In Croazia il mercato delle sepolture vale fino a 130mila euro.

In Croazia si sta diffondendo un fenomeno tanto curioso quanto controverso: la compravendita del diritto d’uso su tombe e loculi.
Sebbene ufficialmente non sia consentito vendere posti nei cimiteri, essendo beni pubblici, la normativa locale permette di cedere il diritto d’uso attraverso contratti notarili.
Questo ha dato vita a un vero e proprio mercato parallelo, dove i prezzi possono raggiungere cifre impensabili.
Nei cimiteri delle grandi città come Zagabria, Spalato, Dubrovnik e Fiume, trovare un posto libero è ormai un’impresa.
Al Mirogoj di Zagabria, storico cimitero monumentale, le liste d’attesa superano gli otto anni.
Il diritto d’uso su un semplice loculo può costare oltre 12.000 euro, mentre per una tomba familiare si arriva facilmente a 80.000 euro.
Per le posizioni più ambite, ad esempio vicino agli ingressi o lungo i viali principali, il prezzo può salire fino a 130.000 euro.
Al contrario, nei piccoli centri come Krapina o Bjelovar, una concessione può costare appena 300-500 euro.
Tuttavia, anche qui si verifica un altro fenomeno: molte persone acquistano il proprio posto con largo anticipo, lasciando poco spazio disponibile per chi ha bisogno immediato.
La legge croata, pur vietando la vendita diretta dei posti cimiteriali, consente la cessione del diritto d’uso tramite notaio.
Questo ha creato un mercato grigio alimentato da annunci online e trattative private.
Basta una rapida ricerca sui principali portali immobiliari per trovare offerte che spaziano dai 10.000 ai 100.000 euro, con formule come “trattativa riservata”, “urgente” o “accetto permuta con appartamento”.
Il governo croato sta lavorando a una nuova legge per regolamentare il settore.
Le novità più importanti prevedono l’obbligo di registrazione notarile per ogni passaggio di diritto, la riduzione da 100 a 30 anni (o 10 in caso di opere pubbliche) per il recupero di tombe abbandonate, la revoca del diritto in caso di mancato pagamento della tassa annuale per più di dieci anni, e la possibilità di trasferire i resti in ossari comuni per riassegnare le sepolture.
Il dibattito divide l’opinione pubblica.
Da una parte c’è chi vede nella compravendita delle tombe un investimento sicuro, addirittura più redditizio di un garage.
Dall’altra, c’è chi denuncia la mercificazione della morte e il rischio di una deriva etica.
Sui forum online e nei gruppi social, sempre più croati raccontano di aver acquistato tombe come “bene rifugio” per il futuro.
Oggi, in Croazia, accanto a case e terreni, anche i posti nei cimiteri vengono trattati come beni di lusso.
Il mercato delle tombe a peso d’oro è destinato a crescere, in attesa di una normativa più chiara e di una regolamentazione definitiva.
E resta una domanda inquietante: quanto vale, davvero, un posto per l’eternità?
FP
In Croazia si sta diffondendo un fenomeno tanto curioso quanto controverso: la compravendita del diritto d’uso su tombe e loculi.
Sebbene ufficialmente non sia consentito vendere posti nei cimiteri, essendo beni pubblici, la normativa locale permette di cedere il diritto d’uso attraverso contratti notarili.
Questo ha dato vita a un vero e proprio mercato parallelo, dove i prezzi possono raggiungere cifre impensabili.
Nei cimiteri delle grandi città come Zagabria, Spalato, Dubrovnik e Fiume, trovare un posto libero è ormai un’impresa.
Al Mirogoj di Zagabria, storico cimitero monumentale, le liste d’attesa superano gli otto anni.
Il diritto d’uso su un semplice loculo può costare oltre 12.000 euro, mentre per una tomba familiare si arriva facilmente a 80.000 euro.
Per le posizioni più ambite, ad esempio vicino agli ingressi o lungo i viali principali, il prezzo può salire fino a 130.000 euro.
Al contrario, nei piccoli centri come Krapina o Bjelovar, una concessione può costare appena 300-500 euro.
Tuttavia, anche qui si verifica un altro fenomeno: molte persone acquistano il proprio posto con largo anticipo, lasciando poco spazio disponibile per chi ha bisogno immediato.
La legge croata, pur vietando la vendita diretta dei posti cimiteriali, consente la cessione del diritto d’uso tramite notaio.
Questo ha creato un mercato grigio alimentato da annunci online e trattative private.
Basta una rapida ricerca sui principali portali immobiliari per trovare offerte che spaziano dai 10.000 ai 100.000 euro, con formule come “trattativa riservata”, “urgente” o “accetto permuta con appartamento”.
Il governo croato sta lavorando a una nuova legge per regolamentare il settore.
Le novità più importanti prevedono l’obbligo di registrazione notarile per ogni passaggio di diritto, la riduzione da 100 a 30 anni (o 10 in caso di opere pubbliche) per il recupero di tombe abbandonate, la revoca del diritto in caso di mancato pagamento della tassa annuale per più di dieci anni, e la possibilità di trasferire i resti in ossari comuni per riassegnare le sepolture.
Il dibattito divide l’opinione pubblica.
Da una parte c’è chi vede nella compravendita delle tombe un investimento sicuro, addirittura più redditizio di un garage.
Dall’altra, c’è chi denuncia la mercificazione della morte e il rischio di una deriva etica.
Sui forum online e nei gruppi social, sempre più croati raccontano di aver acquistato tombe come “bene rifugio” per il futuro.
Oggi, in Croazia, accanto a case e terreni, anche i posti nei cimiteri vengono trattati come beni di lusso.
Il mercato delle tombe a peso d’oro è destinato a crescere, in attesa di una normativa più chiara e di una regolamentazione definitiva.
E resta una domanda inquietante: quanto vale, davvero, un posto per l’eternità?
FP


















































































