, difende l’educazione, il dubbio e la dignità della coscienza individuale.
La morte a Basilea
Erasmo da Rotterdam si spegne a Basilea il 12 luglio 1536, a circa settant’anni.
Viene sepolto nella cattedrale della città, dove ancora oggi riposa.
Le sue ultime parole sono, secondo alcuni testimoni, un appello a Gesù, un addio semplice, senza fasti, come la sua vita da uomo libero.


















































































