Enrico Mattei: l’italiano che cambiò la storia dell’energia.

27 Ottobre 2025 - 09:00--Anniversari, Storie di Storia-
enrico mattei

Enrico Mattei: l’imprenditore italiano che sfidò le Sette Sorelle e cambiò la storia dell’energia

Le origini di un visionario

Enrico Mattei nasce nel 1906 ad Acqualagna, nelle Marche. Figlio di un carabiniere e di una madre contadina, cresce in una famiglia modesta dove il valore dell’istruzione viene costantemente sottolineato.
Eppure, da bambino è ribelle e poco incline allo studio.
La svolta arriva quando, giovanissimo, inizia a lavorare presso la conceria Fiore: qui nasce la sua passione per la chimica industriale e la gestione d’impresa. In breve tempo, da semplice fattorino, diventa direttore tecnico.

La crescita imprenditoriale

A soli 25 anni fonda la sua prima azienda: la Industria Chimica Lombarda Grassi e Saponi.
Negli anni ’30 diventa un imprenditore di successo e si lega al cattolicesimo progressista, frequentando ambienti che saranno alla base della futura Democrazia Cristiana.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Mattei abbandona ogni illusione sul fascismo, aderisce alla Resistenza e diventa comandante partigiano, guidando una delle formazioni più importanti del centro Italia.

La rinascita dell’Agip e la nascita dell’Eni

Nel 1945 il CLN gli affida il compito di liquidare l’Agip, considerata un’azienda fallita.
Ma Mattei scopre la presenza di importanti giacimenti di gas nella Val Padana e decide di interrompere la liquidazione.
Scommette sulla rinascita dell’azienda, rilanciandola con trivellazioni e investimenti strategici.
La sua visione porta, nel 1953, alla nascita dell’Eni, l’Ente Nazionale Idrocarburi, simbolo della ripresa industriale italiana.

La sfida alle Sette Sorelle

Mattei intuisce che il vero potere è nelle mani delle Sette Sorelle, le grandi multinazionali del petrolio (Shell, BP, Exxon, Mobil, Chevron, Texaco, Gulf).
Decide di sfidarle rompendo il monopolio con una strategia innovativa: offre ai paesi produttori di petrolio condizioni più vantaggiose rispetto a quelle delle multinazionali.
Invece del consueto 50%, Mattei lascia ai produttori il 75% dei profitti.
Entra nei mercati di Egitto, Iran e Nord Africa, trattando questi paesi alla pari e aiutandoli nello sviluppo infrastrutturale.
Questa politica lo rende popolare nel Terzo Mondo e temuto dalle potenze occidentali.

L’accordo con l’URSS e le tensioni internazionali

Nel 1958, Mattei compie una mossa clamorosa: firma un accordo per l’importazione di petrolio dall’Unione Sovietica, sfidando apertamente gli Stati Uniti.
Grazie a questa concorrenza, riesce a ottenere prezzi migliori anche dalle compagnie occidentali, garantendo vantaggi economici all’Italia.

L’espansione dell’Eni

Sotto la guida di Mattei, l’Eni costruisce una vasta rete di gasdotti, impianti di raffinazione e navi petroliere.
Cresce esponenzialmente, arrivando a contare oltre 56.000 dipendenti nel 1962.
Il famoso logo del cane a sei zampe, creato nel 1952 da Luigi Broggini, diventa simbolo del miracolo energetico italiano.

La morte misteriosa

Il 27 ottobre 1962, Enrico Mattei muore in un incidente aereo nei pressi di Bascapè, vicino Milano.
Le indagini dell’epoca parlano di incidente, ma successive inchieste, tra cui quella del 2003, ipotizzano un sabotaggio.
Il responsabile e il mandante restano sconosciuti.

L’eredità di Enrico Mattei

La figura di Mattei resta ancora oggi simbolo di indipendenza imprenditoriale, innovazione industriale e politica estera alternativa.
La sua idea di trattare i paesi produttori di petrolio come partner e non colonie ha anticipato di decenni il concetto di cooperazione internazionale.

Enrico Mattei non fu solo un imprenditore, ma uno statista illuminato e un filantropo coraggioso, capace di cambiare il destino di un intero paese.

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Enrico Mattei nasce nel 1906 ad Acqualagna, nelle Marche. Figlio di un carabiniere e di una madre contadina, cresce in una famiglia modesta dove il valore dell’istruzione viene costantemente sottolineato.
Eppure, da bambino è ribelle e poco incline allo studio.
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