12 luglio 1935. Muore Alfred Dreyfus, simbolo dell’errore giudiziario più celebre di Francia.

Il 12 luglio 1935 si spegne Alfred Dreyfus, ufficiale dell’esercito francese il cui nome resta inciso nella memoria collettiva come sinonimo di errore giudiziario e antisemitismo di Stato.
Nato a Mulhouse, in Alsazia, il 9 ottobre 1859, Dreyfus cresce in una famiglia ebraica benestante.
Quando la sua regione natale viene annessa alla Germania dopo la guerra franco-prussiana, Alfred sceglie la cittadinanza francese e intraprende la carriera militare con forte senso di appartenenza repubblicana.
Il caso Dreyfus: da innocente a traditore
Nel 1894 viene accusato ingiustamente di aver passato documenti segreti ai tedeschi.
La condanna per alto tradimento arriva in un clima avvelenato da forti tensioni politiche e razziali.
Dreyfus viene degradato pubblicamente nel cortile dell’École militaire e deportato sull’Isola del Diavolo, in Guyana francese.
Ma l’errore giudiziario è talmente clamoroso da spingere intellettuali come Émile Zola a mobilitarsi.
Nel 1898, Zola pubblica la celebre lettera J’accuse…! sul quotidiano L’Aurore, in cui denuncia le responsabilità dell’esercito e della giustizia militare.
La Francia si spacca: da una parte i dreyfusardi, dall’altra i nazionalisti e gli antisemiti.
Riabilitazione e significato di una vicenda emblematica
Dreyfus viene riabilitato solo nel 1906, dopo un secondo processo farsa e un’indagine civile che conferma la sua innocenza.
Viene reintegrato nell’esercito con il grado di maggiore e riceve la Legion d’onore.
Torna alla vita pubblica con discrezione, evitando di sfruttare la sua notorietà.
Durante la Prima guerra mondiale presta nuovamente servizio come ufficiale, confermando il suo attaccamento alla patria.
La vicenda Dreyfus diventa un punto di svolta per la coscienza democratica europea: solleva il problema dell’antisemitismo, del potere arbitrario e della necessità di una stampa libera.
La morte di Alfred Dreyfus e la memoria di una lotta
Alfred Dreyfus muore a Parigi il 12 luglio 1935, all’età di 75 anni.
I funerali si svolgono in forma sobria, nel rispetto della sua natura riservata, viene sepolto nel cimitero di Montparnasse.
La sua tomba, semplice, continua a ricordare un uomo che diventa, suo malgrado, il volto della giustizia tradita e poi riscattata.
Il 12 luglio 1935 si spegne Alfred Dreyfus, ufficiale dell’esercito francese il cui nome resta inciso nella memoria collettiva come sinonimo di errore giudiziario e antisemitismo di Stato.
Nato a Mulhouse, in Alsazia, il 9 ottobre 1859, Dreyfus cresce in una famiglia ebraica benestante.
Quando la sua regione natale viene annessa alla Germania dopo la guerra franco-prussiana, Alfred sceglie la cittadinanza francese e intraprende la carriera militare con forte senso di appartenenza repubblicana.
Il caso Dreyfus: da innocente a traditore
Nel 1894 viene accusato ingiustamente di aver passato documenti segreti ai tedeschi.
La condanna per alto tradimento arriva in un clima avvelenato da forti tensioni politiche e razziali.
Dreyfus viene degradato pubblicamente nel cortile dell’École militaire e deportato sull’Isola del Diavolo, in Guyana francese.
Ma l’errore giudiziario è talmente clamoroso da spingere intellettuali come Émile Zola a mobilitarsi.
Nel 1898, Zola pubblica la celebre lettera J’accuse…! sul quotidiano L’Aurore, in cui denuncia le responsabilità dell’esercito e della giustizia militare.
La Francia si spacca: da una parte i dreyfusardi, dall’altra i nazionalisti e gli antisemiti.
Riabilitazione e significato di una vicenda emblematica
Dreyfus viene riabilitato solo nel 1906, dopo un secondo processo farsa e un’indagine civile che conferma la sua innocenza.
Viene reintegrato nell’esercito con il grado di maggiore e riceve la Legion d’onore.
Torna alla vita pubblica con discrezione, evitando di sfruttare la sua notorietà.
Durante la Prima guerra mondiale presta nuovamente servizio come ufficiale, confermando il suo attaccamento alla patria.
La vicenda Dreyfus diventa un punto di svolta per la coscienza democratica europea: solleva il problema dell’antisemitismo, del potere arbitrario e della necessità di una stampa libera.
La morte di Alfred Dreyfus e la memoria di una lotta
Alfred Dreyfus muore a Parigi il 12 luglio 1935, all’età di 75 anni.
I funerali si svolgono in forma sobria, nel rispetto della sua natura riservata, viene sepolto nel cimitero di Montparnasse.
La sua tomba, semplice, continua a ricordare un uomo che diventa, suo malgrado, il volto della giustizia tradita e poi riscattata.


















































































